Protesi ginocchio, tutto quello che c’è da sapere sull’intervento

PUBBLICATO IL 04 DICEMBRE 2021

“Installare una protesi al ginocchio può essere in molti casi la soluzione per alcune patologie delle articolazioni e per trovare sollievo per disturbi costanti che spesso rendono difficili anche piccoli gesti quotidiani”. Chi parla è il dottor Michele Massaro, responsabile del nuovo centro OPRAM (Ortopedia Protesica Robotica Avanzata Mini – invasiva) del Policlinico San Pietro. Vediamo allora con l’aiuto del nostro esperto quando serve l’intervento di “protesi ginocchio”, come funziona e quali sono i sintomi che non devono essere sottovalutati.

Protesi ginocchio: quando ricorrere all’intervento

“Quando ci si rende conto del fatto che il ginocchio è stato danneggiato a causa di malattie degenerative, quali l’artrosi, è necessario ricorrere all’intervento per inserire la protesi ginocchio

Si tratta di una soluzione che garantisce la diminuzione del dolore articolare e risolve anche problemi che possono limitare i movimenti” spiega il dottor Massaro. 

La principale malattia degenerativa che interessa il ginocchio è la gonartrosi che è difficilmente trattabile attraverso la fisioterapia e l’assunzione di antidolorifici. 

È una patologia abbastanza comune, colpisce soprattutto persone con più di 60 anni d’età. In alcuni casi, sebbene abbastanza rari, può interessare anche soggetti di età inferiore ai 60 anni. 

Questa malattia, però, può colpire anche i giovani soprattutto in presenza di traumi gravi al ginocchio, lavori usuranti o attività quotidiane pesanti che hanno un forte impatto sulle articolazioni. 

Nei casi peggiori, è possibile che il dolore non venga avvertito solo durante il movimento ma anche a riposo, ed è in questi casi che i farmaci e gli antidolorifici non sono più sufficienti per alleviare dolore e fastidi. L’unico modo per poter ritrovare sollievo e bloccare il dolore costante è l’intervento di protesi ginocchio. È la soluzione definitiva e consente di riprendere a svolgere le normali attività quotidiane ed evitare che l’arto si deformi completamente a causa della malattia”. 

 

Diagnosi e indicazioni sulla protesi ginocchio 

“Alla base della decisione di voler impiantare protesi ginocchio attraverso un intervento chirurgico, ci dev’essere sempre un’accurata diagnosi dello specialista” sottolinea lo specialista. 

L’esame del paziente prevede una serie di esami diagnostici che possano risaltare i dettagli del problema. In questo modo viene guidato il paziente a una valutazione consapevole dell’intervento, dei tempi di recupero e dei rischi correlati

La diagnosi, inoltre, permette anche allo specialista di valutare insieme al paziente tutti i tipi di protesi esistenti e qual è il momento giusto per poter intervenire con la protesi di ginocchio. 

Gli esami diagnostici richiesti sono:

  • prima visita per formulare una prima ipotesi;
  • radiografia per confermare la diagnosi del medico; 
  • eventuale risonanza magnetica per integrare la radiografia; 
  • studio dei tessuti molli del paziente.

“Alla fine di questi studi, lo specialista , insieme al paziente inizierà a valutare delle ipotesi dei tipi di protesi che possono essere scelti per intervenire sostituendo il ginocchio danneggiato. 

In molti casi sintomatici, quindi con dolore costante dell’articolazione ed impossibilità di svolgere normali attività quotidiane, è l’unico trattamento che consenta di riprendere la funzionalità dell’articolazione”

 

Caratteristiche delle protesi 

Come già accennato, le protesi ginocchio sono di diverse tipologie. Non solo sono diverse per dimensioni, ma si devono anche adattare al tipo di malattia e alle necessità dell’articolazione. 

Bisogna distinguere 4 tipi di protesi al ginocchio diverse:

  • protesi di ginocchio totale: tipo di protesi che sostituisce completamente l’articolazione e che in alcuni casi gravi prevede anche l’impianto di una rotula artificiale.
  • Protesi di ginocchio monocompartimentale: questo tipo di protesi sostituisce solo porzioni dell’articolazione particolarmente colpite dalla malattia.
  • Protesi cementate: impianti che avvengono con l’applicazione di una resina sulla stessa superficie ossea.
  • Protesi non cementate che presentano invece superfici mobili che possono stimolare la crescita dell’osso con la differenza che hanno tempi di recupero molto più lenti delle precedenti.

 

“Tra le soluzioni meno invasive, c’è la protesi che permette di intervenire senza asportare i legamenti crociati e si pone dunque a metà tra un intervento di protesi totale e un intervento monocompartimentale con l’asportazione del legamento crociato anteriore”. 

 

Come funziona l’intervento di protesi ginocchio 

“L’intervento di sostituzione del ginocchio con la protesi è una procedura di rivestimento. Viene infatti sostituita la superficie dell’osso. L’intervento, che sia per una protesi totale o parziale, segue sempre un procedimento simile - continua il dottor Massaro -. 

La prima fase è la preparazione dell’osso all’intervento in cui si procede alla rimozione delle superfici dell’osso che risultano usurate. Nella protesi totale vengono rimosse le superfici di femore e tibia, nella protesi parziale invece sono rimosse le superfici di uno dei due ossi. 

La seconda fase prevede il posizionamento di elementi di metallo fissati utilizzando il cemento o particolari tecniche chirurgiche nel caso in cui si usino protesi non cementate. 

Raramente l’intervento prevede una terza fase, quella della sostituzione della rotula. In casi meno gravi la rotula viene rimodellata dandole la forma originaria e rivestita. 

L’ultima fase è quella dell’inserimento del materiale plastico sulle superfici metalliche inserite precedentemente. Queste parti di plastica servono per favorire la mobilità del ginocchio e per far scivolare tra loro le parti metalliche”. 

Nel caso di protesi totale, con conseguente sostituzione della rotula, bisogna distinguere 3 tipologie di intervento. Sono tipi di protesi al ginocchio che prevedono la conservazione o meno dei legamenti crociati:

  • protesi totale PS prevede che vengano tolti entrambi i legamenti crociati, sia posteriore sia anteriore;
  • protesi totale CR prevede il sacrificio di uno solo dei legamenti, quello anteriore;
  • protesi totale XP che prevede invece la conservazione di entrambi i legamenti.

 

In un intervento le protesi devono essere scelte dal chirurgo rispettando l’età del paziente, componenti articolari e la morfologia e la qualità dell’osso. La durata complessiva dell’intervento è di almeno 60 minuti. 

 

Tipi di operazione di protesi al ginocchio 

L’intervento di protesi al ginocchio non è uno; ci sono diversi tipi di operazioni che possono essere anche molto diversi tra loro. Per scegliere la procedura più adatta è necessario valutare le condizioni del paziente e lo stato della malattia dell’articolazione. 

“Il primo tipo di intervento è quello di protesi totale. Si usa quando sia femore che tibia sono talmente danneggiati da non poter essere recuperati. Durante questa fase il chirurgo dovrà sostituire le parti danneggiate con le protesi metalliche e utilizzare la resina per riempire invece la cartilagine usurata. 

Con questa operazione si potrà riavere un ginocchio integro e funzionante in tutte le sue parti - spiega lo specialista -. 

 

Un secondo tipo è la protesi parziale. Si ricorre all'operazione di protesi al ginocchio parziale o monocompartimentale quando viene sostituita solo la parte usurata del ginocchio, senza toccare cartilagine o legamenti crociati. È l’operazione meno invasiva di tutte e permette un recupero più veloce dopo l’intervento. 

L’ultimo tipo di operazione di protesi al ginocchio è la revisione protesi ginocchio. In questo caso l’intervento viene effettuato su un paziente con un’altra protesi che era già stata precedentemente impiantata. Si usano questi interventi nei casi in cui la protesi precedente non sia più adatta, sia stata rigettata dall’organismo o abbia fallito per diverse cause. 

In generale, la protesi viene garantita per 20 anni, ma ci sono molti altri fattori che potrebbero rendere necessario un intervento di revisione”.

 

Recupero e riabilitazione post-operatoria

“Dopo un intervento di protesi al ginocchio è difficile stabilire dei tempi di recupero standard per ogni paziente. Questo perché il recupero post-operatorio, dipende sempre da variabili che riguardano i pazienti, come l’età, le condizioni fisiche generali e la salute di ogni singolo caso. 

Se dopo l’intervento non dovessero sorgere complicazioni, il paziente può essere dimesso anche dopo pochi giorni” continua il dottor Massaro. 

Dopo le dimissioni, è necessario seguire un percorso di riabilitazione post-operatoria sia per potersi abituare alla protesi che per poter ritornare a svolgere qualsiasi normale attività quotidiana. 

Una volta rientrati a casa dopo l’intervento, bisogna fare attenzione a non sforzare il ginocchio con la protesi, in modo da dare il tempo al corpo di abituarsi alla nuova condizione. Nelle prime settimane è fondamentale aiutarsi con le stampelle per camminare, ed il periodo può variare da 3 a 6 settimane

Il percorso di riabilitazione consigliato prevede esercizi di mobilità e fisioterapia. Personalizzare la riabilitazione è importante per permettere ad ogni paziente di alleviare il dolore post operazione, avere un recupero più veloce e poter utilizzare normalmente l’arto. 

Ogni paziente può già fare i primi passi, con l’ausilio delle stampelle, dopo poche ore dopo l’operazione. Sarà il primo approccio al recupero della funzionalità completa dell’arto e permetterà al paziente di attenuare dolori e fastidi. 

“Con impegno e un processo di riabilitazione personalizzato è possibile riprendere qualsiasi attività anche dopo 8 settimane dall’intervento. Dopo questi primi mesi sarà anche possibile riprendere a fare attività sportiva senza esagerare e qualsiasi altra normale attività che prima dell’intervento era fonte di dolore e fastidi” consiglia lo specialista. 

 

Possibili rischi dell’intervento di protesi

Abbiamo visto che è necessario un recupero post-operatorio, che può essere un tempo più o meno breve a seconda di ogni paziente, e che avere un programma di riabilitazione personalizzato può fare la differenza. 

“L’operazione di protesi, di qualsiasi tipologia, presenta i normali rischi di ogni intervento chirurgico. Rischi che possono essere facilmente evitati, ma di cui l’interessato dev’essere a conoscenza. In questo modo è possibile sapere quali sono i comportamenti da tenere dopo un intervento di innesto di protesi al ginocchio” evidenzia il dottor Massaro. 

I due rischi più frequenti possono essere eventuali infezioni o trombosi. 

Le infezioni possono, e devono, essere evitate prestando attenzione a curare la ferita e la cicatrice dopo l’operazione seguendo le istruzioni dei medici. 

Per quanto riguarda il rischio di trombosi, esso è legato a un lungo immobilismo della gamba. Se si rende necessaria dopo l’intervento, la necessità di tenere la gamba ferma a lungo bisognerà assumere farmaci anticoagulanti

Un altro comportamento da tenere è muovere frequentemente la gamba, fare movimenti sia per la riabilitazione che per la mobilità dell’arto e utilizzare appositi dispositivi medici come calze elastiche per ridurre qualsiasi rischio. 

 

Complicanze tardive di un’operazione per la protesi al ginocchio 

L’operazione per installare una protesi al ginocchio ha un tasso di complicazione dell’1%, contro il 90% del tasso di sopravvivenza della protesi. 

Nonostante queste basse percentuali è bene informarsi su eventuali complicazioni tardive che possono sorgere in seguito all’intervento: 

  • ipercorrezione o ipocorrezione dell’asse meccanico: sono complicanze tardive che si possono manifestare anche a distanza di molto tempo dall’intervento. Possono provocare il fallimento della protesi, con conseguenti dolori e scollamento della protesi. Per questo motivo si richiederà un nuovo intervento di revisione della protesi. 


 

  • Malposizionamento della protesi: se le componenti del ginocchio non sono state posizionate a dovere, la conseguenza potrà essere la sublussazione della tibia sul femore. I sintomi potranno essere la pelle intorno alla ferita intorpidita e difficoltà della flessione del ginocchio. Sono anomalie che possono portare, in casi gravi, alla mobilizzazione della protesi dall’osso. Anche in questo caso si renderebbe necessaria la revisione della protesi di ginocchio. 

 

Per evitare qualsiasi tipo di rischio o complicanza, che sia a breve termine o tardiva è consigliato, come abbiamo già detto, un ciclo di fisioterapia e riabilitazione personalizzato, adatto a ciascuna circostanza e all’esperienza di ogni paziente.

Cura e Prevenzione