Tempi più rapidi e riduzione del rischio chirurgico con il Fast track

PUBBLICATO IL 15 LUGLIO 2019

“Il Fast Track - spiega il dottor Franco Parente, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia protesica di anca e ginocchio dell’Istituto Clinico San Siro - è un percorso chirurgico multidisciplinare che mira a garantire al paziente un’esperienza più rapida e soddisfacente all’interno della struttura, sia attraverso un suo coinvolgimento diretto sia attraverso l’utilizzo di procedure mininvasive con tempi di recupero più rapidi e ottimizzazione dei tempi di ricovero. Questo protocollo, che di fatto è una superspecialità multifattoriale, per essere attuato necessita di determinate caratteristiche: un certo tipo di intervento chirurgico, un certo tipo di impianto (se si tratta dell’anca), un certo tipo di trattamento anestesiologico e un certo tipo di trattamento fisioterapico. All’interno dell’Istituto Clinico San Siro, in maniera specifica nei pazienti che vengono operati di protesi d’anca con un percorso fast track, solitamente si associa anche un tipo di chirurgia mininvasiva”.

Quali sono i soggetti che posso accedere al fast track? “Per accedere a questo tipo di procedura - continua - esistono specifici criteri di inclusione quali: Età: massimo 80 anni; Rischio operatorio: massimo ASA 1-2 su una scala di 4 (i gradi 1 o 2 indicano un livello di rischio operatorio comunque basso); Peso: il paziente non deve essere in sovrappeso, ma con un BMI (Indice di massa corporea) di massimo 35; Patologie concomitanti: il paziente non deve presentare malattie neurologiche (es. Parkinson), prostatiche o delle basse vie urinarie”. “I benefici - conclude il dottor Parente - sono molteplici: riduzione dello stress perioperatorio, maggiore coinvolgimento del paziente nel percorso terapeutico (che, sin dal principio, viene informato dello svolgimento da parte del personale medico e sanitario), utilizzo della chirurgia mininvasiva, significativo risparmio di osso che sarà utile per una futura revisione, riduzione del sanguinamento e del dolore, dimissione al quinto giorno, rapido recupero della funzionalità articolare in una minore ospedalizzazione, minor tempo di utilizzo di stampelle e meno possibilità di complicanze peri e post operatorie (più precoce sono il recupero e la dimissione, minore è la immunodepressione del paziente e il rischio di infezioni). In questo modo, il paziente riesce a ritornare quanto prima a una vita di relazione e alla propria quotidianità”.

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