Otite esterna: cosa fare in caso di prurito e dolore alle orecchie

PUBBLICATO IL 13 LUGLIO 2021

L’estate può essere una stagione a rischio per la salute delle orecchie. L’otorino spiega perché viene l’otite esterna o otite del nuotatore, come curarla e prevenirla. 
 

È arrivato il caldo. E così anche la voglia di ricominciare ad andare in piscina o al mare. Per rinfrescarsi e per rimettersi in forma. Un’abitudine salutare che però può nascondere qualche insidia, come la cosiddetta ’otite dei nuotatori’, una forma di otite esterna che, come dice il nome, riguarda soprattutto gli amanti degli sport acquatici. 

 

Tra i fattori di rischio più importanti c’è l’acqua che, ristagnando nell’orecchio, può scatenare un’infiammazione. Ma non solo. Un ruolo decisivo a provocarne l’insorgenza è giocato da un’eccessiva pulizia delle orecchie

 

Ma che cos’è esattamente l’otite del nuotatore? Perché in estate siamo più a rischio? Come si può risolvere e prevenirla? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Giulia Locatelli, otorino di Smart Clinic, struttura ambulatoriale del Gruppo San Donato all’interno del Centro Commerciale “Le Due Torri" e di Oriocenter. 

 

Cos’è l’otite esterna o del nuotatore

“L’otite esterna è un’infezione di origine batterica dell’orecchio esterno, cioè dell’area fuori della membrana timpanica, ovvero il condotto uditivo esterno. 

 

Il disturbo si riconosce, perché si manifesta inizialmente con un fastidioso prurito auricolare, a cui rapidamente segue un intenso dolore che negli stadi avanzati può impedire anche la masticazione - spiega la dottoressa Locatelli -. 

 

Si tratta di una patologia che si manifesta più frequentemente nei mesi estivi e in particolare modo in chi pratica sport acquatici, per questo viene chiamata anche otite del nuotatore”. 

 

 

Le cause

Responsabili dell’otite esterna sono in particolare:

  • il clima caldo-umido;
  • la macerazione della cute per ripetuti contatti con l’acqua, che possono provocare intenso prurito. 

Inoltre, i microtraumi provocati dal grattamento che ne consegue diventano facili vie di accesso per i batteri che scatenano l’infiammazione. 

 

 

I rischi della pulizia eccessiva delle orecchie

“Non è solo il ristagno dell’acqua a provocare l’insorgenza dell’otite esterna. 

A causare l’infiammazione possono essere anche abitudini igieniche delle orecchie troppo scrupolose, che contribuiscono ad alterare la difesa naturali dell’orecchio”, spiega l’otorino

 

A proteggere l’ingresso del condotto uditivo sono dei piccoli peli e, poco più internamente, il cerume. Si tratta di una secrezione fisiologica dell’orecchio prodotta da speciali ghiandole, dette ceruminose, che si trovano all’interno del canale uditivo esterno.

 

La presenza di questa sostanza non deve essere considerata come indice di scarsa igiene personale, anche perché svolge un’importante funzione protettiva. In particolare, il cerume evita il deposito di particelle estranee nell'apparato uditivo, catturandole grazie alla sua natura viscosa. Una volta inglobate, queste particelle vengono trasportate verso l’esterno dell’orecchio, attraverso microscopiche ciglia, e da lì facilmente eliminate. 

 

È evidente, quindi, che rimuovendo il cerume, come fanno molte persone con un’igiene troppo scrupolosa, anche le difese naturali vengono alterate e rimosse

 

Il risultato è che la cute si scopre ed essendo molto sottile e delicata può tagliarsi e andare incontro a microabrasioni. Se poi queste lesioni entrano in contatto con dell’acqua insaponata o sporca, come capita quando ci si lava i capelli o si va in piscina, può instaurarsi l’infiammazione. 

 

Ma non solo. Le manovre di pulizia del condotto uditivo esterno, attraverso l’utilizzo scorretto dei bastoncini in cotone, in modo troppo aggressivo e profondo, può arrivare a provocare una perforazione timpanica. 

 

“Per questo motivo - chiarisce il medico -  è opportuno che la rimozione del cerume avvenga solo quando diventa fastidioso, ovvero quando si forma il cosiddetto tappo, in genere proprio a causa di:

  • un uso scorretto dei bastoncini di cotone;
  • per una ipersecrezione delle ghiandole ceruminose”. 

 

 

Altri fattori di rischio

“L’insorgenza dell’otite esterna - spiega ancora la specialista -  può dipendere anche da altre condizioni. Ad esempio:

  • l’utilizzo di saponi alcalinizzanti, ovvero con un ph superiore rispetto a quello della nostra pelle (ph 5.5);
  •  terapie con farmaci immunosoppressori (ad esempio cortisonici e chemioterapici);
  •  la presenza di alcune patologie sistemiche come anemia, diabete;
  • carenze vitaminiche”. 

 

La cura dell’otite esterna

“Previa valutazione da parte del medico, la terapia generalmente si basa sull’utilizzo di:

  •  farmaci antinfiammatori, per attenuare il dolore;
  •  antibiotici (locale o sistemica, in base alla gravità della situazione), per eliminare l’infezione. 

È bene sottolineare che affinché la terapia risulti efficace, è necessario che venga seguita per almeno 8 giorni

Inoltre, è fondamentale che durante tutto questo periodo si eviti l’ingresso di acqua nell’orecchio interessato”, continua ancora. 

 

 

Consigli di prevenzione in estate

“Per prevenire l’otite esterna è fondamentale evitare:

  •  microtraumi;
  •  l’eccessiva igienizzazione del condotto uditivo esterno. 

Per pulire le orecchie in modo adeguato, ma senza rischiare di creare delle lesioni, è sufficiente quindi rimuovere lo sporco passando il dito solo esternamente

 

Chi ne soffre frequentemente, inoltre, dovrebbe evitare il contatto con l’acqua durante il bagno al mare e in piscina (ma anche quando ci si lava i capelli). 

Se questo non fosse possibile, è consigliabile detergere il condotto uditivo esterno con un blando disinfettante (ad esempio acqua borica) dopo ogni bagno”, conclude la specialista. 

Cura e Prevenzione