Alluce valgo: come intervenire chirurgicamente?

PUBBLICATO IL 25 GIUGNO 2019

“Per quanto riguarda il trattamento dell’alluce valgo - spiega il dottor Umberto Alfieri Montrasio, responsabile dell’Unità Specialistica Piede e Caviglia (U.S.P.eC.) all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - si accenna alla terapia ortesica con plantare o siliconi digitali, al monitoraggio nel tempo della paziente e all’indicazione chirurgica. Esistono, a questo proposito, tre diversi tipi di intervento: tradizionale, mininvasivo e percutaneo”.

“Il tradizionale - continua - consiste in un’osteotomia, previa incisione chirurgica non particolarmente estesa, al fine di riallineare la deformità digitale, con l’utilizzo di una o più viti a seconda che si intervenga sul primo metatarsale o anche la falange basale dell’alluce (ed eventualmente sulle dita laterali). È un intervento che viene effettuato in day hospital, in anestesia loco-regionale - dal ginocchio in giù o dalla caviglia in giù - per cui il paziente è sveglio e non ha un decorso così doloroso come di solito si pensa. Nel primo periodo post operatorio, il paziente deve attenersi a uno stile di vita di riposo con il piede alto e la borsa del ghiaccio e con la raccomandazione di non stare in piedi tante ore consecutive. In questo modo, sarà perfettamente in grado di camminare: lascerà, infatti, l’ospedale in autonomia, con l’ausilio di due stampelle e soprattutto con una scarpa ortopedica che gli permetterà, per un mese, di avere una propria libertà di movimento. La rimozione dei punti avviene solitamente dopo circa due settimane; le medicazioni sono molto semplici e può farle autonomamente una volta ogni due giorni.

Dopo 4 settimane, si sottoporrà a una radiografia post operatoria e farà una visita di controllo dall’ortopedico che solitamente gli consiglierà di abbandonare la scarpa ortopedica sostituendola con una calzatura normale comoda. Nella fase riabilitativa, il soggetto potrà praticare attività fisica come cyclette ed eventualmente piscina. Il mininvasivo consiste in un’incisione più circoscritta rispetto a quella tradizionale e in un’osteotomia del primo metatarsale e/o della falange basale dell’alluce simile a quella che si opera con la chirurgia tradizionale. Questa situazione viene stabilizzata con un filo metallico che fuoriesce dall’alluce e necessita dell’utilizzo di una scarpa ortopedica con stampelle, osservando le stesse indicazioni della chirurgia tradizionale. La ferita va medicata almeno una volta alla settimana, in ospedale o nello studio del proprio medico curante”.

“Il percutaneo - conclude il dott. Alfieri Montrasio - consiste nella creazione di piccoli fori attraverso i quali vengono introdotti strumenti dedicati (piccole frese) che hanno il compito di tagliare la cosiddetta cipolla per poi attuare, anche in questo caso, delle osteotomie che vengono lasciate libere. La correzione, quindi, è affidata, oltre che al gesto chirurgico, anche al bendaggio il quale deve essere eseguito in maniera assolutamente appropriata e seriata, in tempi ravvicinati. Anche in questo caso, il paziente utilizzerà una scarpa ortopedica come nelle altre due tecniche e potrà avere un’autonomia di un certo livello”. 

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