L’Istituto Clinico San Siro a sostegno della popolazione africana

PUBBLICATO IL 23 MAGGIO 2018

Un grande atto di solidarietà e umanità ha per protagonisti tutti i dipendenti dell’Istituto Clinico San Siro di Milano che, grazie alle loro donazioni, hanno reso possibile la costruzione di un pozzo ad Afagnan, in Togo.

Una colletta in ospedale per far sì che la comunità di Afagnan e il locale ospedale avessero un pozzo con acqua potabile, che contribuisse a semplificare e a migliorare le condizioni di vita della popolazione.

L’opera è dedicata al professor Giovanni Peretti, stimato ortopedico scomparso alla fine del 2014, attivo nell’ultimo periodo della sua carriera presso l’Istituto Clinico San Siro e che ha intrecciato la propria vita con quella della comunità africana.

“Il professor Peretti ci parlava spesso delle sue missioni a Afagnan, sottolineando come fosse molto difficile accedere all’acqua, poiché i pozzi utilizzabili si trovavano tutti lontani dalla città e che per costruirne di nuovi occorrevano risorse economiche non disponibili in loco – ricorda il dottor Dario Beretta, Direttore generale dell’Istituto Clinico San Siro. È in questa direzione che tutti noi dell’Istituto Clinico San Siro abbiamo appoggiato senza indugi l’idea di raccogliere fondi per la realizzazione di un pozzo di acqua potabile, per contribuire, nel nostro piccolo, alla serenità della comunità di Afagnan”.

A portare a termine il progetto e a darne testimonianza diretta è il figlio del professor Giovanni Peretti, Giuseppe.

“Papà era molto titubante prima di partire per la prima missione nel giugno del 2007. L’idea di recarsi in un paese africano tra i più poveri al mondo lo agitava. A convincerlo fu un suo assistente, Walter Albisetti, fondatore della onlus Waves ed anch’egli prematuramente scomparso.” – ricorda il figlio professor Giuseppe Peretti, direttore dell’Équipé universitaria di ortopedia rigenerativa e ricostruttiva dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, nonché professore ordinario e direttore della Scuola di Specializzazione di ortopedia e traumatologia presso l’Università degli Studi di Milano. ”Dopo quella prima esperienza, papà non ha mai più voluto rinunciare alla sua missione ad Afagnan. La sensazione vera di fare del bene, la profonda riconoscenza dei pazienti che letteralmente si mettevano nelle sue mani, gli facevano sentire come dovuto quel suo viaggio annuale. Diceva sempre che si partiva con l’idea di fare del bene, di aiutare e di dare tanto, ma si ritornava in Italia sempre con la convinzione di aver ricevuto da quella gente molto di più di quanto si fosse riusciti a dare. Dopo qualche missione esclusivamente sanitaria, papà aveva cominciato ad interessarsi di problematiche sociali e così aveva appoggiato la risposta entusiastica dell’Istituto Clinico San Siro di costruire un pozzo per quella gente che tanto gli aveva dato in termini di riconoscenza e stima”.

Il professor Giovanni Peretti non ha visto realizzato quel progetto, ma Giuseppe ha documentato il completamento del pozzo fortemente voluto dai dipendenti della San Siro e continua tutt’oggi a recarsi annualmente in quelle zone nel ricordo del padre ancora tanto amato dai suoi “amici togoles”.

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