Qual è la differenza tra emorroidi e ragadi?

PUBBLICATO IL 06 GIUGNO 2022

Le emorroidi sono una patologia benigna della zona anale estremamente comune, tanto che l’ISS stima che circa il 50% degli adulti soffra di tanto in tanto di disturbi ad essa riconducibili. Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione, è ancora frequente la confusione con un’altra nota problematica benigna a carico dell’area anale: le ragadi

Il Dott. Angelo Stuto, chirurgo generale e specialista coloproctologo della Casa di Cura La Madonnina, nonché responsabile dell’Unità di Chirurgia Coloproctologica e del Pavimento Pelvico dell’IRCCS Policlinico San Donato, responsabile della sezione di Chirurgia Coloproctologica e del Pavimento Pelvico - U.O. Chirugia Generale dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, ci illustra meglio quali siano le differenze fra le 2 patologie

 

Cosa sono le emorroidi

Il tessuto emorroidario è un tessuto naturalmente presente nel nostro corpo e riccamente vascolarizzato, che serve a: 

  • ammortizzare il passaggio delle feci nell’ultimo tratto dell’ano-retto; 
  • svolgere una funzione di continenza

Questo tessuto, per fattori di predisposizione individuale e di altre motivazioni, si può dilatare, sanguinare e fuoriuscire dal canale anale, determinando una sintomatologia spesso invalidante.

Le emorroidi si possono distinguere in:

  • interne, presenti all’interno dell’ultimo tratto del Retto;
  • marginali o esterne, nella zona esterna del canale anale.

 

Cosa sono le ragadi

Le ragadi sono delle piccole lesioni e ferite della mucosa che riveste l’ano, le quali vanno a cronicizzarsi. In inglese vengono opportunamente definite ‘fissure’, in quanto si tratta di vere e proprie fissurazioni. 

 

Quando si manifestano le 2 problematiche

Le 2 problematiche si possono presentare a qualsiasi età e, sebbene non di frequente, anche in contemporanea. Ciò avviene in particolar modo quando il prolasso emorroidario fa sì che si rompa la mucosa anale e si crei un piccolo taglio sul quale si instaura la ragade.

 

I sintomi delle emorroidi 

Tra i sintomi caratteristici delle emorroidi troviamo:

  • sanguinamento, a volte anche su carta igienica, spesso senza dolore o con dolore esiguo che scompare dopo la defecazione;
  • sensazione di mancata pulizia;
  • presenza visiva ed individuabile al tatto di escrescenze localizzate nell’area anale, nel momento di pulizia e/o lavaggio;
  • presenza di tessuto anale esterno in eccesso che, in alcuni casi, il paziente deve riposizionare manualmente all’interno dopo la defecazione.

 

I sintomi delle ragadi

Per quanto riguarda la sintomatologia delle ragadi, invece, essa va ricercata principalmente nella presenza di dolore intenso e protratto, dopo ogni defecazione per una durata dai pochi minuti a diverse ore.

 

Le cause delle emorroidi

Le emorroidi possono essere causate da diversi fattori, tra cui: 

  • predisposizione familiare: non si può parlare propriamente di fattori genetici, ma esiste una propensione familiare per lo sviluppo delle emorroidi legata alla lassità del tessuto connettivo che sostiene il tessuto emorroidario; 
  • gravidanza e parto: questo sia per l’azione propulsiva del parto sia perché alcuni ormoni in questa fase tendono a rilassare il tessuto connettivo per permettere il passaggio del bambino con possibilità, dunque, di sviluppare prolassi anche a livello emorroidario, soprattutto nei casi in cui esiste una predisposizione;
  • stitichezza e diarrea cronici: possono andare a danneggiare il tessuto emorroidario e del canale anale, nel primo caso per lo sforzo defecatorio e nel secondo per l’acidità delle feci.

 

Le cause delle ragadi

Le cause delle ragadi, invece, sono determinate da:

  • stitichezza e sforzi defecatori: insorgono principalmente a causa di feci secche (bolo fecale) che vanno a determinare una piccola lesione a livello anale;
  • diarrea cronica: come per le emorroidi, anche la diarrea cronica, ad ogni modo, va ad infiammare il tessuto anale rendendolo più sensibile allo sviluppo di lacerazioni;
  • stress: può determinare un ipertono sfinteriale, ovverosia una contrazione costante dei suoi muscoli, che può portare a sforzi defecatori, quindi alla lesione, nonché ostacolare la vascolarizzazione dell’area e la cicatrizzazione della ragade.

 

La visita specialistica per emorroidi e ragadi 

“Sia ragadi che emorroidi sono patologie benigne che, tuttavia, in alcuni casi possono andare a compromettere la qualità di vita delle persone che ne soffrono – spiega il proctologo -.  Se la sintomatologia che si riscontra è frequente, è opportuno rivolgersi ad uno specialista per le opportune valutazioni del caso. 

Sintomi, quali dolore e sanguinamento, o elementi correlati, quali diarrea o stipsi, possono essere ricondotti anche ad altre patologie non necessariamente preoccupanti, ma per le quali è necessaria una diagnosi precisa che si ottiene con una visita specialistica accurata.

La visita dal medico non deve destare preoccupazione o imbarazzo. La fase di ispezione ed esplorazione della cavità anale e, ove possibile e necessario, un’ anoscopia, ossia l’inserimento  per alcuni secondi di uno strumento monouso nei primi 4/5 cm del canale anale, così da visionarlo dall’interno (ndr), viene effettuata con la massima delicatezza. Se l’esaminazione risulta particolarmente dolorosa, inoltre, lo specialista può sempre prescrivere una breve terapia medica e riaggiornare la visita a seguito di questa”. 

L’importanza di una diagnosi precoce in caso di ragadi

Una diagnosi precoce, in particolare legata alle ragadi, può determinare un approccio terapeutico meno invasivo

In una prima fase, infatti, che può durare anche alcuni mesi, la patologia è determinata da un ipertono dello sfintere anale per il quale una terapia medica e/o fisica possono essere risolutive, ma se la sintomatologia dolorosa si protrae senza alcuna terapia al riguardo, l’unica opzione a disposizione può risultare l’intervento chirurgico.

Attenzione alle cure ‘fai da te’

Oltretutto, occorre fare attenzione alle cure fai da te con l’assunzione di farmaci poco mirati o di lassativi anche a base di erbe che: nel primo caso possono risultare poco efficaci, mentre nel secondo possono risultare eccessivi ed abituare drasticamente l’organismo che senza di essi farà, poi, difficoltà ad evacuare.

 

La cura per emorroidi e ragadi

La terapia adottata per il trattamento delle 2 patologie deve essere ritagliata sulla singola persona in base alla sua storia clinica e a più fattori fra cui età e comorbidità

Per quanto concerne i bambini, ad esempio, la chirurgia non viene generalmente considerata, ma al suo posto viene attuato un approccio correttivo di tipo medico ed alimentare.

Ragadi e terapia medica

Nella fase di ipertono dello sfintere anale è possibile intervenire sulle ragadi, con buone percentuali di successo, avvalendosi di una terapia medica che può prevedere:

  • farmaci topici che vanno a rilassare chimicamente i muscoli dello sfintere anale;
  • dilatatori che, contrariamente all’immaginario, vengono introdotti nella zona anale pochi minuti al giorno e permettono di effettuare uno stretching meccanico del muscolo;
  • creme idratanti e protettive, come della semplice vaselina, da utilizzare prima della defecazione così da proteggere e lubrificare la mucosa al passaggio delle feci.

Ragadi e terapia chirurgica

Qualora se ne presenti la necessità o la ragade non sia più nella sua fase iniziale si può ricorrere alla chirurgia mininvasiva con un intervento della durata di circa 20 minuti, effettuato generalmente in anestesia loco-regionale, ovverosia in spinale eseguita a livello delle ultime vertebre, e in regime di day surgery

Si procede a rimuovere la ragade per poi eseguire un’anoplastica: per favorirne la guarigione, si fa scorrere dal margine anale sino all’area precedentemente interessata della ragade, un piccolo lembo di cute di alcuni millimetri, massimo 1 cm.

“Una cosa importante che è opportuno chiarire – specifica lo specialista - è che la procedura non prevede più la tanto temuta sfinterectomia, ovverosia la sezione di una parte dello sfintere, e i casi di incontinenza post-operatoria oramai sono quasi aneddotici”.

Il percorso chirurgico per le emorroidi 

Per quanto concerne le emorroidi, invece, se la terapia conservativa a base di creme ad uso topico non è sufficiente a contrastare la sintomatologia persistente, si ha a disposizione un percorso chirurgico.

Al giorno d’oggi le tipologie d’interventi per la correzione delle emorroidi sono molteplici e vengono selezionate da specialista e paziente prendendo in considerazione le necessità e il quadro clinico del soggetto. La patologia, infatti, non viene più classificata per gradi, ma in base ai disturbi che essa determina. 

La tendenza attuale è quella della non rimozione, salvo casi particolari, ma del riposizionamento delle emorroidi nella propria sede o della loro ‘bruciatura’. Anche in questo caso si parla di tecniche mininvasive, eseguite in anestesia generalmente loco-regionale in regime day surgery o più raramente con 1/2 notti di ricovero

Le varie opzioni chirurgiche possono includere tecnologie quali, ad esempio:

  • laser;
  • radiofrequenza;
  • suturatrici meccaniche (Stapler);
  • fili di sutura;
  • ultrasuoni.

 

Dolore e post-operatorio

La coloproctologia ha compiuto dei passi da gigante nel tempo, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, e, se anche il dolore post-operatorio non può ritenersi del tutto scomparso, questo aspetto non deve precludere un percorso chirurgico, in quanto è generalmente ben tollerato e controllabile farmacologicamente.

Sia per la rimozione di ragadi che di emorroidi non sono previste medicazioni particolari e, dopo un periodo di riposo di circa 2 settimane e una visita di controllo con lo specialista, è possibile tornare alle normali attività quotidiane

 

Cosa mangiare per emorroidi e ragadi 

Aspetti fondamentali che accompagnano sia i percorsi medici che chirurgici in relazioni ad emorroidi e ragadi sono: 

  • lo stile di vita del paziente; 
  • un regime alimentare adeguato che permetta la formazione di feci della giusta consistenza e tenda a non irritare l’intestino e la sua mucosa.

Da evitare, quindi, gli estremi come: 

  • diete prettamente liquide;
  • regimi alimentari sia troppo ricchi che poveri di fibre. 

È importante, invece:

  • bere il giusto quantitativo d’acqua; 
  • seguire diete come quella mediterranea, variando: 
  • frutta; 
  • verdura; 
  • pasta; 
  • pesce; 
  • in preferenza carni bianche.

Infine, da evitare o limitare il consumo di alimenti e sostanze irritanti quali:

  • insaccati;
  • fritti;
  • cioccolato;
  • caffeina;
  • alcolici e superalcolici.
Cura e Prevenzione