Dolore cronico: quando si parla di dolore persistente e come affrontarlo
PUBBLICATO IL 26 MAGGIO 2025
Il dolore cronico è una condizione fisica che dura oltre i normali tempi di guarigione. A differenza del dolore acuto, che è una risposta fisiologica a una lesione con una funzione protettiva che tende a risolversi con la guarigione, il dolore cronico persiste oltre il periodo di recupero e può diventare una malattia a sé stante, influenzando negativamente la qualità della vita fisica, emotiva e sociale della persona.
Vivere con il dolore cronico significa affrontare ogni giorno una sfida che va ben oltre il sintomo fisico. Ne deriva che quest’ultimo può compromettere le relazioni sociali, ridurre la produttività lavorativa e aumentare il rischio di isolamento sociale. Per questo motivo è importante non sottovalutare i segnali e chiedere supporto medico tempestivamente.
Il dott. Pierpaolo Corbetta, Responsabile dell’Unità Operativa e Servizio Ambulatoriale di Riabilitazione Specialistica degli Istituti Clinici Zucchi di Monza, ci spiega cosa si intende per dolore cronico, quali sono le principali forme e come affrontarlo.
Quando si parla di dolore cronico
“Si parla di dolore cronico quando la sensazione dolorosa persiste per più di 3 mesi consecutivi, anche in assenza di una lesione fisica evidente. Questo tipo di dolore non è sempre legato a una causa specifica e spesso si accompagna a sintomi emotivi e psicologici importanti, come ansia, depressione e disturbi del sonno.
Inoltre, la sua natura persistente richiede un approccio terapeutico integrato e costante”, indica lo specialista.
Chi colpisce maggiormente il dolore cronico
“Il dolore cronico può colpire persone di tutte le età, ma è più comune negli adulti sopra i 50 anni. Le statistiche mostrano una maggiore incidenza nelle donne, probabilmente a causa di fattori ormonali e di una maggiore prevalenza di patologie come l’artrite reumatoide, la fibromialgia o l’endometriosi.
Anche persone con una storia di traumi fisici o psicologici, malattie croniche o stili di vita sedentari sono più a rischio.
Negli ultimi anni abbiamo notato un aumento anche nella fascia 18-30 anni, spesso legato a condizioni muscoloscheletriche, stress cronico e posture scorrette”.
Sintomi e segnali da non sottovalutare
“Il dolore cronico non si limita a una sensazione fisica di dolore, ma impatta profondamente anche sulla sfera psicologica ed emotiva della persona - specifica Corbetta -. Può causare:
- ridotta mobilità o autonomia;
- stanchezza persistente;
- alterazioni del sonno;
- difficoltà di concentrazione;
- alterazioni dell’umore”.
Cause e fattori di rischio
La condizione di dolore cronico è dovuta a una sensibilizzazione del sistema nervoso che fa sì che il corpo continui a percepire dolore anche in assenza di una lesione attiva.
Le principali cause del dolore cronico sono malattie, spesso anche interconnesse:
- malattie infiammatorie croniche (es. artrite, colite ulcerosa, osteoartrosi);
- malattie oncologiche;
- patologie neurologiche;
- fibromialgia;
- traumi fisici;
- interventi chirurgici;
- alterazioni posturali;
- stress prolungato.
I fattori di rischio possono essere:
- l’età avanzata;
- una vita sedentaria;
- il sovrappeso;
- fattori psicologici come la tendenza all’ansia o alla depressione.
In alcuni casi, anche i fattori genetici possono predisporre alcune persone a una maggiore sensibilità al dolore.
Le principali tipologie di dolore cronico
Il dolore cronico può manifestarsi in diverse forme. Vediamo di seguito le principali tipologie.
Dolore neuropatico cronico
Il dolore neuropatico cronico è causato da un danno o da un malfunzionamento del sistema nervoso centrale o periferico. Si manifesta spesso con sensazioni di bruciore, formicolio, scosse elettriche.
Il dolore neuropatico cronico può derivare da patologie come la neuropatia diabetica, la sclerosi multipla o lesioni midollari.
È spesso difficile da trattare con i comuni analgesici e richiede farmaci specifici come anticonvulsivanti (gabapentin, pregabalin) o antidepressivi (duloxetina).
Dolore lombare e muscoloscheletrico
Il dolore lombare e muscoloscheletrico è una delle forme più comuni di dolore cronico.
È un dolore cronico lombare che può essere dovuto a ernie discali, artrosi, scoliosi o sovraccarichi muscolari. Rientrano in questa categoria anche i dolori articolari e muscolari, tipici dell’artrite o della fibromialgia.
Sono lo stile di vita sedentario e posture scorrette che contribuiscono all'aggravamento dei sintomi.
Dolore post-operatorio e post-traumatico
Il dolore post-operatorio o post-traumatico è un dolore che persiste anche a distanza di mesi o anni da un intervento chirurgico o da un trauma.
Dolore pelvico cronico
Il dolore pelvico cronico è spesso sottovalutato. Colpisce l'area pelvica sia degli uomini sia delle donne e ha cause multifattoriali: endometriosi, cistiti interstiziali, prostatiti croniche, tensioni muscolari del pavimento pelvico, traumi.
Diagnosi: come si valuta il dolore cronico
La diagnosi del dolore cronico può essere complessa, poiché non esistono esami specifici per identificare tutte le sue cause. Per questo motivo, è fondamentale un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento di fisiatri, neurologi, reumatologi, psicologi, che considerino tanto gli aspetti fisici quanto quelli psicologici.
Per arrivare a una diagnosi sarà fondamentale sottoporre il paziente a:
- scale di valutazione del dolore (VAS, NRS);
- test neurologici;
- RX, ecografie,TAC, risonanze magnetiche;
- esami del sangue per identificare eventuali cause infiammatorie.
Trattamenti e strategie per affrontarlo
Poiché il dolore cronico può avere diverse cause e meccanismi, il trattamento deve essere personalizzato e può prevedere:
- farmaci (antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, anticonvulsivanti);
- fisioterapia e riabilitazione motoria;
- terapie infiltrative o blocchi nervosi;
- tecniche di neuromodulazione (stimolazione magnetica transcranica);
- psicoterapia cognitivo-comportamentale per il supporto emotivo;
- agopuntura e tecniche complementari, in supporto alla medicina tradizionale.
“L’ascolto continuo del paziente e la flessibilità del trattamento sono essenziali per un cercare di minimizzare il dolore a lungo termine”.
Come vivere con il dolore cronico e migliorare la qualità della vita
"Convivere con una condizione cronica non è semplice, ma non significa dover rinunciare a vivere bene. È importante imparare ad ascoltarsi, a prendersi cura di sé e a trovare nuovi equilibri - conclude il dott. Corbetta -.
Ci sono alcune strategie che possono davvero fare la differenza nella quotidianità:
- fare un po’ di attività fisica dolce, come lo yoga, lo stretching o esercizi di mindfulness;
- prestare attenzione all’alimentazione e mantenere una buona idratazione;
- partecipare a gruppi di supporto e a percorsi dedicati alla gestione del dolore”.