La neuromodulazione sacrale come arma da utilizzare per contrastare l’incontinenza urinaria femminile

PUBBLICATO IL 21 SETTEMBRE 2018

Si tratta di una terapia efficace per il trattamento dell’incontinenza urinaria da iperattività vescicale, della ritenzione urinaria, per il dolore pelvi-perineale e per i disturbi della continenza e dello svuotamento intestinale. Una procedura poco invasiva che si esegue senza anestesia.
Non solo coi farmaci si combatte l’incontinenza urinaria femminile. Anzi, come ci ha spiegato il dott. Carlo Gastaldi, Responsabile dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia “relativamente all’incontinenza da sforzo non esistono farmaci realmente efficaci salvo alcuni che sfruttano effetti “accessori” rispetto alle loro indicazioni principali (es. Paroxetina, α-adrenergici, estrogeni). Più efficace è la terapia medica dell'incontinenza da urgenza, rappresentata da antimuscarinici o β-agonisti che hanno l’effetto di “rilasciare” la vescica». Quindi che fare per alleviare questo imbarazzante disturbo? 
“Una delle più recenti armi utilizzate in uroginecologia è la Neuromodulazione Sacrale”. In cosa consiste? 
“Consiste nell’uso di uno stimolatore (simile ad un pace-maker) delle radici sacrali nervose che afferiscono alla vescica ed altri visceri pelvici. La stimolazione elettrica delle fibre nervose comporta risultati positivi sia nella sindrome della vescica iperattiva, sia in situazioni di ritenzione urinaria cronica. La neuromodulazione sacrale viene oggi anche usata nelle disfunzioni croniche intestinali e del pavimento pelvico, e, con l’aumento delle indicazioni applicative, sta diventando uno strumento sempre più importante nell’armamentario terapeutico uro ginecologico”. 
Si tratta di una procedura poco invasiva che si attua in più fasi senza anestesia generale.

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