Ablazione cardiaca: i vantaggi della crioablazione per il trattamento delle aritmie

PUBBLICATO IL 17 OTTOBRE 2019

La crioablazione è una procedura di ablazione cardiaca (n.d.r. trattamento terapeutico per aritmie cardiache), alternativa all’ablazione chirurgica e all’ablazione termica con radiofrequenza.

Il dottor Massimo Mantica, responsabile del Centro di Elettrofisiologia Clinica ed Elettrostimolazione all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, ci spiega di cosa si tratta, quali sono le principali differenze rispetto all’ ablazione termica e i suoi principali benefici.

Ablazione Cardiaca: le differenze tra crioablazione e ablazione con radiofrequenza

Per capire quali sono le principali differenze tra crioablazione e ablazione con radiofrequenza (o ablazione termica), partiamo dalla descrizione dell’intervento di ablazione.

“L’ablazione della fibrillazione atriale oggi - spiega il dottor Massimo Mantica - è considerata la tecnica di cura della fibrillazione stessa più efficace, più sicura in termini di possibili complicanze chirurgiche e con meno effetti indesiderati.

Con il termine ablazione, si intende il trattamento di quella parte di tessuto cardiaco responsabile della genesi dell’aritmia.

Le cellule che innescano la fibrillazione atriale sono collocate nell'atrio cardiaco sinistro, perlopiù all'imbocco delle 4 vene polmonari; questa porzione di cuore, denominata antro delle vene polmonari, viene trattata tramite una fonte di energia che può essere fredda, come nel caso della crioablazione, o calda come avviene nel caso di radiofrequenza nell’ablazione termica.

Così facendo – spiega lo specialista -, si vanno ad eliminare queste aree che sono sì piccole anatomicamente, ma anche estremamente attive dal punto di vista elettrico e con benefici clinici importantissimi per il paziente fino a una vera e propria guarigione dalla patologia”.

Crioablazione: caratteristiche e benefici

“La particolarità della crioablazione - continua il medico - è che consente applicazioni di energia molto più rapide rispetto all’ablazione termica, perché lavora simultaneamente attraverso una sorta di ‘pallone’ che si appoggia a livello dell’ingresso della vena polmonare e tratta contemporaneamente, in un’unica applicazione, il tessuto circostante.

È un’ablazione ‘tridimensionale’. Questo fa sì che la procedura non solo risulti molto più veloce, ma accorci anche i tempi di esposizione radiologica e di sala operatoria.

Inoltre, la lesione da freddo garantisce una maggiore omogeneità della zona trattata con minor effetto di ‘charring’, cioè fenomeni trombotici locali che invece l’ablazione a calore potrebbe più facilmente indurre.

È una procedura più rapida, ugualmente efficace, perché non presenta grandi differenze con l’outcome dell’ablazione con radiofrequenza. Le lesioni sono più omogenee e studi recenti stanno dimostrando come la re-ospedalizzazione a distanza di 6-12 mesi dall’intervento sia inferiore rispetto ai pazienti trattati tramite ablazione termica”.

L’Istituto Clinico Sant’Ambrogio centro di riferimento per la crioablazione a Milano

“All’Istituto Clinico Sant’Ambrogio - conclude Mantica - la crioablazione viene utilizzata già da qualche anno e, così come per l’utilizzo del pacemaker leadless.
La struttura milanese di Gruppo San Donato è divenuta uno dei punti di riferimento in Italia per l’esecuzione di questa importante procedura”.

Cura e Prevenzione