
Dallo stress alla depressione: riconoscere i segnali e quando chiedere aiuto
PUBBLICATO IL 16 OTTOBRE 2025
Lo stress è considerato parte integrante della nostra vita quotidiana e, se ben gestito, può persino rappresentare uno stimolo positivo. Tuttavia, quando diventa cronico e si protrae nel tempo, può avere conseguenze significative sull'equilibrio psicofisico della persona, influenzando il sonno, l’appetito, l’umore e le relazioni.
In alcuni casi, se non riconosciuto precocemente, lo stress cronico può favorire l’insorgenza di depressione e ansia, disturbi psicopatologici più gravi.
La dott.ssa Mara Cigala Fulgosi, psichiatra presso l’unità operativa di Riabilitazione Psichiatrica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza spiega in che modo lo stress può favorire l’insorgenza della depressione e come si manifesta.
Stress buono e stress cattivo: imparare a distinguerli
“Con il termine stress si indica la risposta psicologica e fisiologica dell'organismo a qualsiasi richiesta di adattamento o cambiamento percepita come eccessiva o minacciosa rispetto alle risorse disponibili. Di per sé, non è una condizione patologica, ma un meccanismo biologico fondamentale legato alla sopravvivenza” dichiara la dott.ssa Cigala.
“Esiste uno stress buono, o funzionale, che genera un livello di attivazione utile a migliorare le prestazioni, superare ostacoli e raggiungere obiettivi, come accade, ad esempio, prima di una gara sportiva o di un esame.
Invece, quando questa attivazione è troppo intensa o si prolunga nel tempo, si parla di stress cattivo o stress cronico, poiché i meccanismi fisiologici che si attivano possono diventare dannosi e associarsi a sensazioni di malessere fino a interferire con la salute mentale e fisica,” sottolinea la Dott.ssa Cigala Fulgosi.
Cosa accade al cervello sotto stress
“In condizioni di stress, l’organismo attiva risposte ormonali e immunitarie. Il cervello, in particolare, stimola la produzione di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, che aiuta a reagire in situazioni percepite come pericolose.
Tuttavia, se i livelli di cortisolo restano elevati a lungo, influenzano la disponibilità dei neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e noradrenalina, coinvolti nella regolazione dell’umore e nei meccanismi della depressione.
Inoltre, lo stress cronico aumenta la produzione di citochine, sostanze infiammatorie anch’esse correlate, secondo recenti studi, alla comparsa di disturbi depressivi”.
I sintomi dello stress cronico da non sottovalutare
I sintomi dello stress cronico possono manifestarsi anche sul piano fisico e includere:
- Irritabilità e agitazione
- Tensione muscolare
- Insonnia o sonno non ristoratore
- Tachicardia
- Calo dell'appetito, disturbi digestivi
Se questi sintomi persistono oltre un mese dall’evento scatenante, è importante considerarli come possibili campanelli d’allarme.
Stress e depressione: fattori di rischio e segnali d’allarme
L’esposizione a eventi ambientali stressanti, come lutti, difficoltà lavorative o economiche, separazioni, malattie, rappresenta uno dei fattori di rischio per lo sviluppo della depressione, soprattutto nei soggetti predisposti.
“Non sono solo i grandi traumi a rappresentare un pericolo: anche piccoli eventi, se ripetuti o non adeguatamente gestiti, possono logorare nel tempo la nostra capacità di adattamento emotivo”, spiega la dottoressa.
I sintomi della depressione
Questo accumulo di tensione può portare gradualmente a un indebolimento dell’equilibrio psicologico, rendendo la persona più vulnerabile a sviluppare sintomi depressivi come: perdita di interesse o piacere, alterazioni del sonno, cambiamenti nell’appetito, astenia, difficoltà di concentrazione o pensieri ricorrenti di morte o suicidio.
Per poter parlare di depressione, questi sintomi devono provocare una compromissione significativa del funzionamento sociale, lavorativo o relazionale quotidiano della persona.
“È bene precisare che in passato c’era una netta distinzione tra depressione reattiva, cioè, causata da un evento stressante esterno e depressione endogena, cioè legata a fattori interni biologici. Oggi è stata abbandonata questa distinzione a favore di una visione dimensionale e unitaria della depressione, ritenendo impossibile distinguere nettamente tra una depressione causata da fattori esterni e una causata da fattori interni” dichiara la dott.ssa Cigala Fulgosi.
Quando chiedere aiuto e come iniziare un percorso di cura
Nei momenti di difficoltà dovuti allo stress, il primo passo consigliato è non isolarsi, condividere il proprio stato emotivo con una persona di fiducia e accettare il sostegno ricevuto.
“È fondamentale, inoltre, cercare di mantenere una routine quotidiana: orari dei pasti, igiene personale, sonno e attività fisica regolare. Una camminata quotidiana di 20-30 minuti, ad esempio, può aiutare a ridurre le tensioni e stimolare il rilascio di endorfine, i neurotrasmettitori del benessere.
Anche un’alimentazione sana, che supporti la chimica cerebrale e riduca l’infiammazione associata allo stress cronico, gioca un ruolo importante. Tecniche di rilassamento come la mindfulness o la respirazione controllata possono rappresentare ulteriori strumenti di prevenzione - consiglia la specialista -.
Non bisogna aspettare che la situazione peggiori. Se il tono dell’umore resta basso e si perde il piacere per le attività quotidiane per più di 2 settimane, è il momento di chiedere aiuto” raccomanda la Dott.ssa Cigala Fulgosi.
La depressione è una patologia medica curabile, non una debolezza caratteriale. Deve essere affrontata con l’aiuto di psicologi e psichiatri, in grado di formulare una diagnosi accurata e proporre un percorso terapeutico personalizzato, che può includere supporto psicologico e, se necessario, un’adeguata terapia farmacologica.
“Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza. Intervenire precocemente può davvero fare la differenza,” conclude la Dott.ssa Cigala Fulgosi