Cos’è l’artrosi delle mani e come curarla
PUBBLICATO IL 21 LUGLIO 2021
*(pagina aggiornata il 29 luglio 2024)
L’artrosi delle mani se non controllata può degenerare rapidamente e rendere difficili movimenti semplici. L’ortopedico spiega quali sono i trattamenti disponibili.
Una delle patologie più frequenti che colpisce le nostre mani è l’artrosi, una malattia degenerativa delle articolazioni, tipica delle età più avanzate (60-70 anni). Se non trattata adeguatamente da uno specialista della mano, potrebbe degenerare rapidamente, portando la persona ad avere difficoltà anche nelle attività quotidiane.
Ma come affrontarla? Cosa fare per salvaguardare il più possibile la funzionalità della mano? Ce ne parla il dottor Alberto Lazzerini, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia della Mano all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio, chirurgo della mano presso Casa di Cura La Madonnina e presso Palazzo della Salute - Wellness Clinic.
Differenza tra artrosi e osteoartrite alle mani
“Prima di tutto – spiega il dott. Lazzerini - occorre specificare che il termine corretto da utilizzare è artrosi. Osteoartrite, infatti, è un termine non corretto, che viene utilizzato per definire l’artrosi.
Esiste invece una differenza tra l’artrite e l’artrosi. L’artrite è una malattia infiammatoria, mentre l’artrosi è una malattia degenerativa. Ma quando si parla di osteoartrite alle mani, si parla di artrosi”.
Perché si sviluppa l’artrosi alle mani
“Le articolazioni della mano sono particolarmente coinvolte nello sviluppo dell’artrosi perché vanno spesso incontro a usura. Possiamo paragonare l’artrosi al consumo del battistrada delle ruote dell’automobile: più chilometri si percorrono, più la gomma si consuma.
Stessa cosa succede alla cartilagine delle articolazioni - spiega il dott. Lazzerini -. A differenza delle gomme dell’auto, le nostre articolazioni hanno una certa capacità riparativa che, però, è inferiore rispetto all’entità del consumo. Come succede anche per gli pneumatici, che se non sono perfettamente in asse si consumano di più, anche le nostre articolazioni possono consumarsi in maniera anomala se non lavorano correttamente”.
Se ci sono, ad esempio, esiti di traumi o esiti di fratture che hanno alterato leggermente la forma o l’orientamento dell’articolazione, quest’ultima si consuma più facilmente. Questo è un discorso generale che vale per tutte le articolazioni.
Le zone più colpite dall’artrosi della mano
Le articolazioni della mano più colpite da artrosi sono:
- articolazioni interfalangee distali: cioè le falangi più esterne delle dita, dove ci sono le unghie. Queste articolazioni sono molto piccole, lavorano molto, si consumano più facilmente e hanno uno strato di cartilagine molto sottile;
- articolazione trapezio-metacarpale: cioè l'articolazione che ci permette di opporre il pollice. Questa articolazione ha grande libertà di movimento, ma è leggermente instabile perché lavora su un piano inclinato, tendendo a essere un po’ fuori asse. Per tutti questi motivi, questa articolazione si consuma più facilmente delle altre;
- articolazioni intracarpiche, cioè del polso. Queste articolazioni diventano artrosiche in presenza di una vecchia lesione al legamento del polso. Questa tipologia di lesione passa spesso inosservata perché non fa particolarmente male, ma genera una condizione di instabilità meccanica che fa consumare le articolazioni.
La rizoartrosi, artrosi del pollice
”Non è raro vedere pazienti che hanno specificatamente un’artrosi che interessa esclusivamente l’articolazione trapezio-metacarpale (quella del pollice) e che prende il nome di rizoartrosi o artrosi del pollice. La rizoartrosi è, infatti, l'artrosi della mano più frequente, più comune e interessa anche i giovani, dai 40 anni in sù”, aggiunge l’ortopedico.
Artrosi della mano: cause e fattori di rischio
Le cause dell'osteoartrite (artrosi) della mano sono multifattoriali. I principali fattori di rischio sono:
- traumi o lesioni alla mano o alle dita;
- attività che richiedono movimenti ripetitivi delle mani;
- età: trattandosi di una patologia degenerativa, questa può insorgere nel corso degli anni.
“Tuttavia – specifica il dott. Lazzerini -, l’artrosi del polso tende a colpire soprattutto i giovani, più soggetti a lesioni del legamento o frattura del polso. Le fratture del polso sono estremamente frequenti e comuni, per cui quando si rompe un’articolazione, la superficie articolare molto difficilmente può tornare a essere perfettamente liscia come lo era prima. Questo dà luogo a lungo andare all’artrosi”.
I sintomi dell’artrosi alla mano
I sintomi dell'artrosi della mano variano in base alla gravità della condizione e alle articolazioni coinvolte. I più comuni includono:
- dolore: è il sintomo principale e può variare da lieve a grave;
- diminuzione della capacità motoria della mano;
- gonfiore a livello dell’articolazione.
“Alla riduzione di mobilità, in qualche modo, ognuno di noi tende ad adattarsi, perché, ad esempio, le articolazioni interfalangee distali, anche se si muovono poco, non provocano alcun danno alla mano, che continua a funzionare bene, se le altre articolazioni si muovono bene - specifica lo specialista -.
Il vero problema è appunto il dolore: quando le articolazioni sono dolenti bisogna assolutamente trattarle, perché altrimenti potrebbero portare a una riduzione della funzionalità della mano, portando la persona a non utilizzare più le articolazioni doloranti”.
Come si fa la diagnosi
Per diagnosticare correttamente un’artrosi della mano, sono 2 gli step importanti da compiere:
- esame clinico ortopedico (meglio se da uno specialista della mano);
- radiografia tradizionale.
“In alcuni casi – continua Lazzerini - può essere necessario integrare con esami più approfonditi come la TAC. Questa è utile soprattutto se c’è in previsione di proporre al paziente un intervento chirurgico, poiché fornisce informazioni più specifiche dello stato dei tessuti coinvolti”.
Come curare l’artrosi alle mani
Per curare l’artrosi alle mani ci sono diversi tipi di trattamenti conservativi e chirurgici. Le cure e le terapie dell'osteoartrite della mano hanno come obiettivo:
- riduzione del dolore;
- miglioramento della funzione articolare;
- rallentamento della progressione della malattia.
Il trattamento conservativo
Nella maggior parte dei casi, il trattamento è di tipo conservativo. Tra i rimedi conservativi vi sono:
- i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- la fisioterapia;
- i tutori utili per mettere a riposo le articolazioni.
Gli stessi trattamenti vengono utilizzati anche per l’artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpale (rizoartrosi)”.
La medicina rigenerativa
“Da qualche anno a questa parte - continua l’esperto - sta cominciando a farsi largo anche la medicina rigenerativa, che prevede l’esecuzione di infiltrazioni di cellule staminali ricavate dal tessuto adiposo per il trattamento dell’artrosi di grado lieve.
Nel caso in cui tutti i trattamenti conservativi, inclusa la medicina rigenerativa, dovessero fallire, e se il paziente ha un deficit funzionale importante legato al dolore, si ricorre alla chirurgia”.
Gli interventi chirurgici
Se la fisioterapia, le cure fisiche e gli antinfiammatori non funzionano, o se il paziente ha un deficit funzionale importante legato al dolore, si ricorre alla chirurgia.
“La chirurgia è diversa secondo l’articolazione colpita. Nell’articolazione trapezio metacarpale è possibile ricorrere a una chirurgia funzionale in cui si ricostruisce il movimento all’articolazione - descrive il medico -. Si tratta in ogni caso di una procedura ormai collaudata, per cui i risultati sono spesso molto buoni. Dopo l’intervento, è importante che il paziente venga seguito attraverso un’adeguata riabilitazione, fatta da un terapista della mano. In seguito, è comunque meglio evitare quegli sport che tendono a sovraccaricare la mano o il polso, ad esempio, il basket”.
Esistono diversi interventi a questo proposito:
- piccole protesi;
- artroplastica: più frequente, consiste nella rimozione del trapezio (piccolo osso) che non ha più cartilagine, nella ricostruzione dei legamenti dell’articolazione utilizzando una parte di un tendine. In questo modo, si recupera rapidamente un buon movimento e una buona funzionalità della mano, in assenza di dolore;
- artrodesi: la fusione dell’articolazione. Solitamente, si tende a bloccare le interfalangee distali. Bloccare queste articolazioni non rappresenta, in realtà, un danno funzionale grave, perché nel normale utilizzo della mano, queste le muoviamo pochissimo. Anche a livello della trapezio-metacarpale è possibile ricorrere a un’artrodesi, anche se gli specialisti della mano preferiscono evitarla perché limita l’utilizzo della mano, provocando l’artrosi di altre articolazioni.
A seguito dell’intervento di Artroplastica trapezio-metacarpale, seguono un periodo di immobilizzazione di circa 20 giorni, e un breve ciclo di riabilitazione di qualche settimana, per poi riprendere a usare subito la mano.
Conclude il dott. Lazzerini rispetto alla cura dell’artrosi: “Ricordiamo che, attraverso i soli trattamenti conservativi, non è possibile guarire completamente dall’artrosi, ma si possono ridurre i disturbi - conclude Lazzerini -. Con la medicina rigenerativa, si rallenta l’evoluzione, mentre con le protesi e le artroplastiche si risolve definitivamente il problema. Da un punto di vista della prevenzione, non esiste una vera e propria terapia: esistono particolari esercizi da effettuare per contrastare la riduzione della mobilità”.
L’artrosi della mano si può prevenire?
Essendo l’artrosi una malattia prettamente degenerativa, è molto difficile fare prevenzione, anche se uno stile di vita sano sicuramente può aiutare a prevenire la malattia. Quando la causa è meccanica, tuttavia, è possibile intervenire riparando il legamento.