I nuovi anticoagulanti orali

PUBBLICATO IL 15 LUGLIO 2020

Insieme all'esperto dell’Istituto Clinico Città di Brescia parliamo dei NAO, i nuovi anticoagulanti orali, come funzionano, i loro dosaggi fissi,  benefici e controindicazioni. 

Accanto ai tradizionali anticoagulanti orali (TAO), da circa un paio d’anni, esiste un’alternativa efficace per rendere il sangue più fluido e per impedire alle piastrine di aggregarsi e provocare l’eventuale formazione di coaguli. 

Stiamo parlando dei nuovi anticoagulanti orali (NAO), farmaci molto utili per la cura di: 

  • trombosi venosa profonda
  • embolia polmonare, della
  • fibrillazione atriale non valvolare 
  • ictus ischemico (come profilassi). 

Ne parliamo con il Dott. Stefano Gaggioli, Responsabile dell’U.O. di Medicina Generale dell’Istituto Clinico Città di Brescia.

TAO vs NAO, anticoagulanti a confronto

L’azione degli anticoagulanti tradizionali mira a modificare la capacità di coagulazione del sangue inibendo l’azione della vitamina K, ma il dosaggio varia molto da soggetto a soggetto, per cui il paziente deve regolarmente sottoporsi ad esami del sangue per calibrare la quantità terapeutica adeguata da assumere. 

I nuovi anticoagulanti orali, invece, agiscono sul fattore X o protrombinasi, un enzima della cascata della coagulazione, e risultano molto più stabili e pratici da assumere.

I benefici dei nuovi anticoagulanti ad uso orale rispetto agli anticoagulanti tradizionali

“I nuovi anticoagulanti orali (NAO) - spiega il Dott. Gaggioli - a differenza dei ‘classici’ anticoagulanti rappresentati da farmaci anti vitamina K, comportano un minor rischio di sanguinamento, non hanno bisogno di un periodico monitoraggio dell’assetto coagulativo per il loro dosaggio e la loro posologia è sempre fissa (cosa molto importante per pazienti con scarsa compliance alle terapie). 

Grande importanza riveste, inoltre, la capacità dei NAO di avere meno interazioni rispetto alla TAO con gli altri farmaci e con i cibi assunti. 

Altro punto a favore dei NAO è la rapidità di azione e la breve emivita, ossia il parametro che indica il tempo richiesto per ridurre del 50% la concentrazione plasmatica del farmaco che può venire sospeso 24 ore prima di un intervento chirurgico”.

Indicazioni all’uso dei nuovi anticoagulanti orali

Embolia polmonare, fibrillazione atriale non valvolare, profilassi dell’ictus ischemico e cura dell’insufficienza venosa: queste le patologie per cui sono particolarmente indicati gli anticoagulanti di nuova generazione. 

“L’insufficienza venosa - sottolinea il Responsabile dell’U.O. di Medicina Generale dell’Istituto Clinico Città di Brescia - è una condizione clinica determinata da alterazioni delle valvole presenti all’interno delle vene, che perdendo col tempo elasticità non sono più grado di riportare dalla periferia il sangue refluo al cuore. 

Il sangue pertanto resta nelle regioni declivi degli arti inferiori predisponendo a formazione di edemi, dilatazione di capillari, discromie e ulcere cutanee, varici con possibilità di sviluppare infezioni del cute-sottocute e, nei casi più gravi, di determinare trombosi venose

Questa patologia riconosce una predisposizione genetica su cui vanno a gravare fattori di rischio acquisiti rappresentati da tutte quelle condizioni che comportano stasi a livello del circolo venoso e linfatico quali: 

  • sedentarietà 
  • il sovrappeso 
  • lavori che costringono a rimanere a lungo in piedi 
  • pregresse trombosi venose profonde”.

Le controindicazioni ai nuovi anticoagulanti orali

“Molta attenzione - conclude lo specialista - va tenuta a particolari condizioni del paziente rappresentate dall’insufficienza renale ed epatica che richiedono una riduzione del dosaggio del farmaco. 

Altra controindicazione all’utilizzo dei NAO è rappresentata dalle patologie a carico delle valvole cardiache”.
 

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