Al Galeazzi, il primo intervento al mondo di anca e colonna in un’unica seduta chirurgica

PUBBLICATO IL 21 DICEMBRE 2020

L’intervento 2 in 1 ha permesso di risolvere in un'unica seduta chirurgica e con tecniche mininvasive le problematiche della hip-spine syndrome. Molteplici i vantaggi per il paziente.

L’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi ha raggiunto un nuovo traguardo grazie a un intervento 2 in 1, il primo al mondo, che ha permesso nella stessa seduta operatoria la correzione di due gravi patologie di anca e colonna vertebrale, la Hip-Spine Syndrome, su un paziente di 48 anni.

La procedura è stata eseguita con tecniche mininvasive grazie alla condivisione dell’expertise di diverse équipe chirurgiche ortopediche della struttura e testimonia il completo rivoluzionamento dei classici trattamenti di colonna vertebrale e anca che, solitamente, vengono effettuati in sedute e tempistiche differenti con notevoli vantaggi non solo per il paziente ma anche per i chirurghi.

Ce ne parlano il dottor Roberto Bassani, responsabile dell’U.O. di Chirurgia Vertebrale II, il prof. Giuseppe Peretti, responsabile di E.U.O.R.R. (Équipe Universitaria di Ortopedia Rigenerativa e Ricostruttiva) e il dott. Paolo Sirtori della medesima Unità, che hanno eseguito l’intervento.

Cos’è la Hip-spine Syndrome

La hip-spine syndrome è una patologia, spesso invalidante, che interessa sia la colonna vertebrale, sia l’articolazione dell’anca, ed è di carattere degenerativo. 

Nel caso del paziente di 48 anni, già reduce di un precedente intervento fallimentare alla colonna (effettuato in un altro Centro), la problematica era dovuta a una degenerazione del disco vertebrale associato a una sintomatologia dolorosa all’anca dovuta a coxartrosi, uno stato di artrosi avanzato. 

“Per quanto riguarda la colonna  si è trattato di un intervento di revisione, in quanto il paziente era già stato operato in precedenza con tecniche tradizionali, ma senza successo, sempre per lo stesso problema - spiega il dottor Bassani - . 

Oltre a questo, si sono aggiunte anche le problematiche all’anca, con conseguenti difficoltà nel movimento e peggioramento della qualità di vita. Queste condizioni sono, infatti, secondaria a una degenerazione discale che ha portato inevitabilmente a una riduzione della lordosi lombo-sacrale: quando il disco degenera, la curva lombo-sacrale si modifica, portando a una ipolordosi, ossia uno sbilanciamento in avanti del tronco e determinando una modifica della posizione del bacino a causa della compensazione”.

L’intervento di correzione di anca e colonna

Dopo aver dedicato approfonditi studi, il paziente è stato sottoposto alla sostituzione di un disco vertebrale gravemente degenerato con approccio per via anteriore mininvasivo (ALIF), al fine di rimuovere la causa meccanica del dolore e ripristinare la naturale curva del rachide, a cui è seguita nella medesima seduta, la ricostruzione dell’articolazione dell’anca, sempre con approccio per via anteriore mininvasivo (AMIS).

Alcuni grandi vantaggi di queste tecniche mininvasive che combinano anca e rachide - spiega il dott. Sirtori - sono quelli relativi a: 

  • salvaguardia della muscolatura del soggetto;
  • limitazione delle perdite di sangue;
  • riduzione delle ferite chirurgiche. 

Inoltre, rispetto alle tecniche tradizionali, il paziente avrà una ripresa funzionale senza bisogno di sottoporsi a sedute di riabilitazione o senza l’ausilio di stampelle, con una messa in piedi già dopo 6 ore dall’intervento”.  

I vantaggi della nuova procedura

I vantaggi legati a questo innovativo intervento sono stati molteplici soprattutto per il paziente che affronta un solo intervento con tempi chirurgici ridotti e una sola anestesia:
 

  • 2 gesti chirurgici normalmente separati eseguiti in un solo intervento (della durata di meno di 2 ore) con risparmio di mesi che normalmente sarebbero intercorsi tra un’operazione e l’altra;
  • collaborazione e sinergia tra diverse équipe chirurgiche ortopediche (E.U.O.R.R. e Chirurgia Vertebrale II);
  • riduzione delle complicanze sia in termini di ospedalizzazione prolungata (un ricovero anziché due) sia all’anestesia (una seduta anziché due);
  • utilizzo di 2 innovative tecniche mininvasive di anca e colonna (AMIS e ALIF) effettuate con piccole incisioni, in un’ottica di riduzione delle ferite chirurgiche e riduzione del dolore.
  • risparmio di sangue (no trasfusioni);
  • risparmio del tessuto muscolare (questo è uno dei punti di maggiore forza che caratterizza la chirurgia mininvasiva);
  • grazie al protocollo fast-track e alla mininvasività delle tecniche, il paziente è stato dimesso dopo 2/3 giorni, rimesso in piedi dopo 6 ore facendolo camminare nella propria camera (senza drenaggi), con una ripresa rapida delle attività quotidiane;
  • nessuna necessità di riabilitazione, né l’utilizzo di stampelle.

Il futuro del trattamento della Hip-spine Syndrome

Questo intervento rappresenta per un ospedale di eccellenza come il Galeazzi un ulteriore passo in avanti. 

In questo momento come questo, in cui ci troviamo ad affrontare l’emergenza Covid, diventa ancora più importante riuscire a garantire al paziente le cure di cui ha bisogno, mantenendo sempre alti gli standard qualitativi e assicurando loro un rientro a casa rapido e in totale sicurezza - conclude il prof. Peretti -. 

La nostra idea è quella di programmare, in futuro, altri interventi come questo, rendendolo un modello riproducibile e standardizzato per tutti i nostri pazienti affetti da questa patologia”. 

Cura e Prevenzione