Cosa fare (e non fare) in caso di puntura di medusa

Cosa fare (e non fare) in caso di puntura di medusa

PUBBLICATO IL 05 AGOSTO 2025

Cosa fare (e non fare) in caso di puntura di medusa

PUBBLICATO IL 05 AGOSTO 2025

Con l’estate e i bagni al mare il rischio di incontri ravvicinati con le meduse è dietro l’angolo, soprattutto negli ultimi anni con l’innalzamento delle temperature dell’acqua. 

Per fortuna, per quanto spiacevoli, in genere, le punture delle meduse non sono pericolose. È importante però, per limitare danni alla pelle e complicazioni, affrontarle nel modo corretto evitando rimedi improvvisati o “fai da te”. 

Ecco allora la nostra mini-guida per un’estate a prova di medusa con i consigli del professor Antonino Di Pietro, dermatologo, Direttore Scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis presso Palazzo della Salute - Wellness Clinic.

 

Falsi miti ed errori da evitare 

Spesso, di fronte a una puntura di medusa, la tentazione è ricorrere a rimedi consigliati da amici e parenti, letti sui giornali o tramandati nel tempo, i cosiddetti “rimedi della nonna”. Non sempre però si tratta di interventi efficaci. Anzi in alcuni casi possono addirittura peggiorare la situazione.

Vediamo allora insieme quali sono i falsi miti e gli errori più diffusi da evitare.

 

No all’acqua dolce

È uno degli errori più comuni: risciacquare la parte punta dalla medusa con acqua dolce. 

"Il veleno della medusa, quella caratteristica sostanza gelatinosa, è piena di acqua di mare.  Se ci facciamo una doccia di acqua dolce, per il processo di osmosi, l'acqua salata del veleno attirerà a sé l'acqua dolce, la gelatina si gonfierà e il veleno si espanderà ancora di più nella pelle aumentando così il bruciore e l’ustione" sottolinea il professor Di Pietro. 

Meglio allora risciacquarla con acqua di mare.

 

Ammoniaca o urina? Meglio evitare entrambe

Un altro falso mito molto diffuso è che ammoniaca e urina, applicate sulla parte di pelle punta, servirebbero a neutralizzare il veleno. 

“Anche in questo caso si tratta di un luogo comune: ammoniaca e urina, ma anche aceto e alcol, contrariamente a quanto ancora si pensa non solo non servono per contrastare il veleno e il conseguente fastidio causato dalla puntura, ma possono anche risultare dannose, peggiorando la lesione cutanea perché possono infiammare ulteriormente la parte colpita” continua il dermatologo.

 

Sabbia e pietre calde sulla lesione? Non è una buona idea

Tra le soluzioni “casalinghe” a volte consigliate in caso di puntura di meduse c’è anche l’utilizzo di sostanze calde (sabbia, pietre, acqua). 

“Il calore è vero che disattiva le tossine urticanti, ma per avere questo effetto la temperatura dovrebbe essere di almeno 40 gradi ed è evidente che una temperatura così alta non solo è difficile da raggiungere, ma sarebbe anche pericolosa per la pelle, peraltro già infiammata” sottolinea il professor Di Pietro.

 

Non grattare via i tentacoli

È importante non grattare via i tentacoli strofinando la parte lesa. 

“Il rischio, grattando e strofinando, è quello di rompere i nematocisti, ovvero le cellule urticanti presenti sui tentacoli, rimaste sulla pelle, causando ulteriore rilascio di tossine e quindi un’estensione dell’infiammazione”.

 

Cosa fare in caso di puntura di medusa

Appena dopo il contatto con una medusa è importante seguire questi passi:

  • sciacquare con acqua salata la parte interessata;
  • eliminare delicatamente eventuali sferette urticanti depositate sulla pelle senza strofinare (si potrebbe utilizzare una tessera di plastica rigida, per esempio, carta di credito o carta di identità elettronica);
  •  sciacquare di nuovo l’area lesa con acqua salata.

“Dopo aver asciugato la parte, per alleviare il prurito e bloccare il processo infiammatorio, è consigliabile applicare una crema a base di cortisone. Per farla penetrare più velocemente si può utilizzare la pellicola trasparente, così da creare un'occlusione che favorisce una penetrazione più efficace della crema. Questa medicazione va tenuta dalle 4 alle 6 ore”.  

Allo stesso tempo potrebbe essere utile applicare degli impacchi di ghiaccio che chiude i vasi capillari e aiuta a fermare l'infiammazione. 

Un’alternativa al cortisone può essere l’alukina, sostanza che solitamente si utilizza per la dermatite seborroica, che si è scoperta efficace anche per le punture di insetti e meduse in virtù delle sue proprietà lenitive e antinfiammatorie.

“Prima si interviene con questi rimedi, prima l'infiammazione verrà circoscritta e minor danno si avrà. Il veleno delle meduse, infatti, se non bloccato tempestivamente, può penetrare nella pelle velocemente e in profondità, causando un'infiammazione molto intensa che può distruggere le cellule. 

La conseguenza, nei giorni e nelle settimane successive, è che, anche una volta guarita la lesione, rimangano cicatrici e macchie, spesso permanenti” avverte l’esperto.

 

Quanto durano gli effetti della puntura

Dopo il contatto con la medusa, nell’arco di pochissimi minuti, la pelle diventa subito rossa e si formano delle bolle. Dopo circa 10-20 minuti la sensazione di bruciore, simile a quella di un’ustione, scompare, ma resta il prurito

“In genere, dopo circa 2 giorni, le bolle si gonfiano fino a rompersi, poi cominciano a cicatrizzarsi e si formano delle croste che, se tenute all’asciutto, dopo circa 10-15 giorni dovrebbero cadere da sole - spiega il dermatologo -. 

In alcuni casi, però, può capitare che le bolle presenti sulla pelle invece di seccarsi si riempiano di pus: significa che la ferita si sta infettando e quindi può essere necessario ricorrere, su indicazione medica, a creme antibiotiche”.

 

Quando rivolgersi al medico o al Pronto Soccorso

È importante consultare il medico o recarsi in Pronto Soccorso se:

  • ⁠la reazione è estesa o peggiora dopo qualche ora;
  • ⁠insorgono sintomi sistemici (disturbi cutanei diffusi, pallore, sudorazione, disorientamento o difficoltà respiratorie) che potrebbero essere la spia di una reazione allergica o di uno shock anafilattico.

 

Il kit anti-medusa da portare con sé sotto l’ombrellone

Per non farsi trovare impreparati, quando si va in vacanza sarebbe bene portare sempre con sé un kit da viaggio con farmaci da usare anche in caso di puntura di medusa. 

“Nella borsa delle vacanze dovrebbe essere sempre presente innanzitutto una crema a base di cortisone, che ha azione antinfiammatoria non solo in caso di punture di meduse, ma anche di insetti come zanzare, api e vespe. 

Utile è anche portare con sé una crema a base di alukina che, oltre che per le lesioni da meduse, può trovare diversi impieghi contro fastidi cutanei frequenti in estate come arrossamenti o eczemi. 

Non dovrebbe poi mancare anche un antidolorifico, indicato in caso il bruciore e il dolore dell’ustione da medusa persistessero e fossero molto intensi”, conclude il professor Di Pietro.