
Chirurgia della diastasi addominale: come correggere forma e tono dell’addome
PUBBLICATO IL 17 NOVEMBRE 2025
La ‘pancetta’, soprattutto nelle donne dopo il parto, ma anche negli uomini, in particolare quelli in sovrappeso o che praticano sport e attività fisica intensiva, può non essere un semplice accumulo di grasso da eliminare con dieta ed esercizio fisico, ma una condizione associata a una ‘diastasi dei muscoli addominali’ che, spesso, può essere risolta solo con la chirurgia.
Il prof. Giampiero Campanelli, Ordinario di Chirurgia Generale dell’Università dell’Insubria e specialista in Chirurgia generale della Casa di Cura La Madonnina e Direttore dell'Hernia Center di Milano, ci spiega meglio di cosa si tratta e come la chirurgia può risolvere il problema.
Cos'è la diastasi addominale
“La diastasi addominale è una condizione anatomica il cui nome deriva dal greco ‘diastasis’, che significa ‘separazione’/’allontanamento’. Si verifica quando i muscoli retti dell’addome, che normalmente formano 2 colonne parallele unite dalla linea alba (la fascia centrale che li unisce), si separano fra loro”, spiega il Professore.
In alcuni casi, questa separazione muscolare può essere di lieve entità, senza un evidente cedimento della parete addominale visibile all’esterno, ma spesso la diastasi si associa a un gonfiore esterno e/o a una certa lassità addominale, determinando quello che viene definita floppy wall/floppy abdomen = ‘parete addominale flaccida’ / ‘addome flaccido’.
L'intervento per la diastasi addominale
La tipologia di intervento per il trattamento della diastasi addominale viene individuata in base alla coesistenza o meno di un’ernia ventrale (ombelicale e/o epigastrica) e alle esigenze del singolo paziente, in una chirurgia tailored made (chirurgia su misura).
L’approccio chirurgico scelto può andare ad agire su:
- aspetto funzionale, cioè a ripristinare la normale anatomia e funzionalità compromessi;
- aspetto funzionale ed estetico, ripristinando la normale anatomia e funzionalità ed eliminando allo stesso tempo le lassità cutanee e adipose che possono associarsi alla diastasi.
Entrando nello specifico, le tecniche più utilizzate sono 3:
- chirurgia robotica;
- mini-open MILA;
- correzione funzionale ed estetica con addominoplastica.
Chirurgia robotica
La chirurgia robotica è utilizzata per il trattamento della diastasi dal punto di vista esclusivamente funzionale, attraverso strumenti di altissima precisione, comandati da un robot chirurgico.
Durante l’intervento, il chirurgo riavvicina i muscoli retti separati e li sutura lungo la linea alba, rinforzando la parete con l’inserimento di una rete protesica posizionata dietro i muscoli. Questa rete funge da supporto strutturale, riducendo il rischio di recidiva e restituendo stabilità alla parete addominale.
L’approccio è minimamente invasivo, grazie a piccole incisioni e una visione tridimensionale del campo operatorio.
I vantaggi rispetto alla tecnica tradizionale sono:
- una maggior accuratezza nella sutura;
- minore trauma chirurgico;
- meno dolore post-operatorio;
- tempi di recupero più rapidi.
La metodica è indicata anche in presenza di piccole ernie ventrali associate.
Mini-open MILA (Mini-Invasive Linea Alba repair)
La Mini-open MILA è una tecnica mininvasiva alternativa alla chirurgia robotica, che va anch’essa a trattare solo l’aspetto funzionale della diastasi addominale, attraverso una piccola incisione nella parte inferiore dell’addome.
La procedura prevede anche in questo caso il riavvicinamento dei muscoli retti e il posizionamento di una rete protesica posteriore. È indicata anch’essa in presenza di piccole ernie ventrali associate.
Correzione funzionale ed estetica con addominoplastica
Quando si desidera intervenire anche sull’aspetto estetico, la riparazione della diastasi può essere associata a un intervento di addominoplastica, che comporta un’incisione simile a quella di un taglio cesareo allargato.
Oltre alla ricostruzione della linea alba e al rinforzo con rete protesica, questa procedura permette di rimuovere la pelle e il tessuto adiposo in eccesso, ridefinendo il profilo addominale e migliorando in modo significativo anche l’estetica.
Quando è richiesto l’intervento
In alcuni casi, una diastasi addominale lieve può essere gestita con esercizi mirati di rinforzo muscolare e programmi di fisioterapia specializzata, che aiutano a migliorare il tono dei muscoli del core e la stabilità del tronco.
Tuttavia, quando la separazione dei muscoli retti è ampia, oppure si associa alla presenza di ernie o a disturbi funzionali o lassità evidenti, l’intervento chirurgico rappresenta la soluzione indicata, oltre che più efficace e duratura.
“Le forme più importanti di diastasi, soprattutto quelle associate a ernia o con separazioni di grandi dimensioni, vengono considerate una vera e propria patologia della parete addominale e, per evitare un progressivo peggioramento, necessitano di un trattamento chirurgico”, spiega il professore.
La sintomatologia può variare, ma in linea generale possono determinare:
- dolore o fastidio localizzato nella zona dell’ernia o lungo la linea mediana;
- sensazione di fuoriuscita durante gli sforzi addominali (tosse, starnuti, defecazione);
- bruciore addominale;
- postura incurvata in avanti e ridotta stabilità del tronco;
- nei casi più gravi, dolori lombari e disturbi della continenza.
Rischi e post-operatorio
Come per ogni intervento chirurgico, anche la correzione della diastasi addominale comporta alcuni rischi, tra cui infezioni, ematomi o, più raramente, recidive. Tuttavia, grazie all’approccio mininvasivo, queste complicanze sono oggi molto ridotte.
È importante sottolineare che durante l’intervento non si accede alla cavità addominale interna e all’intestino: il chirurgo opera sulla parete muscolare, riavvicinando i muscoli retti e rinforzando la linea alba con una rete protesica. Questo rende la procedura più sicura e con un recupero generalmente più rapido rispetto a altri interventi addominali.
Il periodo di convalescenza varia da paziente a paziente, ma nella maggior parte dei casi è possibile riprendere le normali attività fisicamente non troppo impegnative dopo 1-2 settimane. È comunque fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni post-operatorie del chirurgo, come evitare sforzi e sollevamento di pesi.
Come distinguere la diastasi dalla pancetta
Una delle principali difficoltà per la persona comune è la somiglianza del rigonfiamento ed eventuale lassità che possono associarsi alla diastasi addominale con una semplice ‘pancetta’.
Tuttavia, mentre quest’ultima è dovuta principalmente all'accumulo di grasso sottocutaneo, la diastasi, come già indicato, è una separazione dei muscoli addominali.
Un semplice test potrebbe consistere nello sdraiarsi sulla schiena e sollevare leggermente la testa e il collo, palpando la zona centrale dell'addome: se si avverte una separazione tra i muscoli, potrebbe trattarsi di diastasi. In ogni caso, per una diagnosi è necessario consultare un chirurgo generale.
Hernia Center di Milano: riferimento per le patologie della parete addominale
L'Hernia Center di Milano di Casa di Cura La Madonnina, diretto dal Prof. Campanelli, è un centro di eccellenza nella diagnosi e trattamento delle patologie della parete addominale come la diastasi.
Il team multidisciplinare offre approcci personalizzati per ogni paziente, utilizzando le più avanzate tecniche chirurgiche e minimamente invasive.

