Cosa sono le piaghe da decubito e come si curano

PUBBLICATO IL 15 MAGGIO 2023

Le piaghe da decubito, dette più propriamente lesioni da pressione, sono delle ulcere che si formano in seguito ad una iperpressione locale. Queste ulcerazioni, che possono colpire persone con ridotta mobilità autonoma o costrette a immobilità, sono una patologia che richiede grande attenzione e specializzazione tra i professionisti sanitari.

A parlarne la dottoressa Stefania Chiarenza, responsabile del Centro di Vulnologia degli Istituti Clinici Zucchi di Monza e dell’Istituto Clinico Villa Aprica.

 

Cosa sono le piaghe da decubito

Le piaghe da decubito sono un danno ischemico a carico della cute che, a seguito di una continua iperpressione locale anche temporanea, si ulcera.
“Il problema, contrariamente a quanto si possa pensare, parte dai piani profondi ed apre un circolo vizioso fin quando la cute, in sofferenza, diventa necrotica” spiega la dottoressa.

Esiste una classificazione per la stadiazione delle piaghe da decubito:

  • Stadio I: caratterizzato da cute intatta e dalla presenza, in un’area localizzata, di un eritema cutaneo;
  • Stadio II: la cute perde inspessimento e presenta un’ulcerazione superficiale;
  • Stadio III: il livello di lesione è più profondo mostrando il tessuto adiposo sottocutaneo;
  • Stadio IV: l’ulcerazione raggiunge gli stadi più profondi del derma esponendo muscolo, tendine e osso.

“Il primo segno dell’insorgenza delle piaghe da decubito avviene con la comparsa di un eritema cutaneo in corrispondenza di una salienza ossea. Se non trattata o risolta in breve tempo l’iperpressione locale, si assiste ad un peggioramento locale dello strato superficiale cutaneo fino all’ulcerazione. Questa può raggiungere i piani profondi fino anche all’osso” aggiunge la vulnologa.

 

Le lesioni da decubito: dove si localizzano

Le piaghe da decubito possono presentarsi in diversi distretti corporei. Le più riscontrate sono: 

  • sacrali e trocanteriche, tipiche del paziente allettato anziano, coinvolgono la zona dell’osso sacro o la regione trocanterica;
  • ischiatiche, spesso presenti nel paziente paraplegico che passa molte ore in carrozzina, in assenza di presidi e cuscini adeguati;
  • le lesioni da pressione a vari distretti corporei dovute, ad esempio, ad una calzatura scorretta o un tutore posizionato in maniera non corretta per tempo prolungato. 

“Le piaghe da decubito si presentano soprattutto in quei soggetti che hanno un’alterata sensibilità e non si accorgono del dolore” conferma la specialista.

 

I fattori di rischio

I fattori di rischio che rendono più probabile la formazione di lesioni da pressione sono tipici nei pazienti costretti a ridotta o nulla mobilità. Quelli più frequenti sono:

  • la denervazione, ovvero la perdita di innervazione di un tessuto;
  • le alterazioni del trofismo cutaneo; 
  • la scarsa mobilizzazione.

 

Come si curano le piaghe da decubito

“Il primo passo per affrontare le piaghe da decubito è la prevenzione. Con questo si intende che occorre essenzialmente risolvere il problema dell’iperpressione, con l’utilizzo di dispositivi appropriati sulla base della valutazione del rischio individuale. Ma anche mettere in atto tutte le strategie disponibili per migliorare il trofismo cutaneo” afferma la specialista.

Una volta che si presenta l’ulcerazione diventa inoltre necessario intervenire direttamente sulla cute lesa. A seconda delle condizioni locali della ferita e delle condizioni del paziente, si dovrà scegliere la medicazione più adeguata. “Queste medicazioni devono essere eseguite da personale specializzato, anche a domicilio, possibilmente su indicazione di un centro di alta specialità. Con una buona medicazione e le corrette indicazioni la piaga può andare verso una risoluzione, purché non ci sia coinvolgimento osseo di tipo infettivo che abbia raggiunto uno stato molto avanzato tale da richiedere trattamenti specialistici differenti” conclude la dottoressa Chiarenza.

Cura e Prevenzione