
Cause e sintomi delle artriti reattive
PUBBLICATO IL 20 MAGGIO 2025
Le artriti reattive sono un gruppo di malattie infiammatorie articolari, che coinvolgono contemporaneamente i legamenti, la cute, le mucose e nei casi gravi il sistema cardiovascolare.
Queste artriti si sviluppano, però, in risposta a un’infezione localizzata in un’altra sede dell’organismo, solitamente a livello genitourinario o intestinale.
Parliamo di cosa sono, delle cause, dei sintomi, ma anche dei trattamenti con il dottor Mario Diamanti, reumatologo presso Villa Erbosa a Bologna.
Cosa sono le artriti reattive
“Con artrite si definisce un’infiammazione autoimmune alle articolazioni, causata da un attacco del sistema immunitario ai tessuti che le compongono.
Le artriti reattive, nello specifico, sono considerate artriti sterili perché, pur essendo causate da un’infezione, nelle articolazioni non vengono mai rilevati i batteri o i virus responsabili. Tuttavia, sono presenti antigeni, molecole riconosciute dal nostro organismo come estranee e potenzialmente pericolose, che innescano la risposta immunitaria, provocando l’infiammazione”, afferma il dottor Diamanti.
Le artriti reattive colpiscono prevalentemente i giovani e gli adulti, con maggiore frequenza negli uomini se si tratta di infezione genitourinaria.
“La presenza dell’antigene HLA-B27 nel sangue suggerisce una predisposizione genetica a contrarre queste artriti, causando anche un decorso più grave della patologia – approfondisce il dottor Diamanti -. L’antigene HLA-B27 è una proteina presente nel sangue, il cui ruolo all’interno del sistema immunitario è quello di distinguere quali tra le cellule siano dell’organismo e quali invece estranee”.
È, tuttavia, possibile riscontrare le artriti reattive anche in pazienti non portatori dell’antigene che hanno, però, contratto dei virus e batteri specifici.
Cause dell'artrite reattiva
Nei pazienti portatori dell’antigene HLA B27, le artriti reattive sono innescate da infezioni genitourinarie o gastrointestinali.
In caso di infezioni genitourinarie le cause principali sono:
- il batterio della Chlamydia trachomatis (più comune);
- il batterio del Mycoplasma genitalium (meno frequente).
Per quanto riguarda, invece, le infezioni gastrointestinali, troviamo:
- il batterio della Salmonella;
- il batterio della Shigella;
- il batterio Campylobacter;
- il batterio Yersinia enterocolitica;
- il batterio Clostridium difficile (più raramente).
Nel caso di pazienti non portatori dell’antigene HLA-B27, infine, le principali fonti di infezione possono essere:
- batterio della Borrelia (noto per causare la malattia di Lyme);
- batterio della Brucella;
- streptococco;
- stafilococco;
- gonorrea, una malattia sessualmente trasmissibile;
- ureaplasma urealyticum;
- Haemofilus Influenzae;
- HIV;
- HCV;
- Mycobacteria.
“Questi ultimi agenti infettivi possono causare anche artriti settiche, ovvero con la presenza di batteri e virus nell’articolazione”, specifica il reumatologo.
Come si manifestano
“I sintomi dell’artrite reattiva si presentano a livello delle articolazioni del corpo, ma spesso si sviluppano anche in altre sedi”, afferma il reumatologo.
I sintomi principali sono quindi:
- infiammazioni articolari;
- infiammazioni extra-articolari.
Infiammazioni articolari
I sintomi articolari più frequenti da artrite reattiva sono:
- artrite asimmetrica e oligoarticolare, ovvero che coinvolge 4 o meno articolazioni (più rara la poliartrite, ovvero più di 5 articolazioni contemporaneamente);
- maggior coinvolgimento degli arti inferiori (ginocchia, caviglie, piedi);
- entesite, cioè un’infiammazione dei siti di inserzione tendinea (come il tendine d’Achille);
- dactilite, “dito a salsicciotto”, dovuta all’infiammazione dei tendini e articolazioni di un dito;
- lombalgia infiammatoria, con possibile coinvolgimento sacroiliaco e spinale.
Infiammazioni extra-articolari
Le infiammazioni extra-articolari comprendono, invece:
- sintomi oculari, come congiuntivite (presente nel 50% dei casi, spesso bilaterale) e uveite anteriore;
- lesioni cutanee e delle mucose, come placche ipercheratosiche su palmi e piante dei piedi, lesioni erosive sul glande, onicopatie, psoriasi, ulcere orali (indolori, simili ad afte);
- sintomi genitourinari, uretrite non gonococcica (con bruciore urinario e secrezioni), cervicite e prostatite cronica;
- sintomi cardiovascolari (rari, ma gravi), come aortite e disturbi della conduzione cardiaca.
Quanto durano le artriti reattive
La durata dell’artrite reattiva dipende da 2 fattori principali:
- l’intensità dell’infezione che è stata contratta dal paziente;
- la tempestività di diagnosi e trattamento.
“Nella maggior parte dei casi i sintomi dell’artrite reattiva si risolvono in 20-30 giorni dalla prima manifestazione – continua Diamanti –. Nella maggior parte dei casi la remissione dell’artrite reattiva è completa, tuttavia nei casi più gravi, quelli in cui viene colpito l’apparato cardiaco, potrebbe lasciare danni permanenti”.
La diagnosi
La diagnosi dell’artrite reattiva viene confermata da alcuni esami di approfondimento che possono essere:
- esami di laboratorio: se eseguiti nella fase acuta aiutano nella diagnosi poiché segnalano un aumento dei tipici segni infiammatori, come la velocità di sedimentazione VES e PCR, e HLA-B27, positivo nel 50/80% dei casi. Sono, inoltre, importanti la coprocoltura o il tampone uretrale/cervicale attraverso cui, se eseguiti entro la prima o seconda settimana dall’insorgenza, è possibile riscontrare il batterio causale della malattia;
- esami strumentali: possono essere utili ecografie articolari (per diagnosticare, ad esempio, sinoviti), Risonanze Magnetiche (per edemi ossei o erosioni sacroiliache) e Radiografie che possono dare riscontro di segni tardivi (osteofiti, erosioni).
Cure e trattamenti
Come visto, nella maggior parte dei casi le artriti reattive sono causate da infezioni gastrointestinali o genitourinarie. Il primo approccio di trattamento, quindi, è sempre la somministrazione di antibiotici mirati, indicati dagli specialisti in base al batterio che ha scatenato la patologia.
“Questa cura, tuttavia, agisce solo sul distretto colpito dall’infezione del batterio, ma non aiuta le altre parti colpite”, afferma il dottor Diamanti.
L’artrite reattiva viene, dunque, trattata integrando, su prescrizione del medico, anche una terapia antinfiammatoria, che può prevedere l’impiego di:
- FANS, prima linea per il controllo del dolore e dell’infiammazione;
- corticosteroidi, intra-articolari o sistemici nelle forme gravi;
- farmaci antireumatici per le forme croniche;
- farmaci biologici (anti-TNFα), usati nei casi refrattari.
Importanti nel trattamento delle artriti reattive sono anche la riabilitazione e uno stile di vita sano. Nello specifico sono consigliati:
- fisioterapia per prevenire la rigidità, rinforzare i muscoli stabilizzatori delle articolazioni interessate e i muscoli degli arti inferiori, anche con esercizi propriocettivi;
- ridurre alcool, zuccheri e cibi ultra-processati;
- esercizio fisico regolare, evitando sovraccarichi articolari.