
Stadi della cellulite: come riconoscerli e quali trattamenti valutare
PUBBLICATO IL 07 LUGLIO 2025
La panniculopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS), conosciuta come cellulite, è la punta dell’iceberg di una problematica più profonda che colpisce il microcircolo. Ne sono affette soprattutto le donne ed è trasversale in termini di età.
Approfondiamo l’argomento con la dott.ssa Alessia Dossena, chirurgo vascolare ed esperta in medicina estetica all’Istituto di Cura Città di Pavia.
Cos’è la cellulite e come si forma
Alla base della cellulite vi è un processo edematoso caratterizzato da:
- gonfiore;
- fibrosi;
- sclerosi del tessuto adiposo.
Tra le cause: fattori genetici o ormonali.
Normalmente gli adipociti, cioè le cellule adipose, vengono ben vascolarizzate dal microcircolo, costituito da una fitta rete di vasi venosi, arteriosi e linfatici che permettono un adeguato apporto di sostanze in entrata e garantiscono un efficace drenaggio delle sostanze di scarto in uscita dalla cellula. Quando questo meccanismo non funziona bene, si verificano antiestetici micro e macro noduli sotto cute che rendono la pelle meno liscia.
I 4 stadi della cellulite
“Si possono distinguere 4 stadi evolutivi della PEFS – spiega la dott.ssa Dossena - ognuno dei quali richiede un trattamento differente. È evidente che prima verrà affrontata la problematica e migliori saranno i risultati”.
Primo stadio della cellulite
Il primo stadio della PEFS è reversibile ed è caratterizzato da un accumulo di liquidi nella cellula e da un iniziale aumento dei prodotti di scarto del metabolismo tissutale.
La pelle perde elasticità e appare pastosa.
Secondo stadio della cellulite
In questo stadio, la presenza dell’edema intracellulare conduce a un accumulo di fibre collagene tra cellule e compartimento adiposo, fino allo strozzamento dei vasi sanguigni, alterazione degli scambi metabolici e sofferenza del tessuto cutaneo e sottocutaneo.
La cute appare pallida, più fredda e pastosa. Possono comparire formicolii e alterazioni della sensibilità.
Terzo stadio della cellulite
Nel terzo stadio compaiono sulla cute dei micro noduli che conferiscono il tipico aspetto a “buccia d’arancia” a cui si associa dolorabilità alla palpazione.
Il tessuto sottocutaneo risulta sempre più sofferente a causa della ridotta ossigenazione e dell’accumulo di prodotti di scarto e si assiste a un’iniziale sclerosi del derma.
Quarto stadio della cellulite
L’ultimo stadio è irreversibile: caratterizzato dalla formazione di macro noduli ben visibili sulla superficie cutanea.
La pelle viene definita “a materasso”.
Come riconoscere lo stadio della propria cellulite: la diagnosi
Oggi esistono diverse tecniche per contrastare gli effetti della cellulite, ma è fondamentale, prima di iniziare qualsiasi trattamento, rivolgersi a uno specialista per verificare le cause di questa problematica.
“Quando ci si trova di fronte a un sospetto di cellulite – dice ancora il medico -, la cosa importante da fare è quella di escludere che ci siano anche delle patologie circolatorie sottostanti, soprattutto di tipo venoso o linfatico, e valutare se vi sia adiposità localizzata”.
L’esame obiettivo è fondamentale per formulare diagnosi: a eccezion fatta dei primi 2 stadi, gli altri sono visibili a occhio nudo, in quanto la cute risulta caratterizzata da noduli e al tatto è più fredda rispetto alle altre zone.
“Per essere più precisi – sottolinea la specialista -, soprattutto in presenza di capillari o vene dilatate, viene eseguito un ecocolordoppler per escludere un’insufficienza venosa.
A volte si ricorre a una termografia che consente una rilevazione, attraverso colorazioni diverse, delle temperature del sottocute. Questo strumento consente di individuare la cellulite anche dal punto di vista della stadiazione”.
Trattamenti efficaci per la cellulite
“La cellulite è una patologia cronica – spiega ancora Dossena – quindi non esiste un periodo dell’anno specifico per contrastarla e cercare di porvi rimedio. Il consiglio, se si vogliono raggiungere e mantenere buoni risultati, è di programmare dei cicli di trattamenti per un effetto di mantenimento.
Il tipo di approccio dipende dalla tipologia di cellulite: il trattamento deve essere differenziato non in base alla stagione in cui si va a intervenire, ma alla diagnosi e alla prevenzione”.
Per contrastare la cellulite e per aiutare la microcircolazione gli esperti hanno a disposizione validi alleati:
- la carbossiterapia: metodica che, attraverso delle iniezioni di anidride carbonica eseguite direttamente nel tessuto adiposo, migliora l’ossigenazione dei tessuti. Spesso la si consiglia in primavera per prevenire gli effetti del caldo e quindi per contrastare il gonfiore alle gambe tipico della stagione estiva;
- la radiofrequenza (magari associata ad altre metodiche) e la radiofrequenza a ultrasuoni che producono delle onde magnetiche che vanno a stimolare zone precise del derma, al fine di migliorare l’ossigenazione dei tessuti e favorire l’eliminazione dei cataboliti, e cioè il prodotto di scarto delle cellule adipose che, se non eliminati, causano la progressione della cellulite nei vari stadi;
- la mesoterapia: consiste nell’iniezione nel derma di un cocktail di farmaci o fitoterapici, che hanno lo scopo di migliorare il microcircolo e che agiscono sul tono dei capillari e dei vasi venosi, ma anche sullo scambio cellulare. Si possono associare farmaci ad azione lipolitica;
- la pressoterapia è una metodica che può fornire un supporto ad altre metodiche nel migliorare il drenaggio dei liquidi in eccesso. L’indicazione medica è fondamentale perché i protocolli applicati devono essere personalizzati altrimenti è possibile creare microtraumi vascolari. Per questo si raccomandano apparecchiature professionali con gambali a 12 camere per ciascun arto.
Per queste metodiche solitamente viene consigliato un ciclo di 8-10 sedute di trattamento e i benefici si protraggono per alcuni mesi. Ovviamente, essendo presente un problema di microcircolo, i trattamenti andranno personalizzati e ripetuti nel tempo.
Per quanto riguarda la criolipolisi, invece, quest’ultimo trattamento sfrutta l’azione del freddo. La tecnica metodica consiste nell’applicazione di specifici manipoli (diversi a seconda della sede anatomica da trattare) che con un meccanismo di vacuum aspirano le pliche cutanee con il tessuto adiposo e le portano a una temperatura di -11 gradi per 45/75 minuti. Terminato il trattamento, i cui risultati dopo 40 giorni possono considerarsi definitivi se il paziente mantiene uno stile di vita consono, il suo effetto prosegue portando alla progressiva morte delle cellule adipose, con una riduzione delle adiposità localizzate del 40% circa.
Altri rimedi: mantenere uno stile di vita sano
Un valido aiuto può arrivare anche da decotti, tisane e altri prodotti di erboristeria a base di vite rossa, ippocastano, centella asiatica, gambo d’ananas, rutina, mirtilli o altre piante officinali. Per contrastare la pelle a buccia d’arancia e per mantenere i risultati ottenuti è, però, sempre importante seguire uno stile di vita sano:
- ridurre il consumo di sale negli alimenti;
- evitare l’alcol (è nemico della cellulite!);
- preferire un’alimentazione ricca di fibre;
- contrastare il sovrappeso;
- fare attività fisica.
Anche una camminata a ritmo sostenuto è un valido alleato contro la sedentarietà e un potente attivatore del ritorno veno-linfatico al cuore.
Per quanto riguarda la tipologia di sport da seguire non esistono discipline controindicate. Tra le consigliate ci sono quelle che favoriscono la circolazione e non la sovraccaricano, come la marcia, il nuoto o il trekking.
Sarebbe meglio evitare, ma non sono controindicate, quelle discipline che possono provocare traumi (sport da contatto) poiché i soggetti con cellulite sono frequentemente portatori di fragilità capillare e sviluppano facilmente ematomi anche a seguito di traumi lievi. In tali soggetti inoltre il riassorbimento dell’ematoma è più lento a causa di una microcircolazione deficitaria.
Altri consigli sono:
- scegliere creme topiche per massaggi a base di principi attivi come fosfatidilcolina, escina, caffeina che migliorano la circolazione. Da evitare trattamenti e bende calde che provocano vasodilatazione. Meglio preferire trattamenti freddi che accelerano il metabolismo;
- eseguire massaggi: migliorano l’eliminazione dei liquidi in eccesso che si accumulano tra una cellula e l’altra e se stendiamo la crema dai piedi verso il cuore, favoriamo un'azione drenante;
- assumere integratori per migliorare il drenaggio di liquidi: antinfiammatori naturali come la bromelina e a drenanti come l'escina, la centella asiatica, il meliloto, il gambo di ananas, la vite rossa e derivati dei mirtilli, possono dare un valido contributo.