Quali sono le cause della vescica iperattiva e come curarsi
PUBBLICATO IL 28 APRILE 2021
La vescica iperattiva è una condizione clinica che determina urgenza minzionale, fastidiosa e può manifestarsi con o senza incontinenza urinaria. Tende a comparire con il progredire dell’età e può avere riflessi significativi sulla qualità di vita di una persona. La sua incidenza nei paesi occidentali si stima tra l’8% e il 16% della popolazione.
Di cosa si tratta
“Per sindrome della vescica iperattiva - spiega il Dott. Najati Alrabi, Responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Istituto Clinico S. Anna - si intende un insieme di sintomi come:
- l’urgenza minzionale, cioè un desiderio irrefrenabile di orinare difficile da procrastinare nel tempo;
- la frequenza sia notturna, che diurna associate in alcuni casi ad incontinenza da urgenza.
Si tratta di una condizione molto diffusa soprattutto tra la popolazione anziana e ha un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti molti dei quali sono restii a parlarne e a chiedere aiuto alla classe medica”.
Le cause e fattori di rischio della vescica iperattiva
Alla base di questa sindrome possono esserci varie patologie che interferiscono con il normale funzionamento della vescica.
“La causa maggiore - continua lo specialista - è un’iperattività detrusoriale, ossia dello strato muscolare della parete della vescica che potrebbe essere:
- idiopatica: senza cause note;
- su base neurogena: dovuta alla presenza di patologie neurologiche”.
I fattori di rischio noti sono:
- l’obesità
- la menopausa
- il fumo
- la scarsa tonicità del pavimento pelvico
- l’assunzione in dosi importanti di caffeina e teina.
Come si diagnostica
La diagnosi viene formulata quasi esclusivamente su base anamnestica individuando innanzitutto i fattori di rischi associati, fra i quali:
- assunzione di farmaci;
- patologie associate come obesità, malattie neurologiche, età avanzata o menopausa.
“Le analisi di laboratorio includono l’esame delle urine, l’urinocoltura e l’esame citologico urinario.
Gli esami diagnostici in fase iniziale, invece, si basano solo su uno studio ecografico con valutazione di eventuale residuo post-minzionale”.
Le cure e i rimedi
“Concluso il primo iter diagnostico - conclude il Dott. Alrabi - è possibile intraprendere un trattamento basato inizialmente su modificazioni comportamentali e terapia medica con farmaci antimuscarinici che, mediando la vasodilatazione, consentono di curare la maggior parte dei pazienti senza sottoporli ad ulteriori indagini diagnostiche che, invece, vanno riservate ai casi più complessi”.
Trattandosi di una sindrome con tendenza alla cronicizzazione, in aggiunta alla terapia farmacologica, sarà importante correggere il proprio stile di vita adottando abitudini più salutari.