Spermiogramma: cos’è
PUBBLICATO IL 07 SETTEMBRE 2021
La conta degli spermatozoi indica il livello di fertilità di un uomo. Il medico spiega quali sono i parametri da considerare per interpretare questo esame.
Con il progredire dell’età gli spermatozoi tendono a diminuire ma, come si dice in questi casi, ne basta uno per conseguire l’obiettivo. Grazie alla consulenza del Dott. Danilo Zani, Responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia, facciamo il punto relativamente ad un esame molto richiesto, lo spermiogramma, il cui esito dà informazioni sul livello di fertilità di un uomo.
Cos’è lo spermiogramma
Lo spermiogramma è un esame di laboratorio indicato per lo studio del liquido seminale che valuta la fertilità maschile.
Ci sono diversi parametri che si possono valutare grazie all’esecuzione di uno spermiogramma: “Lo sperma - spiega il Dott. Zani - è caratterizzato da:
- una componente cellulata, gli spermatozoi;
- una componente liquida, il liquido seminale prodotto dalla prostata, dalle vescicole seminali e dalle ghiandole accessorie.
I parametri più significativi riguardano gli spermatozoi e, nello specifico, sono:
- la quantità: deve essere adeguata al valore indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che dichiara normale un valore che va oltre i 15 milioni di spermatozoi per ml;
- la motilità: la capacità di svolgere la loro funzione e quindi raggiungere l’ovulo da fecondare;
- la morfologia: devono essere rilevabili con testa, collo e coda come da indicazioni delle linee guida.
Dai risultati che emergono in fase di refertazione, siamo in grado di stabilire se il paziente è fertile o se invece presenta dei problemi in uno di questi 3 parametri”.
Le possibili diagnosi: varicocele
“Ci sono molti casi di giovani che in seguito ad uno spermiogramma dai valori alterati, scoprono di essere affetti da varicocele, una patologia un tempo rilevata durante la leva che determina una dilatazione delle vene localizzate attorno al testicolo e un’alterazione significativa nella qualità del liquido seminale”, puntualizza il Dott. Zani.
Fortunatamente, però, il varicocele, laddove dovesse minare la fertilità di un individuo, può essere risolto chirurgicamente senza grosse difficoltà.
Un solo spermiogramma può non bastare
“Lo spermiogramma - continua lo specialista - una volta eseguito la prima volta, può essere ripetuto a distanza di 2 mesi, soprattutto in quei casi in cui il referto risultati incerto o alterato, e questo allo scopo di verificare almeno 2 cicli seminali.
Si tratta, infatti, di un periodo che riflette il ciclo riproduttivo di uno spermatozoo: uno spermatozoo che nasce oggi è visibile tra due mesi mentre uno spermatozoo visibile oggi è nato 60/70 giorni fa”.
Come prepararsi all’esame
“L’unico accorgimento da adottare prima di sottoporsi ad uno spermiogramma - sottolinea il Responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia - è astenersi, per almeno 3/5 giorni, dai rapporti sessuali. Per il resto si tratta di un esame di semplice esecuzione a cui sottoporsi in ambiente ospedaliero”.
Uno studio sui fattori che influenzano la fertilità maschile
Esistono fattori che possono seriamente minare la fertilità maschile: su tutti l'inquinamento, una cattiva alimentazione ed una scarsa propensione all'attività fisica.
“Insieme all’Università degli Studi di Brescia, al Prof. Francesco Donato, Docente di Igiene generale e applicata, e al Dr. Luigi Montano, Responsabile del primo Servizio Pubblico in Italia di Medicina dello Stile di Vita in UroAndrologia dell'ASL Salerno - spiega il Dottor Zani - abbiamo condotto uno studio sull’entità dell’alterazione del liquido seminale riconducibile all’impatto ambientale valutando Brescia, la terra dei fuochi (il territorio compreso tra Napoli e Caserta) e la valle del Sele.
I risultati emersi da 2 gruppi di giovani coinvolti, uno dei quali invitato a prediligere una dieta mediterranea, ha dato risultati incoraggianti a testimonianza di come sia possibile comunque porre rimedio ad una situazione ambientale pericolosa per la propria salute.
Un regime alimentare come quello tipicamente italiano, infatti, è risultato essere protettivo su molteplici alterazioni del liquido seminale che si possono verificare in zone ad alto impatto ambientale.
Ma non solo: grazie allo studio condotto, abbiamo evidenziato come alcune abitudini di vita come una regolare attività sportiva e astensione dal consumo alcol, fumo e droghe, possano portare significativi miglioramenti della quantità del liquido seminale.
Una dimostrazione ulteriore di come lo sperma rappresenti una spia del nostro stato di salute generale”.