Per sconfiggere il coronavirus, grande organizzazione e nessun terrorismo psicologico
PUBBLICATO IL 27 FEBBRAIO 2020
Il professor Clementi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ospite della trasmissione Porta a Porta, ha spiegato le caratteristiche del virus e come combatterlo.
A sconfiggere la COVID-19 (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno di cui si è manifestata) sarà il grande lavoro di organizzazione sul territorio e all’interno degli ospedali, che è già in corso.
A spiegarlo il professor Massimo Clementi, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele, che mercoledì 26 Febbraio è stato ospite di Bruno Vespa alla trasmissione “Porta a Porta” su Rai 1 in una puntata dedicata al Coronavirus.
L’intervento del professore è stato, inoltre, l’occasione per chiarire alcune caratteristiche biologiche del nuovo coronavirus “Sars-Cov-2” e specificare similitudini e differenze rispetto alle influenze stagionali.
Una situazione in divenire
Data la sua capacità di diffondersi rapidamente e il basso tasso di letalità, il nuovo coronavirus sta causando epidemie in diverse parti del mondo (come in Italia e in Corea del Sud) con dinamiche di trasmissione e di contagio di difficile interpretazione, che non consentono quindi di predire con certezza possibili scenari futuri.
L’Italia, secondo il Ministero della Salute, alle ore 18.00 del 27 febbraio 2020, conta 650 persone colpite da Covid-19 (provenienti soprattutto da Lombardia e Veneto), con 17 decessi e 45 guariti. Ed è verosimile che nel nostro Paese si sia già alla terza generazione di casi.
“Questi numeri non devono creare allarmismi, ma farci riflettere sulle caratteristiche del virus e sulle possibili modalità di contenimento dell’epidemia” spiega il professor Clementi.
Similitudini e differenze con l'influenza
La Covid-19 si sta diffondendo così facilmente proprio perché i sintomi iniziali con cui si manifesta sembrano simili a quelli dell’influenza stagionale, e capita che siano talmente leggeri da non accorgersene. Proprio come accade per l’influenza, la via primaria di contagio sono le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio quando starnutiscono o tossiscono, o i contatti diretti personali, toccando con le mani contaminate la bocca, il naso e gli occhi.
I sintomi si somigliano anche per quanto riguarda i casi gravi, ma il nuovo coronavirus sembra assumere conseguenze pericolose in una percentuale più elevata di casi.
“C’è una grande differenza però tra influenza e coronavirus. Se da una parte l’influenza è una malattia stagionale che solo occasionalmente origina pandemie e nei confronti della quale abbiamo vaccini e farmaci disponibili; le infezioni da coronavirus sono molto diverse fra loro e non è possibile fare comparazioni epidemiologiche, cliniche e virologiche” precisa Clementi.
I coronavirus che sono passati dagli animali all’uomo sono al momento, infatti, di sette tipi (tra cui il Sars-Cov-19): generalmente portano sintomi lievi – come i raffreddori –, ma nel caso della COVID-19, della Sars e della Mers possono causare anche gravi problemi respiratori.
Come affrontarlo: grande organizzazione e nessun terrorismo psicologico
Stando ai dati attuali, è ormai accertato che l’epidemia di COVID-19 si è diffusa e si diffonderà in sempre più paesi. “In Cina al momento i casi sono in diminuzione, e ci auguriamo che abbiamo un andamento simile anche da noi. Ed è con questa premessa che dobbiamo affrontare la nuova epidemia: grande organizzazione nel territorio e negli ospedali, attenzione ai nuovi casi, ma niente terrorismo psicologico” afferma il prof Clementi.
È possibile rivedere la puntata e l’intervento sul sito RaiPlay cliccando qui.