Il trattamento della calcolosi renale con tecniche mininvasive all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio

PUBBLICATO IL 12 NOVEMBRE 2019

I calcoli renali possono creare seri disturbi fino a provocare dolori molto acuti. Oggi è possibile librarsene in maniera rapida senza ricorrere alla chirurgia, mediante tecniche mininvasive come accade all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio.

Il dottor Maurizio Cremona, responsabile dell’Unità operativa di Urologia all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, ci spiega come avviene il trattamento con queste tecniche:

“Il modo più semplice di trattare i calcoli urinari è attraverso l’endoscopia retrograda. Questa metodica è particolarmente non invasiva in quanto consente di risalire lungo la via urinaria evitando l’utilizzo del bisturi, necessario altrimenti in un accesso percutaneo”.

La rimozione dei calcoli renali per via endoscopica

Gli strumenti utilizzati nell’endoscopia retrograda sono gli ureterorenoscopi (URS). Si tratta di strumenti miniaturizzati in grado di veicolare l'energia necessaria per frantumare il calcolo.

Questi strumenti vengono introdotti nell'uretra e, risalendo lungo l'uretere, permettono di raggiungere l’interno dei reni. Una volta posizionati gli ureterorenoscopi è possibile procedere al trattamento dei calcoli.

“Gli ureterorenoscopi flessibili, che permettono di raggiungere le cavità più interne del rene, rappresentano un grande innovazione. Grazie a loro, attraverso l'endoscopia retrograda, si può in molti casi sostituire il trattamento chirurgico.

Le manovre chirurgiche tradizionali prevedono, invece, l’accesso percutaneo che richiede un'introduzione cruenta dell'endoscopio dalla schiena del paziente fino al rene”.

Istituto Clinico San’Ambrogio: all’avanguardia nel trattamento della calcolosi renale 

Di grande rilevanza è l'energia usata per frantumare i calcoli e la sperimentazione dei vari trattamenti: “Già dal 1984 – spiega il dottore - quando si ricorreva all'intervento chirurgico, l’Unità di Urologia dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio è stata tra le prime in Italia, a utilizzare, insieme agli ureterorenoscopi, energie come gli ultrasuoni e le onde elettroidrauliche proseguendo, successivamente, con la sperimentazione di vari tipi di laser per i calcoli in uretere (LISL) e quelli all'interno del rene (RIRS)”.

“Attualmente - conclude il dottor Cremona - nella nostra struttura utilizziamo i più moderni ureterorenoscopi e il laser ad Holmium con notevoli vantaggi. Nello specifico la procedura di frantumazione dei calcoli risulta più semplice e la dimissione ospedaliera avviene più rapidamente.

Il paziente viene generalmente dimesso il giorno stesso dell’intervento o quello successivo.

Infine un ulteriore vantaggio degli ureterorenoscopi è che tutti i pazienti possono essere trattati con questa procedura, compresi quelli sottoposti a terapia anticoagulante”.

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