Diagnosi del Carcinoma della prostata con Biopsia Fusion

PUBBLICATO IL 20 MARZO 2019

Diagnosticare malattie aggressive come un carcinoma non è semplice: da una parte non si vorrebbe sottoporre il paziente ad esami strumentali troppo invasivi o a procedure diagnostiche inutili ma dall’altra parte, è corretto investigare possibili neoplasie a volte, aimè, silenti e non dolorose. Questa tecnica, non dolorosa e molto efficace, ci consente di ottenere ottimi risultati e di fare diagnosi in modo preciso.

“La risonanza magnetica multiparametrica della prostata, spiega il dr Choussoss urologo dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano costituisce, la migliore metodica di tipo radiologico sia nel tratteggiare l’anatomia della prostata e dei tessuti limitrofi sia nell’individuare o localizzare una o più zone sospette nell’ambito della prostata. Dopo essere stata eseguita la fusione di immagini, l’urologo può mirare il prelievo nella lesione e massimizzare la probabilità di successo dell’esame. I prelievi bioptici risulteranno perfettamente centrati all’interno delle zone sospette, identificate dalla RMN mp. I risultati ottenuti in termini di accuratezza diagnostica sono così elevati, che alcuni protocolli di biopsia prostatica prevedono di eseguire i prelievi solo nelle aree sospette individuate dalla RM Multiparametrica. Ciò comporta una netta riduzione del numero delle biopsie, con indiscutibili benefici per i pazienti.”

In sostanza, quali i vantaggi della biopsia fusion?

“Minor numero di risultati falsamente negativi; maggiore possibilità di identificare neoplasie clinicamente significative; migliore definizione dell’estensione della neoplasia, cosi da determinare la tipologia di trattamento più consono; i pazienti che sono portatori di neoplasie prostatiche scarsamente aggressive, in alternativa al trattamento, verranno seguiti attraverso un percorso di controllo attivo.”

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