
Agli Stati Generali della Prevenzione di Napoli presente anche il Policlinico San Donato
PUBBLICATO IL 19 GIUGNO 2025
Si sono svolti il 16 e il 17 giugno 2025, presso il Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli, i primi Stati Generali della Prevenzione, un’iniziativa di portata nazionale voluta dal Ministero della Salute per consolidare la prevenzione come pilastro strategico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
L’evento ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affiancato dal Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e naturalmente dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Oltre alle istituzioni, erano presenti Direttori Scientifici e rappresentanti degli IRCCS, rappresentanti delle società scientifiche, professionisti sanitari, mondo accademico e della società civile, nonché alcune organizzazioni internazionali.
Tra gli esperti invitati all’incontro ha partecipato anche il Prof. Lorenzo Menicanti, Presidente della Rete Cardiologica e Direttore Scientifico dell’IRCCS Policlinico San Donato, che nel suo contributo ha sottolineato l’importanza della ricerca scientifica e dei programmi di Rete per rafforzare l’offerta di prevenzione, sviluppare programmi di screening più capillari e innovativi e garantire ai pazienti un accesso sempre più equo e tempestivo ai percorsi di salute.
L’obiettivo degli Stati Generali della Prevenzione
Il Ministro Schillaci ha rimarcato con chiarezza l’obiettivo dell’iniziativa: “Gli Stati Generali non sono un punto d’arrivo, ma di partenza, un laboratorio di idee e alleanze: la salute è un impegno collettivo”.
Il Ministro ha anche sottolineato il ruolo della prevenzione nel garantire equità sanitaria: “Come ricorda sempre il presidente Mattarella, dobbiamo tutti, e già adesso, contribuire ad abbattere ogni disuguaglianza e garantire pari opportunità di salute a tutti i cittadini, ovunque essi vivano”.
Un passaggio particolarmente significativo del suo intervento ha fatto luce sulle risorse:
“Dobbiamo investire di più. Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento”.
Secondo Schillaci, solo in questo modo sarà possibile “ridurre il carico di malattie e disabilità” e liberare risorse per l’innovazione e la ricerca senza mettere a rischio i principi di universalità, equità e sostenibilità del SSN.
Numeri e dati: dove intervenire subito
Nel 2023, quasi 16 milioni di persone hanno ricevuto un invito a partecipare alle attività di screening oncologici dal SSN, tuttavia, meno della metà ha effettuato il test, solo 7 milioni. 1 italiano su 5, soprattutto al Sud, non sa che gli screening sono gratuiti.
Questi i dati concreti sull’impatto delle malattie cronico-degenerative e sullo stato dei programmi di screening, presentato durante l’evento:
- adesione allo screening per il tumore alla cervice uterina: 41%, con un forte divario territoriale (31% al Sud e isole v. 52% al Nord v. 38% Centro);
- adesione alla mammografia: 55%, con un differenziale Nord–Sud e Isole di circa 15 punti percentuali;
- screening colorettale: soltanto 34%, e solo il 20% al Sud e nelle Isole.
Schillaci ha infine annunciato l’impegno a estendere i progetti di screening, includendo anche il tumore del polmone, in linea con le raccomandazioni europee, e ha ricordato la recente istituzione del “National Health Prevention Hub”, infrastruttura finanziata dal PNRR che avrà un ruolo strategico nella ridefinizione delle politiche di prevenzione a livello nazionale
L’importanza della ricerca nella prevenzione
In questo scenario gioca un ruolo fondamentale la ricerca, come ha sottolineato anche il prof. Lorenzo Menicanti nel suo intervento, evidenziando il contributo strategico degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) che oggi generano oltre il 60% della produzione scientifica biomedica italiana. A conferma del ruolo di primo piano che la ricerca clinica e traslazionale riveste nel nostro Paese, sia a supporto della prevenzione, sia nell’evoluzione delle cure.
Il suo intervento si è focalizzato sull’evoluzione della Rete Cardiologica, il più ampio network italiano di ricerca in ambito cardiovascolare, attivo dal 2017 che ha dato vita a un percorso virtuoso fatto di progetti innovativi, collaborazioni istituzionali e infrastrutture condivise, che negli anni ha saputo “fare sistema” per migliorare la lotta alle patologie cardiovascolari, tra le principali cause di mortalità e disabilità nel nostro Paese, a partire dalla prevenzione primaria.
Ampio spazio è stato dedicato alle esperienze più significative maturate proprio sul fronte della prevenzione primaria. In particolare, Menicanti ha presentato i risultati e le prospettive dei progetti CVPrevital e CVRISK-IT.
Quest’ultimo, di cui l’IRCCS Policlinico San Donato è centro capofila e responsabile organizzativo, ha come obiettivo il reclutamento di 30.000 cittadini sani, di età compresa tra i 40 e gli 80 anni, privi di patologie cardiovascolari note o diabete, per monitorare i fattori di rischio e affinare le strategie di prevenzione. Si tratta della più ampia iniziativa di prevenzione cardiovascolare mai realizzata in Italia, un modello che punta a diventare riferimento anche a livello europeo.
La prevenzione nel Gruppo San Donato
Per Gruppo San Donato, realtà da sempre impegnata nella prevenzione e nella sostenibilità, in particolare attraverso strutture d’eccellenza come l’IRCCS Policlinico San Donato, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e l’IRCCS Ospedale Galeazzi- Sant’Ambrogio, queste giornate rappresentano un’occasione per rinnovare il proprio impegno verso il modello di medicina predittiva, personalizzata e partecipata. Tra i valori condivisi figurano infatti:
- maggiore investimento negli screening oncologici e attenzione alle malattie croniche;
- promozione di stili di vita sani, alimentazione equilibrata e attività fisica;
- sviluppo di tecnologie digitali per il monitoraggio e la prevenzione;
- coordinamento con istituzioni sanitarie locali per dare concretezza alle politiche di prevenzione.
Sanità sostenibile
Gli Stati Generali della Prevenzione di Napoli hanno rappresentato un momento decisivo per ripensare la sanità pubblica italiana: dalla cultura della prevenzione alla concreta applicazione di strategie di prevenzione, passando dalla riduzione delle disuguaglianze regionali.
I dati presentati sono un chiaro campanello d’allarme: solo aumentando l’adesione agli screening e investendo in prevenzione sarà possibile garantire al SSN sostenibilità e qualità anche per le generazioni future.
La popolazione deve partecipare attivamente: rispondendo agli inviti degli screening, adottando corretti stili di vita e cogliendo le proposte delle nostre strutture per visite preventive. Perché scegliere la prevenzione significa scegliere il futuro, un futuro di salute e benessere per tutti.