Cos’è l’endometriosi e come affrontarla (anche in estate)

Cos’è l’endometriosi e come affrontarla (anche in estate)

PUBBLICATO IL 30 LUGLIO 2025

Cos’è l’endometriosi e come affrontarla (anche in estate)

PUBBLICATO IL 30 LUGLIO 2025

L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica dell’apparato riproduttivo femminile, caratterizzata dalla crescita anomala di tessuto simil-endometriale al di fuori dell’utero. 

Si stima che colpisca tra il 10% e il 15% delle donne e può compromettere la loro qualità di vita. 

Ne parliamo meglio con il dottor Silvano Costa, Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia di Villa Chiara per comprendere come riconoscere, diagnosticare e affrontare l’endometriosi anche in estate.

 

Cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una patologia ginecologica cronica in cui il tessuto endometriale, che costituisce il rivestimento interno dell’utero, si localizza al di fuori della cavità uterina. Questo sviluppo “fuori posto”, definito endometrio ectopico, può localizzarsi al di fuori dell’utero interessando organi come le ovaie, le tube di Falloppio, la vescica, l’intestino e, in casi più rari, altri organi addominali.

Durante il ciclo mestruale, questo tessuto risponde agli stimoli ormonali come quello uterino, ispessendosi e sanguinando, ma a differenza del normale endometrio, non può defluire al di fuori del corpo

Ciò provoca infiammazione, dolore cronico, la formazione di aderenze e di tessuto cicatriziale.

 

Chi colpisce e quanto è diffusa

L’endometriosi è una delle patologie ginecologiche più comuni tra le donne in età fertile. Si stima che colpisca tra il 10% e il 15% delle donne, con maggiore incidenza nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 35 anni

In Italia, si calcola che oltre 1 milione e 800 mila donne ne siano affette. 

“Si tratta di un numero – spiega il dottor Costa - più elevato rispetto al passato e che è destinato a crescere, non solo per una diffusione sempre più crescente, ma anche grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche oggi a disposizione dello specialista”.

 

Quali sono le cause 

Le cause dell’endometriosi non sono ancora completamente note. 

Tra le principali segnaliamo il flusso mestruale retrogrado: durante il ciclo mestruale, invece che essere completamente espulso attraverso la vagina, una parte del sangue mestruale e del tessuto endometriale risale attraverso le tube di Falloppio, raggiungendo la cavità pelvica da dove non può essere espulso.

Qui, il tessuto endometriale ectopico si impianta sulle superfici degli organi pelvici come ovaie, utero, intestino o vescica e continua a espandersi, causando infiammazione, dolore e formazione di aderenze.

Sono state ipotizzate altre cause quali: 

  • alterazioni del sistema immunitario; 
  • fattori genetici; 
  • impianti anomali durante lo sviluppo embrionario. 

 

Quali sono i sintomi

In alcuni casi, l’endometriosi può essere asintomatica, ma nella maggior parte le pazienti lamentano un dolore pelvico cronico, che tende a intensificarsi durante il ciclo mestruale o durante i rapporti.

Tra i sintomi più comuni segnaliamo:

  • dismenorrea, mestruazioni particolarmente dolorose;
  • dispareunia, dolore durante i rapporti sessuali;
  • dolore durante la minzione o la defecazione, se la malattia coinvolge vescica o intestino;
  • sanguinamenti anomali, affaticamento cronico, gonfiore addominale

Le complicanze dell’endometriosi

L’endometriosi può compromettere la fertilità femminile interferendo con la funzione delle ovaie, delle tube di Falloppio e dell’utero. Le lesioni e le aderenze causate dalla malattia possono ostacolare le varie fasi del concepimento, rendendo spesso necessarie valutazioni e trattamenti specifici per favorire la gravidanza. 

Inoltre, l’endometriosi può essere causa di altre patologie quali cisti ovariche, flogosi pelviche (infiammazioni degli organi riproduttivi femminili, incluse tube di Falloppio, ovaie e utero) acute o croniche. 

 

Endometriosi e disagio psicologico

Oltre ai sintomi fisici, l’endometriosi può avere un impatto sull’equilibrio emotivo, psicologico e sociale che permette di mantenere relazioni soddisfacenti e prendere decisioni efficaci. Vivere con un dolore cronico, spesso invalidante, può causare: 

  • ansia;
  • depressione;
  • stress cronico e sbalzi d’umore;
  • alterazione delle relazioni sociali;
  • difficoltà nella relazione di coppia;
  • bassa autostima;
  • senso di solitudine e incomprensione.

 

Come viene diagnosticata 

Arrivare a una diagnosi definitiva di endometriosi può richiedere tempo, poiché i sintomi possono essere confusi con normali dolori mestruali, ma oggi gli strumenti a disposizione sono sempre più precisi. 

Il percorso diagnostico inizia con un'anamnesi dettagliata, durante la quale il ginecologo raccoglie informazioni sui sintomi, la loro frequenza, intensità e localizzazione.

Successivamente, viene eseguito un esame ginecologico approfondito, a cui può aggiungersi un’ecografia transvaginale, utile a identificare lesioni ovariche o focolai profondi. 

In casi specifici, si può ricorrere alla risonanza magnetica, per mappare più chiaramente le localizzazioni.

La laparoscopia, una tecnica chirurgica mininvasiva, resta lo strumento più efficace per confermare la diagnosi e per la stadiazione della malattia, essenziale per definire l’entità e pianificare il trattamento più adeguato. 

 

Come viene classificata l’endometriosi

Uno dei sistemi più diffusi di classificazione è la stadiazione proposta dall’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), che suddivide la malattia in 4 livelli di gravità:

  1. stadio minimo, caratterizzato da piccole lesioni superficiali e aderenze endopelviche limitate;
  2. stadio lieve, con lesioni più profonde all’interno dello scavo pelvico;
  3. stadio moderato, in cui si evidenziano lesioni estese, cisti endometriosiche (endometriomi) e aderenze significative;
  4. stadio severo: caratterizzato da lesioni ampie, cisti endometriosiche di grandi dimensioni e aderenze endopelviche molto estese che possono coinvolgere più organi pelvici.

Questa classificazione aiuta lo specialista a comprendere l’estensione della malattia e a personalizzare l’approccio terapeutico, tenendo conto della sintomatologia della paziente.

 

Quali sono le terapie più efficaci per gestire l’endometriosi

Esistono diverse opzioni terapeutiche in grado di controllare i sintomi, ridurre la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita. La scelta dipende da diversi fattori quali l’età della paziente, lo stadio della malattia, ecc.

 La terapia farmacologica può comprendere:

  • farmaci analgesici (FANS) per il dolore; 
  • trattamenti ormonali quali progestinici, la pillola anticoncezionale; 
  • inibitori degli ormoni ipotalamici;
  • più raramente gli inibitori dell’aromatasi.

Quando l’endometriosi non risponde adeguatamente alla terapia medica e si trova in uno stadio avanzato può essere necessario ricorrere alla chirurgia laparoscopica, un intervento mininvasivo che consente la rimozione dei focolai endometriosici nelle varie localizzazioni, delle cisti ovariche (endometriomi) e delle aderenze genitali e pelviche.

 

Stile di vita e consigli pratici

È fondamentale rivolgersi a uno specialista per identificare e diagnosticare con sicurezza l’endometriosi, ma anche le abitudini quotidiane possono aiutare a gestire meglio la malattia. 

L’attività fisica regolare è fondamentale per stimolare la produzione delle endorfine. 

Una dieta equilibrata e antinfiammatoria, povera di zuccheri, latticini, carni rosse e ricca di verdure, pesce e legumi, può contribuire a migliorare i sintomi.

 

Come gestire l’endometriosi in estate

Con l’arrivo dell’estate, le donne che presentano questa patologia possono seguire alcuni consigli utili per convivere con l’endometriosi:

  • idratazione costante, per evitare disidratazione e affaticamento;
  • alimentazione sana ricca di frutta e verdura di stagione, per reintegrare sali minerali e combattere l’infiammazione;
  • attività fisica moderata nelle ore più fresche, come nuoto o passeggiate;
  • evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde;
  • pianificare con cura viaggi o spostamenti, evitando stress e affaticamento.