Angioplastica coronarica, quando è consigliata

PUBBLICATO IL 04 DICEMBRE 2019

*(Pagina aggiornata il 12 aprile 2023)

In casi di cardiopatia ischemica, l’intervento di angioplastica coronarica è preferito al tradizionale by-pass perché meno invasivo, con tempi di ricovero più breve e minori rischi di complicanze. Lo specialista spiega in quali casi e quando.

La cardiopatia ischemica o ischemia miocardica è una patologia riconducibile a molteplici fattori che si verifica quando, nel muscolo cardiaco, si determina un insufficiente apporto di sangue ed ossigeno. Una situazione clinica che non solo mette a rischio il corretto funzionamento del cuore, ma produce anche una sua significativa sofferenza.

Quando la terapia farmacologica non consente di ottenere un miglioramento della situazione clinica, l’angioplastica coronarica, divenuta negli anni il trattamento di prima scelta a discapito del by-pass, è inevitabile.

“In passato chi soffriva di cardiopatia ischemica doveva essere sottoposto ad un by-pass chirurgico – spiega il Dott. Delio Tedeschi, Responsabile del servizio di Emodinamica dell’Istituto Clinico S. Anna -. Negli ultimi anni, però, grazie al miglioramento della tecnologia, l’intervento mini-invasivo di angioplastica coronarica è divenuto di prima scelta nella terapia della maggior parte dei casi”.

 

I fattori predisponenti

“Diversi fattori possono causare l’insorgere di questa patologia, uno dei più comuni è l’aterosclerosi, ovvero l’alterazione delle pareti dei vasi sanguigni causata dalla formazione di placche lipidiche, tessuto cicatriziale o cellule infiammatorie, con una conseguente riduzione della capacità dei vasi. Condizione favorita da ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, diabete, stress, vita sedentaria, obesità, fumo e predisposizione genetica”.

 

I motivi per i quali preferire l’angioplastica coronarica 

“L’angioplastica - continua lo specialista - è una valida alternativa per risolvere occlusioni precoci e anche totali delle coronarie, per operare pazienti anziani o quelli affetti da patologie concomitanti”.

In cosa consiste l’intervento?

“L’angioplastica coronarica, effettuata in corso di angiografia, prevede l’inserimento di un piccolo palloncino all’interno della coronaria. Un catetere viene portato attraverso l’arteria radiale femorale fino all’origine della stenosi coronarica (il punto di restringimento dell’arteria) dove il palloncino viene gonfiato. In questo modo si rompe l’accumulo delle cellule che avevano creato la stenosi ed il flusso sanguigno migliora fino a normalizzarsi. Nella maggior parte dei casi viene anche inserito uno stent, ovvero una piccola rete di metallo, per sostenere la parete arteriosa allargata, aiutando così l’ottimizzazione del risultato dell’intervento”.

 

Tempi di degenza e mortalità

“Grazie alle nuove tecniche chirurgiche che si sono via via affinate negli anni - conclude il Dott. Tedeschi - la mortalità per questo tipo di intervento è scesa sotto l’1%. I tempi di degenza sono estremamente brevi, di solito un paio di giorni, in virtù del basso rischio di complicanze”.

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