A cielo aperto o mininvasiva: le due opzioni chirurgiche per la cura dell’alluce valgo
PUBBLICATO IL 18 LUGLIO 2019
L’intervento chirurgico rimane l’unico reale trattamento nel caso di alluce valgo: può prevedere diversi tempi accessori a seconda della gravità del valgismo e della sintomatologia e molteplici sono le tecniche a cui il chirurgo può ricorrere.
Riprendendo l’ultimo post proposto, concludiamo l’approfondimento dedicato all’alluce valgo chiedendo al Dott. Christian Jager, Responsabile dell’U.O. di Ortopedia e Traumatologia sez. II, quali sono le tecniche chirurgiche più indicate per la cura di questo disturbo. “Le tecniche chirurgiche attualmente più utilizzate si dividono in due categorie: interventi “a cielo aperto” e interventi “mini-invasivi”. Spetta al chirurgo ortopedico, di concerto al paziente, decidere il tipo di intervento in base alla gravità della patologia, dell’età della persona e delle richieste funzionali. Fra le tecniche tradizionali a cielo aperto la più utilizzata presso la nostra unità operativa è quella di Austin, mentre fra quelle mini-invasive è quella di Boesch. Normalmente l’intervento viene eseguito in regime di day hospital in seguito al quale viene prescritto l’utilizzo di una calzatura particolare con la quale il paziente può camminare caricando sul tallone. La durata della convalescenza varia a seconda della tecnica chirurgica adottata: abitualmente si eseguono medicazioni periodiche e un controllo radiografico e clinico dopo 30-40 giorni per poi concedere il carico podalico completo utilizzando inizialmente scarpe comode a punta larga e associando della fisioterapia per il recupero articolare, muscolare e propriocettivo della deambulazione. Dopo 6-8 settimane si può riprendere a guidare l’auto e intraprendere attività sportive leggere come ballo e corsa”.