Polipi uterini: perché si formano e come si riconoscono

PUBBLICATO IL 09 GENNAIO 2020

I polipi dell’utero sono escrescenze che si formano nell’utero e possono formarsi a ogni età. Scopriamo quali sono le cause della formazione, i sintomi e  come prevenirli. 

I polipi dell’utero sono un problema molto comune nelle donne, in particolare tra i 40 e 60 anni. Si tratta di escrescenze che possono formarsi sulle pareti dell’utero ed essere accompagnate da sintomi anche molto fastidiosi. 

La dottoressa Carmen Nava Herrera, specialista ginecologa del  Policlinico San Marco e di Smart Clinic “Le Due Torri” di Stezzano, Oriocenter e “La Corte Lombarda” di Bellinzago Lombardo, ci spiega di cosa si tratta e come si può intervenire.  

Che cosa sono

I polipi dell'utero sono neoformazioni benigne molto frequenti. Possono riguardare donne di ogni età in quanto possono svilupparsi sia durante il periodo fertile, sia dopo la menopausa, anche se raramente. 

Si tratta di escrescenze soffici generalmente peduncolate che crescono dal rivestimento della cervice o dalla  mucosa della cavità uterina (endometrio) e aderiscono alla parete interna dell'utero. 

Le loro dimensioni possono variare da pochi millimetri ad alcuni centimetri. Possono presentarsi singolarmente, in coppia oppure formare aggregati complessi costituiti da molti polipi di piccole dimensioni. 

Le tipologie dei polipi uterini

In base alla loro modalità di ancoraggio alla parete dell'utero i polipi vengono classificati in:

  • polipi uterini peduncolati che sono fissati alla mucosa uterina mediante un peduncolo. Di solito queste formazioni rimangono confinate all'interno dell'utero. In alcuni casi, anche se raramente, possono raggiungere la vagina;

  • polipi uterini sessili che invece sono ancorati alla mucosa uterina con tutta la loro base e, non essendo peduncolati, non possono sporgere in vagina.

Cause e fattori di rischio

Le cause dello sviluppo dei polipi uterini non sono state ancora identificate. Esistono però alcuni fattori di rischio che sembrano contribuire alla loro formazione. Primi tra tutti sono gli estrogeni. Infatti, è più probabile che i polipi si verifichino nelle donne con squilibri ormonali.

Un altro fattore d’incidenza è l’età. In particolare, si è registrato che l’insorgenza maggiore è concentrata prima e dopo la menopausa, quindi tra i 40 e i 60 anni. 

A favorire la comparsa di queste neoformazioni c’è anche il Tamoxifene, un ormone sintetico usato per il trattamento del il cancro al seno. 

Studi hanno dimostrato la sua debole azione stimolante sulla mucosa che copre l'interno della cavità uterina. La diagnosi tempestiva in questi casi è più semplice, in quanto tutte le donne sottoposte a trattamento per il carcinoma mammario sono sottoposte a esami ginecologici annuali. 

La comparsa di polipi è più frequente anche nelle donne affette da obesità, ovvero con un indice di massa corporea (BMI) superiore a 29. 

Inoltre, sono comuni in chi soffre di ipertensione arteriosa. Infine, anche la terapia ormonale sostitutiva (TOS) sembrerebbe essere un fattore di rischio. Tuttavia questa correlazione non è stata dimostrata in modo certo.  

I sintomi 

La stragrande maggioranza dei polipi uterini è asintomatica. Per questo motivo è frequente che la diagnosi avvenga durante un controllo ginecologico di routine o mentre si effettua il  pap test. 

Quando sintomatici invece i polipi possono arrivare a causare diversi disagi. Possono infatti manifestarsi con mestruazioni dolorose (dismenorrea), accompagnate da forti crampi addominali, e flusso molto abbondante. 

Una perdita di sangue copiosa nel 25% dei pazienti può infatti essere sintomo di presenza di un polipo endometriale. Frequenti sono anche le piccole perdite intermestruali, il cosiddetto spotting. 

In caso di polipi uterini è possibile che si manifesti sanguinamento durante o dopo il rapporto sessuale. Questo sintomo è tipico dei polipi situati nella cervice e che appaiono verso la vagina. 

È raro invece che un polipo causi dolore, ma se di grosse dimensioni e tendente a fuoriuscire dall'utero, può generare fastidi o piccole contrazioni. 

Polipi uterini e gravidanza

La presenza di un polipo può incidere, ma in maniera del tutto eccezionale, sulla possibilità di rimanere incinta o di abortire. 

Questo perché la loro formazione può ostacolare meccanicamente l'impianto dell'embrione. In questi casi, sarà lo specialista a valutare dopo attenta analisi se intervenire  per rimuoverli, liberare la cavità uterina e migliorare la possibilità della nidificazione dell'embrione. 

In generale, la presenza di polipi uterini non deve essere considerata motivo di preoccupazione poiché solo raramente vanno incontro a malignità e quindi non vengono rimossi. In alcuni casi possono anche regredire spontaneamente.   

Come riconoscerli e quali sono gli strumenti per la diagnosi 

La visita ginecologica con ecografia transvaginale è il principale metodo di diagnosi dei polipi uterini.  Questa indagine permette infatti di riscontrare l’eventuale presenza di queste escrescenze sulla parete uterina. 

A volte si può effettuare un test chiamato isterosonografia che consiste nell'eseguire un'ecografia dopo aver disteso la cavità uterina con soluzione fisiologica, per facilitare così la valutazione dell'endometrio.

È molto utile nella diagnosi dei polipi endometriali, in quanto consente di vedere perfettamente il polipo "fluttuante" all'interno dell'utero. 

Infine, la presenza di eventuali escrescenze è confermata con l’isteroscopia. Si tratta di un esame che consiste nell'introduzione di una microscopica telecamera attraverso la vagina e la cervice, al fine di visualizzare direttamente qualsiasi anomalia nella cavità uterina. 

L'isteroscopia consente inoltre la biopsia del polipo e, se necessaria, la sua rimozione. I polipi endometriali sono generalmente benigni, ma poiché una minima percentuale può essere correlata all'insorgenza del cancro, la loro analisi istologica è essenziale. 

L’esito dell’esame condiziona inoltre la successiva procedura di trattamento.

La prevenzione

È molto difficile stabilire misure preventive contro la comparsa di polipi uterini, poiché non è noto quali siano le cause esatte della loro formazione. In caso si riscontri la presenza di uno o più fattori di rischio, è consigliabile sottoporsi periodicamente a visite ginecologiche, preferibilmente associate all’esecuzione dell’ecografia transvaginale. 

In questo modo è possibile diagnosticare precocemente, controllare nel tempo la presenza di polipi uterini ed intervenire nell’eventualità si presentasse la necessità di trattamento.

 

Cura e Prevenzione