Cosa sono le protesi anallergiche?

PUBBLICATO IL 14 AGOSTO 2017

“Le protesi anallergiche - spiega il dottor Nicola Ursino, responsabile dell'U.O. di Chirurgia Articolare Sostitutiva e Chirurgia Ortopedica (C.A.S.C.O.) all'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - sono protesi che hanno la stessa costituzione, lo stesso disegno e lo stesso percorso di una protesi normale ma che sono rivestite da un materiale  che non è in grado di scatenare un’allergia. Il materiale in questione è una polvere di titanio con cui la protesi viene verniciata e viene sottoposta a un trattamento termico che permette il fenomeno della ceramizzazione. Questo rende, se è possibile, ancora più preciso quello che è lo scorrimento dell’impianto protesico”.

“Le protesi di anca - continua - non presentano questo tipo di problematica perché, sostanzialmente, sono in titanio. Eventualmente, l’unica componente che può contenere il nichel, cioè quell’elemento che dà maggiormente reazione nei pazienti, può essere presente nella testina dell’impianto protesico mentre  ormai di routine vengono utilizzate protesi con le  testine in ceramica  e quindi non in grado di scatenare allergie. Anche  nel quotidiano i fenomeni di allergizzazione  al nichel sono sempre più frequenti.

Esistono anche altre sostanze, presenti negli impianti protesici, come il cromo-molibdeno, le cui reazioni allergiche sono nettamente inferiori statisticamente ed è molto interessante eventualmente testare anche  quelle  che  sono le reazioni nei confronti delle  resine  le  quali vanno a costituire  il cemento che si utilizza per stabilizzare la protesi, questo soprattutto per il ginocchio. È prudente, quindi, prima di eseguire un intervento di chirurgia protesica, testare un’eventuale ipersensibilità del paziente nei confronti del nichel. Per avere una diagnosi precisa di allergia al nichel, è sufficiente sottoporsi a un semplice patch test. Per quanto riguarda, invece, le reazioni che possono avvenire per la presenza soprattutto di nichel nel materiale protesico, ancora non è chiaro. Per molte scuole, soprattutto quella americana, questo fenomeno non esiste perché la reazione interna alla presenza del nichel è completamente diversa dalla reazione cutanea”.

“La reazione - conclude il dott. Ursino - si manifesta normalmente quando l’impianto protesico è doloroso o presenta dei segni di scollamento; quindi una volta che sia escluso un problema biomeccanico o un problema infettivo, si pone l’attenzione verso la probabilità di un’allergia e ci si prepara a un eventuale espianto e reimpianto della protesi, utilizzando materiali privi di nichel soprattutto sulle superfici a contatto con l’organismo, quindi sulla superficie ossea e sulla superficie delle mucose”. 

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