La rottura della cuffia dei rotatori

PUBBLICATO IL 12 APRILE 2017

La cuffia dei rotatori è un insieme di quattro tendini che ricoprono la testa dell'omero e la loro funzione consiste principalmente nell'elevazione ed extrarotazione del braccio. Come ci ha spiegato il Dott. Christian Jager, Responsabile dell’U.O. di Ortopedia e Traumatologia sez. II dell’Istituto Clinico San Rocco, “la rottura o lesione di questi tendini può essere conseguenza di traumatismi più o meno violenti (contusioni, distorsioni, lussazioni ecc.), oppure di "microtraumatismi" come certe attività lavorative e/o sportive.

La diagnosi viene normalmente formulata, dopo un accurato esame clinico, con accertamenti radiografici ed ecografici. Solo qualora sussistessero ulteriori dubbi sulla diagnosi si effettua anche una risonanza magnetica nucleare”. 

L'intervento chirurgico che, come ci ha spiegato il Dott. Jager, “può essere eseguito con tecnica "aperta" con un piccolo taglio, oppure con tecnica "chiusa" in artroscopia. Sarà il medico chirurgo a consigliare il tipo di intervento più adatto in base alla lesione ed alla propria esperienza operatoria. In linea di massima si può affermare che non ci sono grosse differenze fra una tecnica chirurgica e l'altra per quanto riguarda i tempi di recupero post-operatorio”.

Solitamente in quanto si guarisce?

“In rapporto alla gravità della lesione la guarigione può richiedere anche fino a sei mesi. L'obiettivo finale è il recupero funzionale completo ed il reinserimento del paziente in ambito familiare e lavorativo. Si mantiene normalmente un tutore ortopedico con l'arto operato in abduzione, cioè con un cuscino che tiene il braccio distante dal torace per ridurre la tensione sui tendini riparati, per circa trenta giorni. Dopo quindici giorni, cioè dopo avere rimosso i punti di sutura, si inizia la fisioterapia passiva, fino allo svezzamento definitivo del tutore ad un mese dall'operazione chirurgica sia in artroscopia che in artrotomia”.

Una volta stabilito che si tratta di una rottura tendinea si programma l'intervento chirurgico che, come ci ha spiegato il Dott. Jager, “può essere eseguito con tecnica "aperta" con un piccolotaglio, oppure con tecnica "chiusa" in artroscopia. Sarà il medico chirurgo a consigliare il tipo di intervento più adatto in base alla lesione ed alla propria esperienza operatoria. In linea di massima si può affermare che non ci sono grosse differenze fra una tecnica chirurgica e l'altra per quanto riguarda i tempi di recupero post-operatorio”. 

Solitamente in quanto si guarisce? 
“In rapporto alla gravità della lesione la guarigione può richiedere anche fino a sei mesi. L'obiettivo finale è il recupero funzionale completo ed il reinserimento del paziente in ambito familiare e lavorativo. Si mantiene normalmente un tutore ortopedico con l'arto operato in abduzione, cioè con un cuscino che tiene il braccio distante dal torace per ridurre la tensione sui tendini riparati, per circa trenta giorni. Dopo quindici giorni, cioè dopo avere rimosso i punti di sutura, si inizia la fisioterapia passiva, fino allo svezzamento definitivo del tutore ad un mese dall'operazione chirurgica sia in artroscopia che in artrotomia”.

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