Stenosi uretrale: le ultime cure mininvasive con il balloon medicato
PUBBLICATO IL 24 GENNAIO 2024
La stenosi uretrale è una condizione in cui l’uretra, il canale che trasporta l'urina dalla vescica all'esterno, si restringe in modo anormale, causando problemi nel flusso dell’urina. In una minoranza dei casi può essere presente dalla nascita, ma in genere si sviluppa dopo un’infezione o un trauma. In ogni caso rappresenta un problema che può condizionare in modo importante la vita di chi ne soffre.
Oggi per risolverlo, accanto alle tecniche chirurgiche tradizionali, sono disponibili tecnologie innovative mini-invasive, efficaci anche nella prevenzione delle recidive, come un balloon medicato da poco disponibile presso il centro del Policlinico San Marco.
Ne parliamo con il dottor Alessandro Piccinelli, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia II del Policlinico San Marco, e con il dottor Riccardo Galli, urologo della stessa unità e presso Smart Clinic.
I sintomi della stenosi uretrale
“Il restringimento dell’uretra dovuto alla stenosi uretrale - spiegano il dottor Piccinelli e il dottor Galli - può causare sintomi come:
- difficoltà a urinare;
- minzione debole;
- dolore durante la minzione;
- necessità frequente di urinare o sensazione di svuotamento incompleto della vescica”.
Le cause: dai traumi alle infezioni
Le cause della stenosi uretrale possono variare e includono cicatrici o lesioni dell'uretra dovute a:
- traumi;
- infezioni;
- interventi chirurgici;
- radioterapia;
- malattie infiammatorie o congenite.
Uomini o donne: chi colpisce?
La stenosi uretrale può riguardare sia gli uomini sia le donne, anche se è più comune nel genere maschile a causa della diversa conformazione anatomica.
“L’uretra degli uomini è più lunga rispetto a quella delle donne. Questa caratteristica la espone a una maggiore vulnerabilità e a un maggior rischio di sviluppare stenosi uretrale” osservano il dottor Piccinelli e il dottor Galli.
Come si diagnostica
La diagnosi della stenosi uretrale si effettua attraverso una visita, durante la quale lo specialista urologo valuta i sintomi e l'anamnesi medica del paziente.
“Utile ai fini della diagnosi - spiegano i 2 urologi - è anche l’esecuzione di alcuni esami strumentali come:
- l'uroflussometria (misurazione del flusso urinario);
- la uretro-cistografia retrograda e minzionale (radiografia dell'uretra e della vescica);
- la cistoscopia (esame visivo dell'uretra e della vescica mediante un sottile strumento flessibile)”.
Cure diverse a seconda della causa e della gravità
“Il trattamento della stenosi uretrale dipende dalla gravità e dalla causa specifica della condizione, oltre che dalle esigenze individuali del paziente” sottolineano gli esperti.
Le opzioni di trattamento tra le quali lo specialista urologo può scegliere includono:
- la dilatazione uretrale, procedura con la quale lo specialista, attraverso l’utilizzo di dilatatori, allarga l'uretra e ripristina il flusso urinario normale;
- l’ureterotomia endoscopica, intervento mini-invasivo con il quale viene effettuata un'incisione nell'uretra per rimuovere o allargare l'area ristretta attraverso un bisturi endoscopico o Laser;
- l’uretroplastica, procedura chirurgica riservata ai casi più gravi con la quale si ricostruisce l'uretra utilizzando tessuto prelevato da altre parti del corpo o utilizzando innesti sintetici;
- la protesi uretrale, che consiste nell’inserimento di una protesi a spirale o una protesi flessibile nell'uretra per mantenerla aperta e consentire il passaggio dell'urina.
“Se si sospetta di avere una stenosi uretrale o si riscontrano sintomi correlati è importante cercare assistenza medica in modo da ricevere una diagnosi accurata e un trattamento adeguato”.
La novità nel trattamento: il pallone medicato
Una delle più recenti opzioni terapeutiche per la stenosi uretrale è l’utilizzo di un balloon medicato che agisce su 2 fronti.
“Questo dispositivo, che viene introdotto attraverso l'uretra in modo minimamente invasivo, combina la dilatazione con palloncino della stenosi con la contemporanea somministrazione di un farmaco antiproliferativo che previene la recidiva dell'ostruzione.
Questo punto è fondamentale, in quanto la presenza del farmaco riduce notevolmente i tassi di recidiva e la formazione di altro tessuto cicatriziale che di solito compare dopo l'intervento - continuano i 2 specialisti -.
Si tratta di una procedura ambulatoriale alternativa alla chirurgia, che offre ottimi risultati in termini di efficacia, durata e minima invasività”.