I capricci dei bambini: come prevenirli e affrontarli

PUBBLICATO IL 05 AGOSTO 2020

Tutti li chiamano capricci. Ma esistono? Cosa sono davvero? Ecco alcune strategie per affrontarli al meglio, senza farsi sopraffare da rabbia e urla. I consigli de La Zucca Felice.

I 18 mesi rappresentano un’età cruciale, perché questa è proprio la fase evolutiva in cui i bambini cercano di affermare sé stessi ed autodeterminarsi, desiderano sentirsi e sperimentarsi “indipendenti” e capaci. È proprio nel momento in cui si scontrano con i limiti dettati dall’adulto e le piccole frustrazioni, che si innescano i cosiddetti capricci. 

Pianti, urla, calci: la maggior parte delle volte, queste reazioni hanno una ragione che resta inespressa. Per questo ci sembra importante valorizzare il compito dell’adulto che deve saper rileggere in chiave empatica il comportamento del bambino, senza perdere il controllo, per aiutarlo a esprimere i propri bisogni e disappunti. Aiutano a farlo con i loro suggerimenti gli esperti dell’Asilo Nido La Zucca Felice. 

Cosa sono i capricci

I capricci sono un modo di comunicare dei bambini che reclamano un bisogno non soddisfatto di aiuto, di attenzione, che segnalano paura o fatica a tollerare le regole imposte dagli adulti. Ed è così che hanno reazioni che ci appaiono il più delle volte spropositate e apparentemente senza motivo, ma caratterizzate da intense emozioni, che possono sfociare a volte in vere e proprie crisi di rabbia

È importante quindi riconoscere i bisogni che sottostanno a questi comportamenti, dare un nome alle emozioni che provano i bambini ed accompagnarli a riconoscerle e gestirle. In che modo?

Come evitarli

Il primo passo può essere quello di utilizzare dei piccoli accorgimenti quotidiani che possono aiutarci a ridurre le esplosioni di rabbia dei bambini, anticipando le loro richieste di attenzioni. Questi accorgimenti possono aiutare a limitare le richieste dei bambini, ma dobbiamo ricordare che le crisi di rabbia sono una fase del loro percorso di crescita. 

Esse svaniscono quando il bambino, crescendo e con l’aiuto dei genitori e degli educatori, acquisisce nuove modalità per esternare i suoi bisogni, riconosce le sue emozioni e sviluppa una maggior competenza verbale, sociale, cognitiva.

Vediamo quali accorgimenti adottare in attesa che si risolvano

Avere dei momenti di ritualità dedicati a ciascun bambino. 

Soprattutto in presenza di fratelli o sorelle, potrebbe esserci gelosia e desiderio di avere il genitore tutto per sé. Può essere quindi significativo per il bambino avere del tempo di qualità in maniera esclusiva con i propri genitori. In questo modo il genitore riesce anche a valorizzare gli interessi e le inclinazioni del bambino, rafforzando la relazione.  

Lasciare scegliere al bambino quando è possibile 

Un modo per aiutarlo a gestire la frustrazione del “no” o del divieto è fornirgli un’alternativa. Il bambino non potrà scegliere se indossare le scarpe per uscire, ma potrà decidere se indossare quelle gialle o quelle blu. È sempre il genitore che stabilisce la cornice nella quale il bambino può svolgere determinate scelte, ma in questo modo si risponde al bisogno di autonomia ed autodeterminazione, delimitando le scelte.

Dare poche regole, ma semplici e chiare

E’ necessario motivare sempre al bambino perché una cosa può essere fatta o meno, questo lo farà sentire parte attiva della relazione. 

Come gestirli

Come qualsiasi altro tipo di apprendimento, anche il riconoscimento e la gestione delle emozioni richiede tempo, attenzione, diversi tentativi ed errori. Basti pensare come anche noi adulti talvolta non riusciamo a mantenere la calma e perdiamo la pazienza facendoci sopraffare dalla rabbia. 

I bambini, nello stesso modo, reagiscono ad emozioni che sentono “dentro”, ma che riconoscono come un qualcosa di ingestibile e reagiscono in maniera istintiva e di difesa: urlano, piangono, si buttano per terra o persino si rivolgono con comportamenti aggressivi nei confronti di altri bambini o degli adulti stessi. Consapevoli di questo, quindi, come affrontare al meglio episodi di rabbia? Ecco alcuni suggerimenti: 

Mantenere la calma e aiutarlo a calmarsi  

Il bambino ha bisogno di aiuto nell’essere calmato e non sgridato o giudicato. Per un bambino è importante sentirsi capito dall’adulto. È bene quindi verbalizzare lo stato emotivo del bambino, ad esempio: “So che sei molto triste perché vorresti ancora giocare con il tuo amico, ma è tardi, il papà ci aspetta per cenare.” Per questo stesso motivo se il bambino fosse molto agitato una strategia potrebbe essere quella di sedersi accanto a lui e fermarsi, parlargli e avvolgerlo in un abbraccio in cui sente la presenza dell’adulto.

Legittimare le sue emozioni, non  il comportamento

Riconoscere le emozioni dei bambini non significa accettare qualsiasi comportamento che venga messo in atto, al contrario significa riconoscere che la sua emozione è legittima, ma il comportamento può non esserlo. Questo significa che potremo e dovremo accettare che nostro figlio si possa arrabbiare per qualcosa che per noi può avere poca importanza, ma non potremo legittimare una reazione aggressiva nei nostri confronti come reazione di non accettazione a quella situazione. 

Esserci e fare sentire che la relazione non è in discussione

l bambini non devono aver paura e timore della figura genitoriale, al contrario devono poter sentire di essere al sicuro per poter chiedere aiuto in situazioni di difficoltà. È quindi fondamentale non arrabbiarsi o minacciare il bambino durante una crisi di rabbia. L’adulto ha il difficile compito di dimostrare che anche in situazioni di difficoltà o di rabbia la relazione col bambino non viene messa in discussione, ma al contrario, che l’adulto accetta, riconosce e affronta le emozioni, positive e negative. 

Rileggere l’episodio insieme

Solo una volta che il bambino si sarà calmato sarà opportuno riprendere l’accaduto. È fondamentale infatti sostenere e accompagnare il bambino oltre che nella comprensione, anche nella rilettura delle emozioni. È importante aiutarlo ad individuare modalità alternative per gestire le sue emozioni al “buttarsi per terra, mordere l’amico o picchiare la mamma”: “Se vuoi puoi mordere questa mela o lanciare questo pallone…”

L’importanza di sbagliare: sbagliare si può, anzi, si deve! 

L’adulto resta un esempio anche nello sbaglio. Quando l’adulto sbaglia ed è capace di rimediare all’errore insegna un aspetto importante per la crescita del proprio figlio: tutti possono sbagliare, riconoscere l’errore e chiedere scusa. 

Già Donald Winnicott, pediatra e psicanalista inglese, negli anni ‘70, parlava dell’importanza di una madre sufficientemente buona e non perfetta. Possiamo quindi ampliare il concetto ad oggi parlando di genitori sufficientemente buoni e non perfetti, come miglior esempio, anche nello sbaglio.

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