Al Beato Matteo, interventi di protesi di ginocchio ancora più performanti grazie all’interazione chirurgo-robot
PUBBLICATO IL 03 MARZO 2023
Un robot di ultima generazione affianca il dr. Fabio Bertaiola, chirurgo ortopedico dell’Unità Operativa di Ortopedia dell’Istituto Clinico Beato Matteo, durante gli interventi di chirurgia protesica di ginocchio. Precisione e accuratezza del gesto operatorio sono i concetti chiave di questo sistema innovativo. Approfondiamo con l’esperto.
I vantaggi della chirurgia ortopedica robotica
La chirurgia ortopedica robotica è ormai il presente. Si parla di Cobotic (collaborative robotic) quando la tecnologia aiuta il chirurgo, agevolando il movimento, migliorando l’azione dell’operatore per un’elevata performance.
È il chirurgo che esegue l’intervento di chirurgia protesica di ginocchio, ma il robot, analizzando e confrontando i dati rilevati dall’operatore, ricostruisce tridimensionalmente il ginocchio, permettendo di fare un importante salto qualitativo in sede operatoria e non solo. Questa nuova modalità di operare si traduce infatti in:
- minor invasività;
- maggior accuratezza nei tagli ossei;
- meno sanguinamento e dolore.
Anche il recupero funzionale è più veloce: meno giorni di degenza per un rapido ritorno alle usuali attività quotidiane e lavorative.
“In tutto il percorso, il chirurgo resta sempre l’attore principale, ma sfrutta le grandi potenzialità del robot: precisione, accuratezza, riproducibilità del risultato sono le armi vincenti che la collaborazione uomo-macchina può offrire nell’intervento di protesi di ginocchio”, afferma il dottor Bertaiola.
L’interazione uomo-macchina: dalla fase preoperatoria all’intervento
Dopo l’incisione chirurgica, vengono posizionati sull’arto inferiore del paziente 2 gruppi di sensori ottici, che comunicano al robot tutte le informazioni rilevate sul campo operatorio. Il macchinario richiede poi al chirurgo delle validazioni su precisi punti ossei per ricostruire il modello 3D del ginocchio, ottenendo una rappresentazione realistica dello stato dell’articolazione su cui si andrà ad agire.
“Il chirurgo – specifica il Bertaiola - effettua delle prove di stress legamentoso del ginocchio a diversi gradi di flessione 30-60-90° per permettere al device robotico di capire lo stato di lassità. Ciò permette di ottenere una precisa ‘carta d’identità’ sullo stato del ginocchio: presenza di eventuale deficit di estensione o iperestensione e/o lassità dell’articolazione.
Grazie a tutti questi dati che vengono riportati su uno schermo, il chirurgo, che ha superato un percorso formativo teorico/pratico per l’abilitazione all’uso del robot, deciderà come effettuare l’intervento per ottenere il massimo risultato possibile, per una protesi di ginocchio di esatta misura, ben allineata e stabile in flesso-estensione”.
Una volta memorizzata nel computer la strategia preoperatoria scelta dal chirurgo, l’intervento vero e proprio può avere inizio: il braccio robotico si posizionerà con precisione millimetrica sul punto di taglio sia femorale che tibiale del ginocchio per fornire all’operatore l’esatto piano delle resezioni ossee.
Ad intervento completamente finito, il robot mostra al chirurgo se il risultato ottenuto è quello che era stato preventivamente pianificato e quindi memorizza il risultato finale.
Questa importante possibilità permette un’archiviazione dei dati intraoperatori e postoperatori, per eventuali studi clinici e una disamina critica sulla procedura effettuata.
Il robot permette dunque al chirurgo di eseguire una protesi di ginocchio ‘su misura’ per singolo paziente, personalizzando la strategia chirurgica con un’altissima precisione per un ottimale posizionamento della protesi.
“Grazie a questo sistema robotico possiamo personalizzare il percorso chirurgico di ogni singolo paziente, ottenendo risultati post-operatori straordinari. Come dimostrano studi in corso, l’accuratezza dei tagli ossei che questo sistema permette di eseguire, grazie alle indicazioni fornite, è superiore rispetto a quella che si rileva normalmente”.
La fase post-operatoria
“Nella fase post-operatoria del recupero e del ritorno alla normale deambulazione, gioca un ruolo fondamentale il lavoro multidisciplinare di tutta l’équipe (anestesista, fisiatra, fisioterapista, infermiere), dal momento che parte integrante nel recupero è il controllo del dolore post-operatorio, insieme alla motivazione psicologica del paziente.
Il lavoro di squadra, che prende in cura il paziente a 360°, dà sempre grandi risultati. Sono entusiasta di poter offrire al territorio della Lomellina questa grande opportunità di cura: i pazienti non dovranno più spostarsi nelle aree limitrofe”, conclude il dottor Bertaiola.
Lo sviluppo della chirurgia protesica del ginocchio
Negli ultimi 20 anni, la ricerca si è concentrata nello sviluppo della protesica di ginocchio: tra il 2000 e il 2005 sono stati fatti passi avanti verso una minore invasività chirurgica, prediligendo vie di accesso meno traumatizzanti. Successivamente è nata la Navigazione Computer Assistita.
Dopo il 2010 sono stati messi a disposizione nuovi modelli protesici sempre più adatti alle diverse varianti di ginocchio e modificati i concetti di allineamento intraoperatorio del ginocchio. Su questa via di continua crescita, è stato messo a punto nel settembre 2019 un robot con il compito di assistere il chirurgo durante l’intervento, proprio come il sistema robotico utilizzato all’Istituto Clinico Beato Matteo.