Insufficienza renale cronica: cos’è, come si manifesta e come viene trattata a Villa Chiara

Insufficienza renale cronica: cos’è, come si manifesta e come viene trattata a Villa Chiara

PUBBLICATO IL 10 DICEMBRE 2025

Insufficienza renale cronica: cos’è, come si manifesta e come viene trattata a Villa Chiara

PUBBLICATO IL 10 DICEMBRE 2025

L’insufficienza renale cronica è una condizione che riguarda oggi una parte crescente della popolazione. Si tratta di una malattia silenziosa che può avanzare per anni prima di dare segnali evidenti. 

Ne abbiamo parlato con il dottor Giorgio Feliciangeli, nefrologo del Centro Dialisi e del Poliambulatorio di Villa Chiara a Bologna, per capire meglio di cosa si tratta e quali sono oggi le possibilità di cura.

 

Che cos’è l’insufficienza renale cronica

L’insufficienza renale cronica è una progressiva riduzione della funzione del rene, in particolare della sua capacità di eliminare le scorie dal sangue

“Quando questa funzione si indebolisce, iniziano a comparire valori alterati proprio a livello ematico - spiega il dottor Feliciangeli -. Infatti, quando la capacità di eliminare le scorie metaboliche viene meno, nel sangue: 

  • i valori di creatinina, urea e acido urico salgono;
  • il filtrato glomerulare si abbassa”.

La differenza con l’insufficienza renale acuta

Pur condividendo lo stesso organo bersaglio, il rene, insufficienza renale acuta e cronica sono condizioni molto diverse tra loro.

Nel caso dell’insufficienza renale acuta, il danno insorge in modo improvviso, spesso a causa di:

  • infezioni; 
  • disidratazione;
  • farmaci;
  • sostanze nefrotossiche. 

“L’insufficienza renale acuta è di solito reversibile - sottolinea il nefrologo -. Se l’evento scatenante viene, infatti, identificato e trattato per tempo, il paziente può tornare a una funzione renale normale o quantomeno migliorata”.

La forma cronica, al contrario, procede lentamente e il danno accumulato nel tempo non può essere recuperato.

 

Le cause più frequenti dell’insufficienza renale cronica

Un aspetto importante riguarda l’evoluzione delle cause della malattia negli ultimi decenni.

“Un tempo erano più comuni le patologie renali primitive, come glomerulonefriti, infiammazioni frequentemente correlate a disordini della risposta immunitaria e pielonefriti, l’infezione batterica del rene. Oggi, grazie ai progressi della medicina e alle migliori condizioni igienico-sanitarie, queste forme sono diminuite.

Al contrario, sono aumentate le forme nefrovascolari, principalmente associate a condizioni come l’ipertensione e il diabete, e oggi quasi il 70% dei casi deriva da una di queste 2 patologie o dalla loro combinazione” sottolinea il medico.

Sono condizioni che fanno parte della cosiddetta sindrome dismetabolica, legata a stili di vita sedentari e a un’alimentazione ricca. 

“Questo ha reso, inoltre, indispensabile il lavoro di squadra tra specialisti: lavoriamo a stretto contatto con cardiologi e diabetologi perché questi pazienti hanno spesso più patologie contemporaneamente e occorrono percorsi multidisciplinari”.

 

Quali sono gli stadi dell’insufficienza renale cronica

Gli stadi dell’insufficienza renale cronica sono 5:

  • Stadio 1-2, in cui la funzione renale è ridotta, ma senza segni evidenti di insufficienza;
  • Stadio 3, in cui la malattia inizia a manifestarsi in maniera latente;
  • Stadio 4, la fase in cui compaiono i primi segni e sintomi uremici;
  • Stadio 5, in cui il rene non è più in grado di svolgere le sue funzioni e che, alla fine, porta alla necessità di dialisi e alla valutazione per il trapianto renale. 

Gli stadi della malattia renale cronica vengono definiti in modo standardizzato sulla base della funzione renale, valutata principalmente tramite la velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR)

“L’eGFR si calcola a partire dal livello di creatinina nel sangue, un prodotto di scarto continuamente prodotto dai muscoli e dal catabolismo degli alimenti proteici; è  normalmente eliminato dai reni sani attraverso l’urina. Questo valore, insieme ad altri fattori come età e sesso, consente di determinare la presenza di insufficienza renale e di classificare il relativo stadio” indica il nefrologo.

 

I sintomi: come riconoscere l’insufficienza renale cronica

Una delle caratteristiche dell’insufficienza renale cronica è la quasi totale assenza di sintomi nelle fasi iniziali. 

“È una malattia subdola - spiega il dottor Feliciangeli -, molti pazienti arrivano da noi non perché stanno male, ma solo perché il medico di base ha notato i valori alterati negli esami ematici”.

I primi disturbi compaiono di solito solo allo stadio 4 e si presentano come:

  • nausea e vomito
  • perdita di appetito;
  • prurito;
  • sensazione generale di stanchezza

“Quest’ultimo sintomo è spesso legato all’anemia, una condizione frequente nelle fasi più avanzate, che può dipendere sia dalla ridotta produzione di eritropoietina, un ormone prodotto dai reni, sia da carenze di ferro, vitamina B6 e B12. Nella maggior parte dei casi si tratta di anemie multifattoriali” precisa il nefrologo.

 

I trattamenti oggi disponibili per l’insufficienza renale cronica

“L’insufficienza renale cronica, essendo una condizione progressiva, come abbiamo detto non è reversibile. L’obiettivo delle terapie è, dunque, stabilizzare la malattia e non farla peggiorare” ricorda Feliciangeli.

La strategia terapeutica dipende molto dallo stadio in cui viene diagnosticata la malattia e dalle indicazioni che lo specialista definirà sulla base della valutazione del singolo paziente.Nelle fasi iniziali è fondamentale agire sulle cause: 

  • controllo della pressione;
  • gestione della glicemia nei pazienti diabetici;
  • trattamento dell’iperuricemia quando presente.

“Una parte importante della terapia, in questa fase, consiste nei farmaci nefroprotettori. Gli ACE-inibitori e i sartani sono utilizzati da molti anni e riducono la perdita di proteine nelle urine, contribuendo a proteggere sia i reni sia il sistema cardiovascolare” spiega lo specialista.

Negli ultimi anni si è aggiunta anche una nuova classe di farmaci che sta dando risultati rilevanti: gli SGLT2-inibitori.

“Questi farmaci stanno cambiando la storia dell’insufficienza renale cronica - spiega il nefrologo -. Il loro funzionamento riduce la proteinuria, cioè la presenza eccessiva di proteine nelle urine, e aiuta a preservare il funzionamento dei glomeruli. In questo modo contribuiscono a ritardare l’inizio della dialisi per molti pazienti”.

La dialisi e il trapianto di organo

Naturalmente, quando la funzione renale scende oltre una certa soglia, diventa necessario ricorrere alla dialisi, il trattamento che sostituisce le funzioni dei reni rimuovendo le sostanze di scarto e l'eccesso di liquidi dal sangue, o valutare l’opzione del trapianto di organo

“Tra chi accede a questo ultimo tipo di terapie ricordiamo anche alcuni pazienti affetti da forme genetiche, come il rene policistico dell’adulto, che rappresentano circa il 10% dei pazienti”.

 

Il Centro Dialisi di Villa Chiara, un supporto per i pazienti residenti a Bologna o in vacanza

Il Centro Dialisi di Villa Chiara segue pazienti con insufficienza renale cronica che necessitano di dialisi a Bologna e in provincia. Grazie a tecnologie moderne e a un’organizzazione esperta, il centro è un punto di riferimento anche per chi deve sottoporsi a trattamenti temporanei, per vacanza o lavoro.

Il team non si limita però alla sola dialisi. Infatti, lavora a stretto contatto con i centri trapianto, accompagnando i pazienti in ogni fase del loro percorso.

“Facciamo parte integrante anche del processo trapiantologico - conclude il dottor Feliciangeli -. Seguiamo gli esami, aggiorniamo la documentazione e ci coordiniamo con i centri trapianto affinché, quando arriva un organo compatibile, il paziente sia pronto”.