Come prepararsi allo sci

PUBBLICATO IL 23 FEBBRAIO 2023

Come prepararsi allo sci

PUBBLICATO IL 23 FEBBRAIO 2023

Quando parliamo di stagione invernale, la prima cosa che ci viene in mente, è la neve. Tanti appassionati, soprattutto amatoriali, appena arriva il weekend, salutano la città e raggiungono le località sciistiche dove possono concedersi almeno un paio di giorni di relax e discese in compagnia. Attenzione però a non riversarsi con foga sulle piste se non si è sufficientemente pronti e preparati. Prima di mettere gli sci ai piedi è, infatti, necessario seguire precise indicazioni - tra esercizi di rinforzo, equilibrio e propriocezione - per evitare incidenti di percorso e non rischiare di farsi male seriamente (sia per sciatori professionisti, sia per sciatori amatoriali).

Il dottor Andrea Panzeri, responsabile dello Sport and Trauma Research Center all’Istituto Clinico San Siro e Presidente della Commissione medica FISI (Federazione Italiana Sport Invernali), ci spiega come allenare il nostro corpo con grande anticipo e con determinati focus sui distretti anatomici garantisca non solo una performance migliore ma anche una protezione dai traumi da neve.

 

Forza, resistenza e controllo

“Per non farsi cogliere impreparati sulle piste da sci e cavalcare la neve a riparo da qualsiasi inconveniente, è necessario prestare attenzione a poche, ma importanti indicazioni - raccomanda il dr. Panzeri -.

Innanzitutto, se si decide di optare per lo sci, in generale, la preparazione dovrebbe cominciare almeno 2 mesi prima di mettere gli scarponi ai piedi. È proprio nell’arco di questo tempo che, con un buon allenamento, possiamo renderci conto dei cambiamenti all’interno del nostro corpo e delle nostre performance”.

È necessario dunque, soprattutto nello sci alpino, distinguere 3 grosse macroaree di preparazione:

  • forza;
  • resistenza;
  • controllo neuromuscolare e propriocettivo.

La forza

“Lo sci alpino resta uno sport dove è fondamentale avere forza, soprattutto alla muscolatura degli arti inferiori, sia anteriormente sia posteriormente, quindi flessori ed estensori. Ma non solo: giocano il loro ruolo anche una muscolatura addominale, detta core, molto forte e sviluppata, e anche una muscolatura degli arti superiori del collo ben consolidata - continua -. Si può dire che un allenamento a 360 gradi, dando priorità anche alla forza eccentrica, è quello che serve quando si scia”.

La resistenza

Non dimentichiamoci che lo sci è uno sport dove - seppur in discesa e seppur senza grosse distanze -  si contempla anche una componente di resistenza, di capacità aerobica, quindi di un allenamento cardiovascolare

“All’interno del nostro allenamento - prosegue lo specialista - deve essere sempre presente la cyclette, la corsa, oppure altri macchinari come l’ellittica, che si possono utilizzare per un training cardiovascolare per alzare la frequenza cardiaca in base all’età e alla capacità e al livello di allenamento. Consiglio, in questi casi, l’utilizzo di un cardiofrequenzimetro in modo tale da ottimizzare i tempi dell’allenamento, andando a lavorare su quelle frequenze cardiache di cui abbiamo bisogno”.

Il controllo neuromuscolare e propriocettivo

Il terzo macrogruppo è quello del controllo di controllo neuromuscolare, quindi con tutta una serie di esercizi di ginnastica propriocettiva e dell’equilibrio, che servono al nostro corpo per far sì che abbia sempre più capacità di riconoscere e di essere reattivo agli stimoli che il terreno trasmette. Non dimentichiamoci che lo sci è uno sport di scivolamento, perché si scivola sulla neve con degli attrezzi (sci) che sono stretti e lunghi: l’equilibrio è utile quindi nella capacità di controllare questi attrezzi, rendendo la nostra performance migliore e riducendo di conseguenza la capacità di infortunio.

Queste sono dunque le 3 macroaree fondamentali che valgono per tutti gli sport invernali e per tutte le tipologie di sportivo, dall’amatoriale all’agonista. Ovviamente, nello sci di fondo, è molto più importante rinforzare la parte cardiovascolare e cardiorespiratoria rispetto alla parte di forza, proprio perché è uno sport di resistenza. Ognuno si deve allenare in base alle proprie capacità e in base al proprio livello.

 

La fase di riscaldamento 

“Una volta preparati a dovere e giunti agli impianti, prima di cominciare a sciare, è d’obbligo dedicare qualche minuto al riscaldamento – afferma - . Bastano semplici esercizi di stretching, di allungamento muscolare e di riattivazione neuromuscolare, anche se alla fine, il miglior riscaldamento possibile è rappresentato dalla prima discesa sulla neve che deve essere eseguita in maniera graduale, progressiva e senza troppe forzature o pressioni.” 

 

Parole d’ordine: idratarsi e stare leggeri

È noto a tutti come, con il freddo, si avverta meno la sensazione di sete. Nonostante questo, però, è sempre consigliato rimanere idratati così come è sempre importante nutrirsi nel modo giusto ed equilibrato.

“Innanzitutto, è necessario consumare una buona colazione completa con il giusto apporto di calorie, proteine, carboidrati e zuccheri - consiglia il medico -: un frutto, una spremuta, uno yogurt con i cereali, un toast o comunque del pane con prosciutto/bresaola o un uovo, garantiscono energia a sufficienza per sostenere l’attività fisica. 

A metà mattina, se la fatica si fa sentire, si può sgranocchiare della frutta secca o magari del cioccolato fondente, che forniscono una buona dose di energia; a pranzo qualcosa di leggero senza condimenti pesanti, (magari un piatto di pasta poco condita), mentre nel pomeriggio, al termine dell’attività, si può bere qualcosa di caldo. È bene ricordare di non assumere alcolici a pranzo perché questo inibisce il controllo neuromuscolare e la lucidità, con il rischio di infortunarsi.

Mi raccomando - conclude Panzeri - quando si avvertono i primi segni della stanchezza è meglio fare una discesa in meno e andare a casa piuttosto che sciare con troppo affaticamento muscolare: la perdita di controllo e l’infortunio sono sempre dietro l’angolo”.