Protesi d’anca, l’importanza di rivolgersi a un buon professionista

PUBBLICATO IL 06 MARZO 2017

“L’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità - spiega il dottor Nicola Ursino, responsabile dell'U.O. di Chirurgia Articolare Sostitutiva e Chirurgia Ortopedica (C.A.S.C.O.) all'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - ha definito la protesi d’anca come l’intervento più di successo dell’ultimo secolo. I pazienti che si sottopongono a questo tipo di intervento, sono pazienti che hanno una disabilità importante e che - una volta operati - tornano tranquillamente alla propria quotidianità con un impatto importante sulla qualità della propria vita”.

“La protesizzazione d’anca - continua - è diventata una procedura talmente popolare da diffondersi in quasi tutte le strutture ospedaliere. Ma, dunque, qual è la differenza – per un paziente - nel rivolgersi a un centro di riferimento piuttosto che andare nell’ospedale più vicino alla propria abitazione?

La risposta la si trova anche all’interno dei casi più semplici e non solo nei casi più complessi, come solitamente si pensa. Rivolgersi a un professionista che ha una consuetudine a elevati volumi, significa una maggior garanzia di precisione dell’impianto protesico, una maggiore attenzione ai dettagli, un’équipe più coordinata che lavora insieme per controllare meglio il dolore del paziente, un’équipe infermieristica migliore perché gestisce meglio la sala operatoria e il post intervento, con il risultato di un recupero più veloce del paziente e un rischio più basso di fallimento dell’impianto”.

“L’unico problema - conclude il dott. Ursino - che si può avere nella protesi d’anca, anche se raro, è appunto il fallimento il cui rischio si riduce progressivamente rivolgendosi a un chirurgo specializzato e che opera a elevato volume (almeno 500 interventi di protesi all’anno)”.

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