Cosa fare in caso di perdita di coscienza?

PUBBLICATO IL 07 AGOSTO 2019

“La perdita di coscienza - spiega il dottor Andrea Schiraldi, responsabile del Pronto Soccorso all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio - è sicuramente il segno clinico che più spaventa perché il paziente sembra morto. È necessario, quindi, distinguere tra la lipotimia cioè la graduale perdita di coscienza con conseguente accasciamento al suolo e la sincope, cioè la perdita di coscienza istantanea. La distinzione va fatta perché generalmente la lipotimia ha un’origine più benigna, spesso legata al caldo, alla disidratazione, a un’emozione forte per cui il paziente si sente svenire. La sincope, invece, può avere origini più serie come problematiche cardiologiche, neurologiche o iatrogene, cioè determinate da alcune terapie che assume”. 
“9 volte su 10 se il problema è la pressione - continua - il paziente se sdraiato recupera la coscienza che, quando viene meno, può essere associata al rilascio degli sfinteri a causa della perdita del controllo su tutta la muscolatura volontaria. In questi casi, occorrerebbe farlo sdraiare per favorire la perfusione del cervello. Al contrario, se il paziente fosse messo a sedere sarebbe più complicata la ripresa, soprattutto se la pressione del sangue è molto bassa. Se però una volta che il paziente viene sdraiato, non dovesse riprendere coscienza, sarebbe ottimo ricorrere alla posizione laterale di sicurezza, cioè sul fianco, flettendogli una gamba e il braccio che sta sotto, a 90 gradi rispetto all’asse del corpo, questo per evitare che rotoli e si ritrovi a pancia in giù. È fondamentale, a questo proposito, garantire la pervietà delle vie aeree voltando il viso del paziente verso il suolo, per evitare che la lingua rilassata scivoli verso l’indietro andando a occludere la glottide. Molte volte, se il paziente è a stomaco pieno può succedere che vomiti senza però averne il riflesso, a causa dell’incoscienza, per questo sarebbe meglio metterlo in posizione laterale e chiamare il 112”. 
“Se in presenza di problemi cardiologici o diabetologici non ci fosse ad esempio la possibilità di misurare la glicemia al dito - conclude Schiraldi - recarsi immediatamente in Pronto Soccorso rappresenterebbe la soluzione migliore, con la possibilità di sottoporsi a ECG e a esami del sangue. La posizione laterale di sicurezza è sconsigliata a pazienti che hanno subito un grande trauma, perché si rischia di compromettere maggiormente il quadro clinico”.

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