Il linguaggio della mamma: il Motherese
PUBBLICATO IL 19 FEBBRAIO 2021
Fin dai primi giorni di vita tra la mamma e il suo piccolo si instaura un vero e proprio dialogo musicale che accompagna il bambino nei primi mesi di vita. Gli studiosi lo chiamano Motherese.
Quali sono le caratteristiche di questo linguaggio universale che le mamme usano per comunicare con i neonati? Quali sono i benefici per i bambini?
Ne parliamo con la pedagogista de La Zucca Felice Simona Vigoni.
Avete mai assistito ad un dialogo amorevole fra una mamma e il suo piccolo, nei primi mesi di vita?
Se vi è capitato avrete certamente pensato ad una vera e propria danza a due, nella quale entrambi i ballerini scandiscono i passi. Come spiega bene, Maria Teresa Nardi, musicologa, (Il maderese. In Mondo03. Editrice La Scuola, Brescia 2008): “mamma e bambino si modulano sapientemente l’un l’altro, rispettando spontaneamente tempi, ritmi e turni conversazionali. Le loro voci si inseguono, si aspettano, si ripetono, si ascoltano, si invocano a turno”.
La metafora della danza calza a pennello: ritmo, prosodia, tono di voce, parole usate, ripetizioni, nel linguaggio materno si fanno più “musicali”. E questo fenomeno è evidente e comune a molte culture diversissime tra loro: spontaneamente ed inconsapevolmente la mamma utilizza questa modalità di comunicazione sintonizzandosi con il proprio bambino attraverso questa melodia.
Le caratteristiche di questo speciale linguaggio
Queste vere e proprie coccole sonore hanno alcuni tratti ricorrenti che vanno dall’uso spontaneo del registro più alto della voce, ad un’intonazione modificata nella forma e nell’ampiezza rispetto a quella comunemente usata e a grandi escursioni all’interno della stessa unità vocale.
Questo linguaggio, accompagnato da una mimica pronunciata, dal sorriso amorevole, è ricco di onomatopee, parole ripetute e frasi semplici.
Il ruolo del Motherese nella crescita del neonato
Un linguaggio quasi universale, spontaneamente scelto dalla mamma, non può non avere funzioni specifiche e importanti. Quali e quante sono?
A differenza di quanto si possa comunemente pensare, questa speciale modalità di comunicazione fra mamma e bambino riveste un ruolo di grande rilevanza nella crescita del bambino.
Sviluppo dell’attenzione
La prosodia di questo speciale linguaggio facilita il riconoscimento della voce materna, aiuta a focalizzare l’attenzione del piccolo, è volta a provocare la reazione del sorriso.
L’uso di parole semplici e la lentezza dell’eloquio vengono inconsapevolmente usati per adeguarsi alle competenze del figlio, mentre le ripetizioni e le variazioni continue “incitano il bambino a:
- adattamento costante;
- arricchimento del repertorio di base;
- creatività vocale del gioco.”
(M. Imberty. La musica e il bambino. In Enciclopedia della musica, Einaudi, Torino 2002)
La costruzione degli affetti e l’autoregolazione emotiva
Dal punto di vista affettivo e sociale le ridondanze usate possono facilitare la lettura del comportamento materno garantendo in questo modo una buona sintonizzazione. Il marcato andamento melodico e il registro più acuto possono comunicare gli affetti positivi della mamma al piccolo.
Inoltre, interpretando le emozioni e le sensazioni che prova il bambino e verbalizzandole con questo registro, la madre aiuta gradualmente il piccolo a sentirsi accolto e riconosciuto: “filmati che studiano il comportamento della madre mostrano che si rivolge a lui con una modalità particolare, esprimendo con le modulazioni della voce quello che prova o che prova il bambino.
Verbalizzando le proprie sensazioni (ad esempio: ‘Sì, tesoro mio, hai male al pancino…’) consente al bambino di associare le sue sensazioni alle parole e offre alla madre l’opportunità di verbalizzare le emozioni del bambino stesso.” (E. Antier. Elogio della madre. Riscoprire l’importanza dell’istinto materno nella crescita dei figli. Mondadori, Milano 2001).
Questo tipo di risposte consentono gradualmente al bambino di sperimentare che il mondo esterno è un luogo buono di cui potersi fidare e un porto sicuro da poter esplorare.
Lo sviluppo del linguaggio
Il motherese, con le sue ripetizioni, le sue pause e la musicalità, stimola e abitua il bambino a comunicare, getta le basi per l’acquisizione del linguaggio vero e proprio: “la netta demarcazione degli enunciati materni serve sia per far capire al bambino dove termina un enunciato e dove inizia il successivo, sia per abituarlo al cosiddetto turn-taking” (S. Lucchetti, S. Bertolino. Alle origini dell’esperienza musicale. Ricordi, Milano 1992)
Queste speciali carezze “musicali”, confezionate dalla mamma solo ed esclusivamente per il proprio piccolo, rappresentano dunque un vero e proprio nutrimento sul piano affettivo, cognitivo e sociale.
Sia benvenuta la tenerezza che coccola, avvolge, sostiene la crescita del nuovo arrivato!