Le cause scatenanti dell'Epilessia e quali sono i possibili sintomi
PUBBLICATO IL 25 MARZO 2021
L’epilessia è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale. L’esperto ne spiega le cause, i sintomi e come oggi è possibile conviverci conducendo una vita normale.
“L’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dalla presenza e dal ripetersi nel tempo di crisi epilettiche, cioè delle manifestazioni improvvise involontarie di breve durata sia somatiche, con contrazioni e spasmi muscolari, sia in alcuni casi con perdita di coscienza, perché avviene nel cervello una scarica neuronale cerebrale”, dichiara il prof. Cesare Maria Cornaggia, Responsabile dell’Unità Semplice di Neuroriabilitazione Cognitiva degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza, che descrive quali sono le cause e i sintomi di questa malattia e come è possibile tenerla sotto controllo.
Cenni Storici
L’epilessia è una delle più antiche malattie registrate nella storia della Medicina. Fino alla metà del secolo scorso, le persone con epilessia erano considerate inguaribili, una tara all’interno della famiglia. La storia e gli studi hanno dimostrato, però, che nella gran parte dei casi, è una patologia curabile e che è possibile condurre una vita del tutto normale.
Questa malattia non ha fermato Giulio Cesare, Alessandro Magno, Fyodor Dostoevskij, che sono solo alcuni dei tanti personaggi storici affetti da epilessia, i quali sono riusciti a conviverci, regalandoci grandi opere e avvenimenti memorabili.
Quali sono le cause dell’epilessia?
La crisi epilettica di per sé è un evento che può colpire qualsiasi persona: “Ognuno di noi nel corso della sua vita, per qualsiasi ragione, può manifestare delle crisi epilettiche tanto che oggi si ritiene che circa il 4-5% della popolazione abbia nella sua vita almeno una crisi epilettica, senza sviluppare un’ epilessia la quale si definisce soltanto quando le crisi si ripetono nel tempo - indica il Professor Cornaggia -.
Le cause dell’avvento di una crisi possono essere diverse:
- epilessie che nascono da una predisposizione genetica, cioè che non hanno un substrato lesionale e sono forme particolari con una maggiore tendenza a risolversi nel tempo, che nella gran parte dei casi possiamo definire benigne;
- epilessie che possono insorgere sulla base di lesioni della corteccia cerebrale e sono successive a asfissie perinatali, eventi emorragici, traumi cranici, ictus, oppure piccole lesioni tumorali e angiomi, ed altro ”.
Nelle epilessie la prognosi è sempre tendenzialmente favorevole, si ritiene infatti che il 75-80% delle persone affette da questa patologia arriva a un controllo completo delle crisi.
Quali sono i sintomi
“Sono estremamente variegati, perché dipendono dal tipo di epilessia. Infatti, in base ai sintomi con cui l’epilessia si manifesta, è possibile distinguere tra quello che un tempo veniva chiamato ‘Piccolo male’ e quello che veniva definito ‘Grande male’”, spiega il Prof. Cornaggia.
I sintomi del piccolo male epilettico
“Il ‘Piccolo male’ consiste in brevissime perdite di contatto con l’ambiente della durata di pochi secondi che colpiscono in età scolare e che avvengono nella prima parte della giornata.
I sintomi del grande male epilettico
“Queste crisi colpiscono tutto il corpo, oggi si definiscono ‘crisi generalizzate tonico cloniche’, in cui il soggetto cade a terra e ha delle contrazioni di tutto il corpo, mordendosi la lingua.
Hanno generalmente durata molto breve, da meno di 1 minuto a qualche minuto con una successiva dissoluzione poi lenta e graduale.
Queste sono quelle che generalmente caratterizzavano il cosiddetto ‘mal comiziale’, nella terminologia dei tempi passati - approfondisce il Prof. Cornaggia -.
Di fronte a queste crisi è consigliabile fare il meno possibile, bisogna solo cercare che il soggetto non si faccia involontariamente del male, possiamo solo liberarlo da ciò che ha di intralcio.
Quali zone del cervello originano le crisi
“Le crisi epilettiche possono essere generate da tutte le aree cerebrali corticali. La loro sede di origine determina quello che accade sul corpo e può essere individuata attraverso una descrizione della crisi o dagli esami diagnostici.
Pertanto la scarica può avvenire:
- nell’area corticale motoria: in questo caso si avranno movimenti incontrollati, ad esempio degli arti;
- nell’area corticale visiva: il soggetto avrà problemi nella vista, come la visione di lampi di luci negli occhi”.
Quello che è importante sapere, è che l’area cerebrale interessata sarà sempre la stessa per tutta la vita del paziente, quindi il fenomeno della crisi epilettica sarà sempre lo stesso.
Esami diagnostici
“Per diagnosticare la patologia, è necessaria una attenta descrizione degli eventi fatta dalle persone vicine al soggetto, e un elettroencefalogramma diagnostico solo nel momento in cui si registra direttamente una crisi.
Poi ci sono altri accertamenti come tac e risonanza magnetica cerebrale che vanno a verificare se le crisi epilettiche non siano espressione di un’altra patologia, specie quando le crisi insorgono in un’età avanzata e potrebbero essere espressione di un tumore, ad esempio”.
Le cure
“La terapia farmacologica dell'epilessia punta a prevenire la ricorrenza di crisi, cercando di minimizzare effetti indesiderati che possono pesare sulla qualità della vita del paziente.
La terapia deve essere personalizzata e tenere conto di:
- età del paziente
- condizioni fisiche
- tipo di epilessia.
Vi è poi per alcune situazioni particolari l’opzione chirurgica.
“Oggi ci sono molte varietà di farmaci che portano a ottenere il controllo completo delle crisi e si ritiene che una quota anche superiore alla metà dei casi, dopo un certo spazio di tempo senza crisi possa anche sospendere la cura.
Tendenzialmente la riduzione della terapia avviene dopo 2 o 3 anni senza crisi ma si tratta di valutazioni che vanno fatte caso per caso. Ad esempio, se una persona affetta da epilessia fa un lavoro rischioso, il medico sarà più prudente nella riduzione della terapia rispetto a una persona che è in casa o fa lavori meno pericolosi”.
Si può guarire dall'epilessia?
L’epilessia si può curare. “È dimostrato che la metà delle persone affette riesce ad ottenere, tramite una cura, un completo controllo delle crisi e non presenta ricadute dopo la sospensione del trattamento. Si può, quindi, avere una vita del tutto normale, le donne possono avere delle gravidanze, si può guidare e viaggiare e fare anche lavori particolari.
Questo grazie anche al lavoro fatto dalle organizzazioni internazionali sulla valutazione dei rischi, sulla formazione nelle aziende e su tutti gli studi fatti dove è stato interessante vedere che gli infortuni sul lavoro non sono significativamente più alti rispetto a quelli che hanno le persone con epilessia, perché coscienti della loro patologie sono molto attente sul lavoro” conclude l’esperto.