Coxalgia: che cos’è e in cosa consiste l’intervento per risolverla

PUBBLICATO IL 22 GENNAIO 2020

Un dolore cronico all’anca può essere sintomo di coxalgia. L’esperto spiega di cosa si tratta e come intervenire.

La coxalgia può essere risolta con un intervento chirurgico dedicato. La chirurgia moderna offre oggi l’opportunità di ricorrere a programmi terapeutici che hanno notevolmente abbreviato i tempi di recupero e di riabilitazione e che garantiscono un approccio decisamente meno invasivo rispetto al passato.

Ce ne parla il Dott. Giovanni Bonaspetti, Responsabile dell’U.O. di Ortopedia e Traumatologia sez. II dell’Istituto Clinico S. Anna.

Il dolore all’anca

Il dolore all’anca può essere provocato da molteplici fattori sia in età adulta, sia in età pediatrica, ma nella maggior parte dei casi giocano un ruolo chiave l’artrosi e i traumi di origine sportiva o posturale.

“La problematica della coxalgia – approfondisce il Dott. Giovanni Bonaspetti - non ha oggi un’incidenza maggiore rispetto a quella calcolata in passato.

Quel che invece è cambiato e sta ancora cambiando sono le relative tecniche di trattamento e di chirurgia, posto naturalmente che il dolore può avere diverse cause ed essere la spia di problemi diversi fra gli adulti e i bambini”.

Le cause nei bambini e negli adulti

“I principali fattori di rischio nei bambini - prosegue lo specialista - sono i problemi di tipo vascolare del nucleo di accrescimento della testa del femore, in primis.

A seguire, le infezioni dell’articolazione, discretamente frequenti, e suscettibili di un trattamento per via antibiotica o con un intervento di lavaggio del materiale purulento dall’articolazione”.

In età più avanzata, invece, una delle più frequenti cause di dolore all’anca è l’artrosi.

La coxalgia di natura artrosica: come riconoscerla

“L’artrosi – illustra il medico - provoca dolori diffusi che, a partire in modo particolare dall’inguine o dal gluteo, tendono ad irradiarsi in direzione del ginocchio.

Non di rado, per questo, si confonde questa forma di dolore irraggiato tramite il nervo otturatorio con quello del ginocchio.

Una delle tipicità della coxalgia di origine artrosica è il fatto di essere un dolore meccanico e che aumenta di pari passo con l’utilizzo dell’articolazione stessa, riducendosi invece quando si è in condizione di riposo.

Al contrario, un acutizzarsi del dolore al momento del riposo è generalmente l’indicatore di un dolore neuropatico”.

L’intervento chirurgico

Quando un intervento risulta inevitabile, le strade percorribili sono differenti, come spiega il dottore:  

“Al centro ci sono sempre l’impianto di una protesi, ossia la sostituzione chirurgica della testa del femore e dell’acetabolo.

L’accesso postero-laterale e l’accesso anteriore sono i più utilizzati per la protesi dell’anca per una ragione precisa: si tratta di accessi cosiddetti mininvasivi, praticati senza recidere né i muscoli, né i tendini, ma passandovi attraverso.

Si tratta di interventi certamente complicati e delicati che richiedono un’attenzione estrema ma, al tempo stesso, sono gli accessi prediletti perché consentono di tornare a camminare poche ore dopo l’intervento”.

 

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