L’importanza della medicina rigenerativa nelle patologie articolari

PUBBLICATO IL 21 AGOSTO 2017

“L’impatto sociale delle malattie degenerative a livello della cartilagine articolare - spiega il dottor Federico Valli, specialista in Ortopedia e Traumatologia all’U.O. di Chirurgia Articolare Sostitutiva e Chirurgia Ortopedica (C.A.S.C.O.) all'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - sta aumentando costantemente a causa del continuo aumento dell’età media e della popolazione attiva. Le lesioni della cartilagine articolare rappresentano una sfida per gli ortopedici, perché nonostante il progresso delle conoscenze e delle tecniche chirurgiche tradizionali, non si hanno  risultati sempre definiti e ripetibili”. “Infatti - continua - La cartilagine articolare possiede una capacità di rigenerazione limitata dovuta all'assenza di vasi sanguigni e al ridotto potenziale proliferativo dei condrociti. Il difetto non guarisce autonomamente. Se non trattato, il difetto si aggrava a seconda della localizzazione e delle dimensioni, fino a sfociare in artrosi”.

L’artrosi ha un grosso impatto sulla qualità della vita e si classifica tra le prime 10 cause di disabilità nel mondo. Negli ultimi anni sono state proposte diverse soluzioni non invasive di discreto successo per il trattamento del dolore, per il miglioramento della funzionalità articolare e per modificare il corso delle degenerazione cartilaginea. Molti pazienti, attraverso Il trattamento farmacologico, hanno presentato risposte differenti. L’utilizzo di creme e sostanze a uso topico ha portato benefici sul dolore solo per un periodo limitato così come l’iniezione intra-articolare di cortisone. Infine, negli ultimi anni, ampio spazio hanno avuto le infiltrazioni con acido ialuronico. Il recente interesse per la medicina rigenerativa, ha indirizzato molti studi sulla rigenerazione della cartilagine articolare attraverso l’uso di cellule staminali. Le cellule mesenchimali di origine adiposa sono delle cellule staminali adulte estratte direttamente dal grasso corporeo. L’adipe è una fonte unica, facilmente accessibile e abbondante di cellule staminali adulte dall’alto potenziale rigenerativo. Le cellule staminali del tessuto adiposo, una volta innestate nell’organismo, sono in grado apportare un’azione anti-infiammatoria, stimolare la produzione di cartilagine, migliorare la lubrificazione del comparto intra-articolare aumentando la distanza tra i capi articolari e quindi riducendo l’attrito e mantenendo lo spazio per migliorare l’attività viscosuppletiva del liquido sinoviale.

La tecnica prevede il prelievo di quantità minime di tessuto adiposo, prelevate normalmente dalla regione addominale e la processazione del tessuto adiposo stesso per eliminare le componenti infiammatorie (olio, sangue, detriti cellulari) riducendo così le dimensioni; il tessuto adiposo micro-frammentato così ottenuto conserva intatte le nicchie adipose, ovvero le unità morfo-funzionali fondamentali del tessuto stesso, dotate di rete vascolo-stromale in cui le cellule staminali mesenchimali e i loro precursori possono svolgere la loro funzione rigenerativa in maniera ottimale. È questo il vero segreto, preservare il microambiente naturale della nicchia adiposa per conservare al meglio il potenziale rigenerativo delle cellule staminali e le loro funzioni.

L’intera procedura si può effettuare in anestesia locale con sedazione, dura circa mezz’ora e non prevede ricovero post-operatorio. Dopo il prelievo di tessuto adiposo e la sua processazione, si esegue immediatamente l’infiltrazione articolare secondo la tecnica standard.
La rigenerazione tissutale è un processo lungo che avviene e si amplifica nel corso dei primi sei mesi ed è in grado di incrementare progressivamente la funzionalità delle articolazioni, migliorando la qualità della vita evitando o meglio ritardando spesso la necessità di sottoporsi a interventi chirurgici invasivi. 

“È una metodica di sicuro interesse - conclude il dott. Valli - che avrà riscontri sempre maggiori negli anni, che possiamo considerare ad oggi come una metodica con un limitato follow-up, ma con grandi e solide premesse”. 

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