Cos'è la gastrite autoimmune, come riconoscerla e come gestirla
PUBBLICATO IL 07 MAGGIO 2025
Dolore, bruciore allo stomaco, sensazione di sazietà precoce. Sono alcuni dei sintomi tipici della gastrite, disturbo che riguarda milioni di italiani con un importante impatto sulla qualità di vita soprattutto nelle forme croniche. Tra queste, in particolare, ce n’è una, meno conosciuta, ad esempio, rispetto alla gastrite cronica da Helicobacter pylori, ma altrettanto rilevante: è la gastrite autoimmune.
Ma di cosa si tratta? Quali sono le cause? E si può curare? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Sara Massironi, responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia del Policlinico San Marco e del Policlinico San Pietro e professore associato di Gastroenterologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Che cos’è la gastrite autoimmune
“Per gastrite, genericamente, si intende un processo infiammatorio della mucosa gastrica, il rivestimento più interno dello stomaco.
Nel caso della gastrite autoimmune, l’infiammazione è causata dallo stesso sistema immunitario che, erroneamente, aggredisce la pompa protonica, proteina presente sulle cellule parietali gastriche, portando alla loro progressiva distruzione (atrofia) - spiega la professoressa Massironi -.
Queste cellule sono responsabili della produzione di acido cloridrico e di fattore intrinseco, essenziale per l'assorbimento della vitamina B12. La loro distruzione ha come conseguenze:
- acloridia, ovvero assenza di acido cloridrico nel succo gastrico;
- difficoltà dell’assorbimento di ferro;
- deficit di produzione del cosiddetto fattore intrinseco, con conseguente malassorbimento di vitamina B12, vitamina necessaria alla sintesi del DNA nelle cellule in rapida divisione (come dei globuli rossi, le cellule delle mucose, o quelle che formano la guaina mielinica dei nervi);
- aumentato rischio di sviluppare anemia;
- costante ipergastrinemia (ossia elevati livelli di gastrina, ormone endogeno che serve a stimolare la produzione acida) con conseguente aumentato rischio di sviluppare piccoli tumori neuroendocrini (NET)”.
I sintomi della gastrite autoimmune
“Non sempre sintomatica, la gastrite autoimmune condivide in parte gli stessi sintomi della ‘normale’ gastrite, ovvero:
- difficoltà a digerire (dispepsia);
- nausea;
- sensazione di sazietà precoce;
- talvolta vomito.
Oltre ai disturbi strettamente gastroenterologici, però, possono manifestarsi anche sintomi neurologici (polineuropatie periferiche), legati alla prolungata carenza di vitamina B12, tra cui:
- formicolii;
- intorpidimento;
- debolezza degli arti.
Nel caso in cui la gastrite abbia causato un’anemia per carenza di vitamina B12 possono verificarsi anche astenia e mancanza di respiro”, osserva la specialista.
Le cause e i fattori di rischio
“Le cause che possono portare all’insorgenza della gastrite cronica autoimmune non sono ancora del tutto chiare. Gli anticorpi anticellule parietali sono infatti solo un epifenomeno (ovvero un fenomeno secondario, conseguente ad altro), ma gli esatti meccanismi con cui l’organismo organizza la risposta immunitaria contro la pompa protonica sita sulle cellule parietali non è ancora del tutto conosciuto”, sottolinea la professoressa Massironi.
Sono considerati, però, fattori di rischio:
- familiarità per malattie autoimmuni;
- malattie autoimmuni preesistenti, come il diabete di tipo 1 o la tiroidite di Hashimoto;
- l’associazione contemporanea di più malattie autoimmune in quelle che sono chiamate le poliendocrinopatie.
Come si diagnostica la gastrite autoimmune
Per diagnosticare la gastrite autoimmune il primo passo è una visita specialistica gastroenterologica. A completamento della visita, lo specialista richiederà alcuni esami come:
- esami del sangue per rilevare l’eventuale presenza di anticorpi contro le cellule parietali dello stomaco o contro il fattore intrinseco;
- dosaggio della vitamina B12;
- gastroscopia con biopsia, che serve sempre per la conferma della diagnosi.
I trattamenti contro la gastrite autoimmune
Non esiste una terapia che possa guarire la gastrite cronica autoimmune. L’obiettivo della terapia, pertanto, è la gestione dei sintomi, la supplementazione vitaminica e la prevenzione delle complicanze a lungo termine.
“Oltre ad alcune regole alimentari valide per tutte le gastriti (evitare cibi troppo grassi, fumo ed eccesso di alcol), nel caso della gastrite autoimmune è importante assumere integratori di vitamina B12 per contrastare i sintomi neurologici ed evitare il rischio di anemia. In genere questi devono essere assunti per via intramuscolare, in quanto l’assorbimento per bocca è compromesso dalla carenza di vitamina B12.
In associazione lo specialista può consigliare farmaci specifici contro i disturbi digestivi (come i procinetici), evitando però i farmaci inibitori della pompa protonica che peggiorano ulteriormente l’ipergastrinemia.
Se infine dovesse essere presente una infezione da H. Pylori, ovviamente questa andrebbe eradicata per evitare un danno sommatorio.
“Considerato l’alto rischio di complicanze, parte integrante della terapia sono i controlli periodici per rilevare eventuali cambiamenti o danni più gravi”, conclude la specialista.