Unità cure subacuti: dall’assistenza al rientro sicuro a casa

PUBBLICATO IL 18 FEBBRAIO 2019

Dalla cura al prendersi cura. È questa la finalità che contraddistingue l’Unità per le Cure Subacute degli Istituti Clinici Zucchi di Carate. Un contesto di ricovero protetto con sedici letti a disposizione di quei pazienti che, pur avendo superato la fase acuta di criticità clinica, necessitano di completare il percorso di cura, prevenendo anche eventuali rischi di ricadute.

“Il nostro reparto - spiega il dottor Giuseppe Belloni, medico geriatria responsabile dell’Unità di Cure Subacute - è stato creato nel 2011 e prende in carico i pazienti provenienti per lo più dagli ospedali della zona, oltre che da alcuni nosocomi milanesi, affetti da postumi di un evento acuto (ad esempio: intervento chirurgico) oppure da una malattia cronica riacutizzata in fase di guarigione (ad esempio: postumi di polmonite in un paziente cardiopatico). Le cure subacute non devono essere confuse con attività socio sanitarie che sono rese a favore di pazienti non autosufficienti ma in discrete condizioni cliniche. Si può dire che si tratta di un passaggio intermedio tra la fase acuta e il rientro al domicilio, una fase delicata che richiede, comunque, l’intervento di personale medico e paramedico”.

L’Unità caratese per le cure subacute - alla quale ogni anno affluiscono circa centottanta pazienti - è un sostegno prezioso e sempre più spesso indispensabile per il nostro territorio, dove la popolazione è sempre più anziana, rappresenta per le famiglie un momento di passaggio fondamentale tra un evento acuto dei propri cari fino a una risoluzione completa al domicilio. “È importante ridurre la permanenza media in ospedale per i malati acuti in maniera da decongestionare gli stessi e garantire in un ambiente protetto, quale il nostro, la giusta prosecuzione delle cure”. La durata della degenza, come previsto dalle indicazioni regionali è compresa tra i dieci e i quaranta giorni. Anche se l’importanza di questa unità è prima di tutto di carattere medico - clinico non bisogna dimenticare l’aspetto sociale e psicologico che essa riveste. La continuità assistenziale prevede anche la stesura di un programma di follow up per garantire un rientro a casa sicuro del paziente e per fornire a lui e ai suoi familiari gli strumenti adatti per gestire la cronicità a domicilio. “Un ulteriore passo in questa direzione - conclude il dottor Belloni - è l’attivazione del servizio di Assistenza domiciliare integrata che ci vede in stretto contatto con le altre risorse presenti sul nostro territorio”.

Il ricovero nelle Unità Subacute nella maggior parte dei casi avviene dopo un ricovero per acuti in ospedale ma, è importante ricordare che può avvenire anche direttamente da domicilio ovvero quando una patologia cronica si scompensa o si complica in maniera non grave.

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