
Dolore all’anca giovanile? Potrebbe essere il conflitto femoro-acetabolare
PUBBLICATO IL 25 APRILE 2025
L’anca è una delle articolazioni maggiormente colpite da fastidi e dolori all’interno della popolazione generale. Il dolore all’anca può colpire a tutte le età.
Nel paziente giovane le problematiche possono essere originate da un sovraccarico muscolare o tendineo come, ad esempio, la pubalgia o le tendiniti del muscolo ileopsoas, oppure da un’anomala morfologia (conformazione) dell’anca, come nel caso del conflitto femoro acetabolare.
Quest’ultima è una patologia che sta guadagnando sempre più popolarità in ambito ortopedico e sportivo ed è causata da un anomalo contatto tra il bacino (nello specifico l’acetabolo e cioè la concavità che forma l’anca), e il femore, la sfera che gira all’interno di questa concavità.
Ne parliamo con il dottor Francesco Manzini, ortopedico presso le Unità Operative di Ortopedia e Traumatologia I e II degli Istituti Clinici Zucchi di Monza, dirette rispettivamente dal dottor Claudio Manzini e dal dottor Daniele Casalini.
Cos’è il conflitto femoro-acetabolare
“Il conflitto femoro-acetabolare, conosciuto anche con l’acronimo FAI (ovvero Femoro Acetabular Impingement), è una condizione dolorosa che colpisce l’anca, in cui l’articolazione è limitata da un contatto anomalo tra la testa del femore e l’acetabolo (l’incavo osseo che accoglie la testa del femore)”, afferma il dottor Manzini.
Esistono 2 tipi di conflitto femoro acetabolare:
- tipo Cam (conflitto a “camma”), più comune negli uomini, causato da una deformità del passaggio tra testa e collo del femore, che presenta un bump osseo (prominenza ossea) e non è perfettamente sferico. Questa anomalia provoca un contatto anomalo durante i movimenti di flessione e rotazione dell’articolazione, causando dolore e lesioni alla cartilagine anche gravi;
- tipo Pincer (conflitto a “tenaglia”), più comune tra le donne, in cui l’acetabolo ricopre eccessivamente la testa del femore, limitandone i movimenti e causandone conflitto che può portare a una lesione del labbro acetabolare con conseguente dolore. Il labbro acetabolare è un “manicotto” che sigilla l’articolazione dell’anca e svolge nell’anca il ruolo che nel ginocchio svolge il menisco.
Esiste poi un terzo tipo di conflitto: il conflitto di tipo misto. Questo tipo è il più frequente ed è caratterizzato da una combinazione del conflitto tipo Cam e del tipo Pincer.
I sintomi a cui fare attenzione
“Il dolore più tipico del conflitto femoro acetabolare è un dolore all’inguine che può irradiarsi verso la parte esterna dell’anca e verso la coscia. Si manifesta, soprattutto, nei movimenti di flessione dell’anca associata tipicamente alle rotazioni, soprattutto alla rotazione interna”, spiega lo specialista.
Oltre al dolore in sede locale, altri sintomi tipici del conflitto femoro acetabolare sono:
- rigidità articolare;
- dolore durante o dopo lo sport;
- dolore a restare seduti a lungo.
Come si effettua la diagnosi
“La diagnosi di conflitto femoro acetabolare non è sempre immediata. I sintomi, infatti, possono essere sottovalutati e spesso confusi con semplice affaticamento dell’articolazione o con delle tendiniti. È quindi fondamentale rivolgersi a uno specialista in ortopedia e specialista dell’anca per una diagnosi precoce e una presa in carico personalizzata”, spiega il dottor Manzini.
La diagnosi viene effettuata inizialmente con un’attenta valutazione clinica da parte dello specialista che, una volta giunto a un sospetto di conflitto femoro acetabolare, procederà alla richiesta di esami strumentali mirati alla conferma della diagnosi.
“La radiografia del bacino è il punto di partenza obbligatorio per la diagnosi. Questo perché consente di indagare la morfologia del bacino e del femore nel loro complesso. È inoltre fondamentale una radiografia assiale delle anche”, prosegue l’ortopedico.
Se necessario, lo specialista richiederà poi esami di secondo livello:
- risonanza magnetica del bacino;
- TAC del bacino.
“In casi specifici è utile l’esecuzione di un’artroTAC e artroRM, ovvero TAC e risonanza magnetica con l’utilizzo di mezzo di contrasto intrarticolare”, conferma Manzini.
I trattamenti del conflitto femoro acetabolare
“Il trattamento del conflitto femoro acetabolare è inizialmente di tipo conservativo”, afferma lo specialista. Questo tipo di trattamento prevede:
- riposo;
- uso di antinfiammatori su prescrizione medica;
- fisioterapia e rieducazione del gesto motorio.
“Qualora il trattamento conservativo dovesse risultare inefficace si può ricorrere a infiltrazioni articolari eco guidate di corticosteroidi o acido ialuronico, utili per ridurre l’infiammazione. Talvolta vengono utilizzate le infiltrazioni eco guidate dell’anca con un duplice scopo: diagnostico e terapeutico. Nei casi più complessi questa procedura può essere utile a definire dubbi diagnostici”, aggiunge lo specialista.
Se i trattamenti non avessero esito positivo entro i 3-6 mesi dall’inizio della cura, allora potrebbe rendersi necessario un approccio chirurgico. “È fondamentale rivolgersi a centri altamente specializzati sugli interventi all’anca poiché molto delicati.
La tecnica più utilizzata, a oggi, per il trattamento del conflitto femoro acetabolare è l’artroscopia dell’anca, che permette, attraverso una tecnica mininvasiva, di andare a migliorare la conformazione dell’articolazione.
Il recupero post-intervento richiede un’attenta ripresa e una costante fisioterapia; si cammina già dall’indomani, si abbandonano le stampelle dopo 1 mese circa e dopo circa 3 mesi dall’intervento il paziente potrà tornare a una vita normale”, conclude il dottor Francesco Manzini.