Mascherine antivirus: tutto quello che c’è da sapere: sigle, bimbi, sport, mare

PUBBLICATO IL 30 GIUGNO 2020

Cosa significano le sigle FFP3, N95 e KN95? I bambini devono usare le mascherine? Come comportarsi nello sport o al mare? L’esperto risponde a tutti i dubbi.

Le mascherine sono dei dispositivi di sicurezza importanti, che in questi mesi sono divenuti forse il simbolo più celebre della lotta al nuovo coronavirus. Ancora tanti, però, i dubbi che le riguardano, alcuni dei quali legati anche alla stagione estiva: quali mascherine per lo sport e il mare? Come leggere le sigle delle mascherine che si acquisteranno in vacanza e non nella farmacia di fiducia? È meglio farle usare anche ai bambini indipendentemente dall’età?

Ci aiuta a fare chiarezza il Dott. Giulio Melisurgo, Consulente Specialista Cardiologo per la Casa di Cura La Madonnina e Dirigente medico presso l’Unità Operativa di Terapia Intensiva Cardio-Toraco-Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, con una consolidata esperienza anche nell’ambito della Medicina Sportiva.

Le sigle delle mascherine e il loro significato: FFP2, N95 o KN95

La certificazione per la capacità della mascherina facciale di filtrare le particelle sospese nell’aria compete vari enti, che emettono classificazioni differenti:

  • L’Unione Europea (norma EN 149:2001) classifica le mascherine facciali filtranti in FFP 1,2,3.
  • Il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) statunitense ricorre alle sigle N 95,99,100.
  • La Cina (standard GB2626-2006) utilizza le diciture KN 90,95,100.

Va aggiunto che la valvola di efflusso aumenta il comfort della mascherina per chi la utilizza, ma il potere filtrante verso l’esterno si abbassa a circa il 20%, con maggiori rischi di contagio per gli altri.

La mascherina chirurgica ha, invece, una capacità filtrante dall’esterno verso l’interno di circa il 20% (a causa della scarsa aderenza al volto), ma fino al 95% dall’interno verso l’esterno.

Mascherine in cotone e lavabili

Riguardo le mascherine in cotone, lavabili e riutilizzabili di cui, spesso, ci si domanda l’efficacia, il Dott. Melisurgo dà come indicazione una ricerca condotta dalla Northeastern University che ha comparato mascherine in stoffa cucite con chirurgiche e N95 regolarmente in commercio.

Da questo studio è emerso che:

  • le “fai da te” in tessuto fornivano la metà della protezione rispetto alle chirurgiche standard;
  • sovrapponendo uno strato di calza di nylon, per migliorare l’aderenza, si otteneva un incremento della capacità filtrante (dal 15 a 50%);
  • l’aggiunta di strati interni in ovatta di cotone, mussola di cotone a trama larga o tessuto non tessuto permettevano risultati soddisfacenti, in alcuni casi oltre lo standard della chirurgica.

Mascherine e bambini

L’utilizzo della mascherina è obbligatorio per i bambini dai 6 anni in su.

Al di sotto dei due anni, sia la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPP) che l’Accademia Americana di Pediatria concordano nel ritenerla controindicata, e suggeriscono al suo posto, l’uso di cappellini o cerchietti con visiera trasparente lunga.

Inoltre, secondo la SIPP non dovrebbero indossare la mascherina i bambini con:

  • patologie neurologiche;
  • patologie respiratorie;
  • incapaci di rimuovere da soli il dispositivo di protezione.

Il Dott. Melisurgo spiega che, a meno di un metro di distanza da persone estranee al proprio nucleo familiare, i bambini dai 2 anni in poi senza particolari patologie dovrebbero generalmente utilizzare le mascherine che si adattino alla forma del viso, quali:

  • mascherine di stoffa;
  • mascherine chirurgiche (da preferire).

Per i piccoli affetti da malattie croniche, invece, è necessaria una protezione maggiore e si dovrebbe ricorrere alle FFP2.

Mascherine e Sport

“Durante le attività aerobiche – dichiara il Dott. Melisurgo – per sostenere il metabolismo il nostro organismo necessita di scambi respiratori ottimali, inalando ossigeno ed espellendo anidride carbonica.

Respirando all’interno di una mascherina durante l’attività fisica, specialmente se intensa, si andrebbe a creare un microambiente ricco di anidride carbonica da noi prodotta espirando, con la possibilità di capogiri, aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, respiro affannoso e rischio di svenimento”.

La valvola di efflusso presente in alcuni modelli favorisce l’eliminazione dell’anidride carbonica, ma lo Specialista suggerisce che, ove possibile e in condizioni di sicurezza, sarebbe auspicabile praticare attività fisica all’aperto senza mascherina, nel rispetto del distanziamento sociale.

Al mare con la mascherina

In spiaggia o in piscina, il Dott. Melisurgo esorta a rispettare le indicazioni dell’ISS, che ha evidenziato come i rischi principali siano riconducibili agli assembramenti più che alla contaminazione delle acque e pertanto raccomanda:

  • la pulizia e disinfezione frequenti delle mani di adulti e bambini;
  • l’uso di fazzoletti di carta o la piega del proprio gomito per tossire o starnutire.

L'utilizzo delle mascherine, per proteggere se stessi e gli altri, è riservato a quelle situazioni in cui risulta difficile rispettare le misure di distanziamento.

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