Emergenza COVID-19: alleanza ospedale e medici del territorio per proteggere la popolazione più fragile

09 LUGLIO 2020

Arriva dagli Istituti Ospedalieri Bergamaschi il protocollo S.T.O.P.

Proteggere la popolazione più fragile, anche nell’eventualità di una seconda ondata di COVID-19, attraverso una rinnovata alleanza tra ospedale e Medici di Medicina Generale del territorio e la creazione di protocolli condivisi. 

È stato questo il tema al centro del webinar “COVID-19: DALL’ESPERIENZA LA PROSPETTIVA DI DOMANI - Alleanza ospedale territorio: Prevenzione e tempestività delle cure”, organizzato dagli Istituti Ospedalieri Bergamaschi (Policlinico San Pietro e Policlinico San Marco) del Gruppo San Donato, che si è tenuto il 9 luglio 2020  con il patrocinio di ATS Bergamo e dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Bergamo e che ha visto la partecipazione di più di settanta medici. 

Tra i relatori i responsabili di alcuni dei reparti dei due Policlinici più coinvolti nell’emergenza COVID-19: Pronto Soccorso, Medicina e Riabilitazione Post Covid ma anche il Servizio psicologico.

L’esempio degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi 

 “Il Policlinico San Pietro e il Policlinico San Marco, fin dall’inizio, sono stati in prima linea nella lotta contro l’infezione da COVID-19. Nelle due strutture abbiamo curato circa un migliaio di pazienti - osserva il professor Giancarlo Borra, responsabile scientifico del convegno online e sovrintendente sanitario degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi -.

Ora, l’esperienza che abbiamo acquisito in questi mesi vorremmo metterla a disposizione del territorio, proponendoci come punto di riferimento diretto per i Medici di Medicina Generale al fine di identificare, sorvegliare e gestire i pazienti a rischio, attraverso la creazione di protocolli di prevenzione e cura condivisi”. 

Identificare le categorie a rischio 

Come suggerito da un recente studio condotto dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, le categorie maggiormente a rischio sono le persone sopra i 65 anni, con patologia oncologica attiva, pazienti ipertesi o con malattia coronarica, a cui si aggiungono persone affette da obesità e diabete, quali fattori di rischio secondari. 

Una capillare identificazione delle persone più fragili, a rischio di sviluppare gravi forme di COVID-19, permette di monitorarle con maggiore attenzione, attraverso la collaborazione con la medicina del territorio.

La nascita del protocollo S.T.O.P.

“In questa fase è necessaria una stretta alleanza tra ospedale e territorio per evitare che una potenziale seconda ondata di infezione da COVID-19 possa determinare un'alta mortalità come accaduto nei mesi scorsi. 

Da qui è nata l’idea di proporre ai Medici di Medicina Generale un protocollo dal nome S.T.O.P. (acronimo di Sorveglianza, Tempestività, Organizzazione e Prudenza), da condividere e validare insieme creando un gruppo di lavoro, con l’obiettivo di ‘fermare’ insieme un’eventuale seconda ondata di COVID-19” sottolinea il dottor Andrea D’Alessio, responsabile del reparto di Medicina e Oncologia del Policlinico San Marco e uno degli ideatori del protocollo S.T.O.P. 

Una linea diretta (con telefono e mail dedicata) con la quale i Medici di Medicina Generale possano mettersi in contatto in tempi rapidi con gli specialisti dei due Policlinici, consulenze telefoniche per una prima valutazione o per la condivisione dell’approccio terapeutico del paziente a domicilio, webinar di formazione sulle nuove terapie ed evidenze che emergono sulla malattia da COVID-19, discussione di casi clinici: sono questi alcuni dei punti principali del protocollo S.T.OP.

“In questo modo, Medici di Medicina Generale e specialisti ospedalieri potranno collaborare in modo ancora più stretto ed efficace per abbattere al minimo il rischio, adeguando le terapie mediche ed equilibrando i pazienti più fragili. Inoltre, questa alleanza permetterà di individuare rapidamente i pazienti colpiti dal virus e di iniziare sollecitamente una terapia a domicilio per prevenire l'ospedalizzazione. 

Dalla recente esperienza abbiamo capito che una stretta collaborazione tra ospedale e territorio può davvero aiutare a salvare molte vite” continua il dottor D’Alessio.

“L’Ordine ha volentieri patrocinato questo evento, promosso dagli istituti ospedalieri bergamaschi, punto di riferimento per i medici del territorio ed esempio di ospedali privati accreditati che svolgono un ruolo del tutto integrato nelle realtà locali - dice il dottor Guido Marinoni, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Bergamo - . 

Gli eventi tragici della pandemia sono noti a tutti e sono noti anche gli errori sui quali dobbiamo riflettere per migliorare e riformare il nostro sistema sanitario.

Ci attendono le sfide dell’autunno: l’organizzazione della campagna antinfluenzale nella nuova realtà epidemiologica, la necessità di potenziare il dips per le attività di tempestivo tracciamento; la medicina di famiglia, da potenziare e sostenere mettendo i colleghi in condizione di lavorare in sicurezza e in piena collaborazione con la rete dei servizi territoriali e ospedalieri e in particolare con le realtà ospedaliere di riferimento a livello locale”.

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