Fibromialgia: facciamo chiarezza

PUBBLICATO IL 31 LUGLIO 2017

La fibromialgia - spiega il dottor Matteo Longhi, responsabile dell’U.O. di Reumatologia all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - è un disturbo caratterizzato da una sintomatologia dolorosa cronica che colpisce i muscoli e le giunzioni muscolo-tendinee dove cioè i muscoli e i tendini si inseriscono nelle ossa. Questi 18 punti, detti tender points, se premuti, provocano nel soggetto un dolore molto più vivo rispetto al normale alterandone così la percezione; in questi pazienti, il solo sfioramento cutaneo o toccamento di un muscolo genera dolore. L’iperalgesia (dolore spropositato rispetto allo stimolo) e allodinia (dolore per uno stimolo innocuo) sono tipiche ed indicative di un disturbo della percezione del dolore. A questo proposito, sono stati effettuati degli studi sperimentali di Risonanza magnetica funzionale in cui si osserva come, in queste persone, si instauri in realtà proprio un’alterata percezione del dolore nei centri cerebrali di elaborazione dello stimolo doloroso”.

“Le cause della malattia non sono note - continua - anche se sono state fatte diverse ipotesi, sia sui meccanismi centrali di percezione del dolore, che sui neuromediatori e sul sonno. Quel che è certo è che l’assetto psichico, la tendenza del paziente a incamerare lo stress e il non riuscire a gestirlo, possono contribuire nello scatenare ed accentuare i disturbi.

La malattia è molto più frequente nelle donne soprattutto in quelle giovani, quindi dalla post adolescenza alle giovani adulte. Gli uomini, quando colpiti, sono i soggetti più difficili. Il paziente fibromialgico è un paziente che vive male il quotidiano perché si alza già dolorante, dorme male durante la notte, è stanco già a inizio giornata e questa stanchezza è già accentuata rispetto a quello che fa durante la giornata. Questo è abbastanza intuitivo se si pensa che il muscolo del paziente fibromialgico è sempre in uno stato di contrattura più marcato rispetto al normale e, soprattutto, durante la notte in cui le fasi del sonno sono discontinue, manca quella fase di rilassamento muscolare completo. Il paziente fibromialgico va quindi educato a capire qual è il proprio disturbo, invitandolo a non sottoporsi inutilmente a troppe visite, persando di avere più malattie diverse; capita spesso che questi pazienti abbiano consultato specialisti di diverse branche senza avere una diagnosi definitiva.

È un disturbo funzionale, molto impegnativo per il quotidiano ma occorre rassicurare il paziente e renderlo confidente con la malattia. In questi casi, non esiste un farmaco specifico che possa risolvere definitivamente il problema, anzi, è necessario lavorare molto su più aspetti: decontrazione del muscolo,  gestione dello stress trattandoli, parallelamente, sia da un punto di vista farmacologico, sia da un punto di vista fisiokinesico . Anche un supporto psicologico è utile e consigliato nella cura di questa patologia, soprattutto se un disturbo di tipo ansioso-depressivo o altri specifici disturbi psichici sono presenti e rilevanti, ma anche per la gestione delle condizioni stressanti che sostengono la malattia e contemporaneamente la peggiorano e che hanno reso questa patologia estremamente frequente.

Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, esistono medicinali molto utili che, ad esempio, vanno a interferire con il dolore neurologico (come il Pregabalin o il Gabapentin), oppure quelli con funzione decontratturante oppure i miorilassanti centrali o periferici. In casi particolari, si arriva a utilizzare antidepressivi proprio perché si è riscontrato come, in questi pazienti, il dolore cronico degeneri in una situazione di depressione già latente a causa di questo tipo di malattia”.

“Non esistono né esami strumentali né esami biochimici (di laboratorio) in grado di dare una diagnosi certa - conclude il dott. Longhi - perché essa è di tipo clinico: solamente visitando il paziente, facendo cioè l’anamnesi ed escludendo anche altre malattie che possano mimare la fibromialgia, e naturalmente individuando i cosiddetti tender points (almeno 11 su 18) ed i sintomi di accompagnamento (astenia, disturbi del sonno, sindrome del colon irritabile, bruxismo, etc…) si può avere quadro definito. Il percorso di guarigione non è breve; pertanto bisogna metterci impegno per avere significativi miglioramenti”. 

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