Paolo Rotelli: non solo Lombardia, Gruppo San Donato pronto a crescere
PUBBLICATO IL 02 DICEMBRE 2019
Sul tavolo del management già pronto un piano di investimenti decennali in Lombardia e a Milano per far crescere presenza ed eccellenza del gruppo. In valutazione anche delle opzioni di espansione al Sud e Centro Italia. Il vice presidente Paolo Rotelli ne parla in un’intervista a Milano Finanza.
800 milioni in 10 anni: questa è la cifra che Gruppo San Donato, il più grande gruppo ospedaliero privato in Italia, intende investire nei prossimi anni per far crescere la propria eccellenza sanitaria a Milano e in Lombardia.
Ad annunciarlo è Paolo Rotelli, vice presidente del GSD, che in una recente intervista rilasciata in esclusiva al quotidiano Milano Finanza ha chiarito: “Nei prossimi 10 anni metteremo sul piatto 800 milioni per acquistare terreni, progettare, riqualificare strutture e studiare, fare ricerca”.
Gli altri progetti in corso
E proprio con l’intento di offrire ai cittadini di Milano una rosa di servizi sempre più elevati, il gruppo sta portando avanti altri progetti, come Palazzo della Salute in zona fiera [link struttura], struttura dedicata al benessere, al wellness e cura del corpo.
Gli investimenti in Centro e Sud Italia
Non solo la Lombardia: nel mirino dei futuri investimenti ci sono anche Sicilia, Sardegna, Campania e Puglia. Dopo l’acquisizione emiliane di Villa Chiara e Villa Erbosa, poterebbero entrare a far parte del gruppo nuove realtà sanitarie private del Centro e Sud Italia.
“La nostra politica è quella di investire sul territorio e di garantire qualità nel servizio. Ma dobbiamo essere in grado di esportare il nostro know-how anche altrove. E non solo all’estero, come abbiamo iniziato a fare da alcuni anni. Perché il 30% dei nostri pazienti arriva da fuori regione. Stiamo valutando l’opportunità di espanderci nel Meridione.
Sul nostro tavolo, ci sono opzioni che riguardano la Sicilia, la Sardegna, la Campania e la Puglia.
Se troviamo partnership con istituzioni pubbliche, siamo disposti a portare il nostro know-how medico-scientifico e la nostra capacità di fare ricerca in queste regioni per ridistribuire l’eccellenza, anche laddove è più complesso.
Siamo disposti a fare questo passo. Vogliamo offrire soluzioni non solo in Lombardia”.