Cos'è e come si presenta il nevo displastico?

PUBBLICATO IL 15 SETTEMBRE 2022

I nevi displastici, chiamati anche nevi atipici, sono lesioni pigmentate melanocitarie che possono essere presenti fino al 60-90% della popolazione.

È importante sottolineare come questo tipo di nevo non sia necessariamente sinonimo di tumore della pelle, quindi meglio non allarmarsi prima del tempo. Secondo la Skin Cancer Foundation, è preferibile utilizzare la dicitura ‘nevo atipico’ e riservare invece il termine di nevo displastico soltanto dopo l’accertamento con esame istologico

La formazione di questi nevi dipende da diversi fattori, tra cui la familiarità e la predisposizione ad averne di numerosi su tutto il corpo. Come riconoscerli?

Il dottor Bruno Bianchi, responsabile dell’Ambulatorio di Dermatologia all’Istituto Clinico Villa Aprica e dermatologo presso alcune Smart Clinic del Gruppo San Donato, spiega l’importanza della prevenzione e dell’affidarsi a mani di specialisti esperti.

 

Le caratteristiche del nevo atipico

Come detto, il nevo atipico è una piccola lesione che potrebbe, in una piccola percentuale di casi, trasformarsi in un melanoma. “Sono dei nevi, il più delle volte, congeniti e dalle dimensioni variabili: nella maggior parte dei casi non superano gli 8 mm nel loro asse maggiore e si localizzano preferenzialmente al tronco - spiega il dott. Bianchi -. 

Possono comparire nel corso della vita in particolari circostanze, come durante il post esposizione solare, e soprattutto in persone con determinate caratteristiche come, ad esempio: 

  • donne durante la gravidanza
  • persone con un fototipo chiaro (2A/2B); 
  • persone che difficilmente si abbronzano in maniera uniforme
  • persone che hanno lentiggini

Altri soggetti a rischio sono coloro che, nel corso della loro vita, hanno avuto scottature ripetute intermittenti”. 

A fronte di queste caratteristiche, se c’è familiarità e/o se è presente un numero di nevi superiore a 100, diventa necessario programmare immediatamente dei controlli periodici per cogliere delle possibili modifiche del nevo che possano preludere ad una sua trasformazione in melanoma.

 

Come individuare un nevo displastico 

“Per individuare un nevo displastico è sicuramente di grande aiuto l’esame dei nevi in epiluminescenza e, in modo particolare, la cosiddetta regola dell’A, B, C, D, E, che permette di monitorare nel tempo la lesione e cogliere immediatamente una possibile trasformazione in melanoma maligno”, continua il dermatologo. 

Come funziona la regola dell’A, B, C, D, E e a cosa prestare attenzione

Questa regola prende in considerazione 5 caratteristiche dei nevi:

  • A, eventuale Asimmetria del nevo: un nevo deve avere sempre una forma grossolanamente tondeggiante oppure ovale. Il dermatologo che idealmente divide il nevo a metà nel corso dell’esame in epiluminescenza dovrà valutare se per caso vi è un’asimmetria del nevo stesso, cioè se una metà non è esattamente speculare all’altra;
  • B, i Bordi del nevo: questi devono essere netti e regolari, mentre nel nevo displastico sono spesso frastagliati e assomigliano molto a una carta geografica;
  • C, il Colore del nevo: questo è dato dalla quantità di melanina presente al suo interno. Di solito è di tonalità mattone chiaro ed è uniformemente distribuita. Nei nevi atipici, ci possono essere molto spesso delle sfumature di marrone (dal chiaro allo scuro, fino ad arrivare a un colore nero) e una possibile presenza contemporanea di più colori (es. bianco, rosso, blu) indice di trasformazione del nevo in un melanoma;
  • D, la Dimensione del nevo: come detto, i nevi solitamente non devono superare gli 8 mm nel loro asse maggiore. L’importante è, nella valutazione dei nevi del paziente, controllarne la quantità, la familiarità e la presenza della cosiddetta sindrome da melanoma familiare con nevi multipli atipici (FAMMM).
  • E, l’Evoluzione del nevo nel tempo: questo parametro viene valutato, confrontando i dati della visita dermatologica precedente con quella attuale, in modo da rilevare eventuali modificazioni morfologiche, strutturali e colorimetriche del nevo. 

 

Attenzione ai raggi ultravioletti: come difendersi 

“I raggi ultravioletti sono dannosi per i nostri nevi - conclude lo specialista -. Soprattutto durante il periodo estivo, per evitare che questi possano ulteriormente peggiorare l’eventuale atipia di qualche nevo, è necessario e fondamentale adottare delle semplici misure protettive, grazie all’utilizzo di ottimi schermi solari ad alto grado di protezione

  • per gli adulti, il fattore di protezione solare (SPF) deve essere di almeno 30; 
  • per i più piccoli, meglio la massima protezione (50+). 

Meglio prediligere creme e lozioni perché garantiscono una copertura più uniforme rispetto agli spray, con applicazione ogni 3-4 ore in caso di esposizione solare prolungata”.

Cura e Prevenzione