
A cosa serve l’ecografia oculare e quando è indicata
PUBBLICATO IL 22 MAGGIO 2025
La diagnostica anche in oculistica ha fatto passi da gigante, consentendo di prevenire molte patologie che fino a pochi decenni fa venivano prese in carico in stadi troppo avanzati. L’ecografia oculare fornisce agli specialisti informazioni importanti sulla salute dei nostri occhi.
Ne parliamo con il dott. Francesco Sandolo, direttore del Servizio di oculistica dell’Istituto di Cura Città di Pavia e con il dott. Andrea Distefano, oculista specializzato nell’esecuzione di questo particolare esame.
Cos’è l’ecografia oculare
L’ecografia oculare è un esame diagnostico strumentale non invasivo che sfrutta l’utilizzo di ultrasuoni per raffigurare le componenti dell’intero bulbo oculare e della porzione anteriore dell’orbita.
Esistono diverse metodiche che forniscono informazioni diversificate allo specialista per fare diagnosi in modo preciso.
“La metodica più comune – ci spiegano gli specialisti - è il B scan e viene usata per visualizzare le parti più posteriori dell’occhio e dell’orbita, come i muscoli extraoculari e il nervo ottico.
È altresì possibile effettuare la metodica UBM (Ultrabiomicroscopia) che, grazie all’utilizzo di una frequenza ultrasonora maggiore, permette di raffigurare dettagliatamente le strutture del segmento anteriore dell’occhio (cornea, iride, angolo irido-corneale, cristallino, corpo ciliare).
È molto utile in quanto permette di evidenziare eventuali anomalie morfologiche, come i nei dell’iride e del corpo ciliare, o di posizione come l’‘angolo stretto’.
È importante specificare che l’UBM è l’unico esame strumentale che può vedere nel dettaglio l’iride e il corpo ciliare nella loro interezza”.
Come si svolge l’ecografia oculare B scan
L’ecografia B scan si esegue appoggiando delicatamente la sonda sull’occhio a palpebra chiusa, previa applicazione di un gel per ultrasuoni. Il paziente può stare in posizione seduta o semi-seduta e non è necessario instillare colliri (non viene dilatata la pupilla).
L’esame dura pochi minuti e non ci sono controindicazioni alla guida di autoveicoli dopo la procedura.
Come funziona l’ecografia oculare UBM
L’ecografia UBM (Ultrabiomicroscopia) invece si esegue a occhio aperto, previa instillazione di collirio anestetico (lo stesso farmaco che viene usato durante le visite oculistiche) e di un gel oftalmico che può offuscare la vista per pochi minuti. In questo caso il paziente viene posto in posizione semi-seduta per la migliore esecuzione dell’esame diagnostico.
Quando viene eseguita l’ecografia oculare
L’ecografia oculare può essere prescritta dall’oculista per diverse condizioni legate ai nostri occhi e non solo.
“Ad esempio – spiegano il dott. Sandolo e il dott. Distefano -, in soggetti con una grande quantità di nevi sul corpo, anche senza una sintomatologia specifica, si consiglia in associazione alla normale mappatura dei nevi questo tipo di ecografia, per indagare eventuali macchie o melanomi oculari non visibili con altra modalità.
È un esame che viene utilizzato anche qualora vi sia impossibilità a visualizzare la retina e il nervo ottico per opacità dei mezzi diottrici, ad esempio, in caso di cataratta, scompenso corneale, emovitreo”.
Di seguito un elenco di alcune patologie studiate con l’ecografia oculare:
- patologie benigne dell’occhio e dell’orbita (es. neo dell’iride, neo del corpo ciliare, neo della coroide, angiomi);
- patologie maligne dell’occhio e dell’orbita (es. melanoma oculare, linfomi);
- patologie vitreo-retiniche (es. distacco di retina, retinoschisi, trazioni vitreo-retiniche, vitreopatia);
- patologie infiammatorie dell’occhio (es. uveiti, scleriti);
- patologie neuroftalmologiche (es. drusen del nervo ottico, ipertensione endocranica);
- patologie dello spettro del glaucoma (es. angolo irido-corneale stretto, iride a plateau);
- patologie traumatiche dell’occhio.